Il clima olimpico comincia a farsi sempre più presente nel mondo del tennis. Se l’ATP guarda a Rio con in testa le problematiche legate al completamento dell’Olympic Tennis Center, il torneo di Atlanta coglie l’occasione per celebrare il ventesimo anniversario dalle Olimpiadi ospitate dalla capitale della Georgia nel 1996. A margine del torneo ATP 250, vinto negli ultimi tre anni da John Isner e in programma dall’1 al 7 Agosto prossimi, Andrè Agassi e Sergi Bruguera si affronteranno in una riedizione della finale olimpica di vent’anni fa. Il 31 Luglio l’ex kid di Las Vegas concederà una sorta di rivincita al vincitore di due Roland Garros consecutivi (1993 e ’94), che allora dovette accontetarsi della medaglia d’argento, dopo la netta vittoria in finale dell’americano col punteggio di 6-2 6-3 6-1. “E’ l’occasione per rivivere un momento olimpico speciale“, ha dichiarato il vincitore di 8 Major, che ieri ha compiuto 46 anni.
Al di là dell’intento di celebrare le due decadi dalle olimpiadi americane, l’evento costituisce un’altra riprova del maggior interesse verso le Olimpiadi da parte dei protagonisti della racchetta, in passato molto poco propensi a sacrificare tempo e fatiche destinate agli Slam e ai maggiori tornei. Il tennis infatti è stato riconosciuto ufficialmente come sport olimpico solo da Seoul ’88 e ha visto talvolta la vittoria di giocatori non di primissimo piano come Marc Rosset a Barcellona ’92 e Nicolas Massu ad Atene ’04. Oggi le cose sono cambiate, i migliori vogliono il loro nome nell’albo d’oro del torneo a cinque cerchi e sembrano definitivamente superati i tempi in cui “i migliori giocatori vanno volentieri alle Olimpiadi non per vincerle ma per partecipare alla cerimonia inaugurale, che nei grandi tornei non è mai così sentita“, come scrisse Rino Tommasi nella sua autobiografia del 2009 “Da Kinshasa a Las Vegas via Wimbledon” (Ed. Limina).