A. Seppi b. [14] N. Kyrgios 1-6 6-7(1) 6-4 6-2 10-8 (da Melbourne, Ubaldo Scanagatta)
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Beh, nemmeno lo sceneggiatore più pazzo avrebbe potuto immaginarsi che quel che ci aveva detto l’altra sera Andreas Seppi si sarebbe realizzato. Stiamo ricercando l’audio, ma le sue parole erano state queste (all’incirca): “Sì, due anni fa ero avanti 2 set a zero con Kyrgios sull’Hisense Arena, ebbi il matchpoint (sul 6-5 al quarto…) e poi persi. Stavolta sarebbe bello che succedesse il contrario, lui avanti due set, io che rimonto, annullo un matchpoint e vinco!”. E rideva beato, consapevole del fatto che certi sogno non si realizzano mai, Andreas Seppi. Forse chi mi ha letto ricorderà che avevo scritto di quanto quella sera sia lui sia Lorenzi fossero stati super spiritosi e sottolineato che sì, insomma, da Lorenzi te lo aspetti di più.
Ebbene il sogno più incredibile si è realizzato proprio secondo la trama che Andreas aveva delineato. Chi dice che il tennis è lo sport del diavolo ha certamente ragione. Certo, e senza voler togliere assolutamente nulla ai grandi meriti di Andreas che ha, salvo che sul 6-5 quando ha servito (male…) per la prima volta per il match, giocato benissimo per tutta la parte finale del match, con un coraggio quasi inconsueto, va detto che è impossibile capire cosa debba essere passato per la testa semirasata di Kyrgios da metà del terzo set in poi. Aveva dominato il primo set in mezz’ora così come, dopo un secondo set senza né break né pallebreak contro un Seppi finalmente risvegliatosi, aveva dominato anche il tiebreak nel quale era salito subito sul 4-0, tanto per spazzare subito via ogni dubbio su chi l’avrebbe vinto. Faceva un freddo boia, forse anche per via del vento che spirava nell’Hisense, e non c’era nemmeno tanta atmosfera, perché la superiorità di Kyrgios pareva schiacciante. Nonostante quel secondo set tutto sommato equilibrato. Perfino io seguivo in maniera distratta, occhieggiando sul telefonino i risultati degli altri campi. Anche i primi games del terzo set erano tutt’altro che eccitanti. Kyrgios teneva il servizio, Seppi faceva il suo senza infamia e senza lode.
Questo è il torneo nel quale, dopo dieci sconfitte consecutive con Federer, al terzo turno dell’edizione 2015 lo aveva invece finalmente battuto. Ma in quella stessa edizione sullo stesso campo su cui si è dispuato il match odierno c’era poi stata la grande delusione contro Kyrgios: “Potevo arrivare nei quarti, ma per la verità sul matchpoint mancato non ho da rimproverarmi granché… ha servito bene lui e quando serve bene…”.
Insomma improvvisamente, quando nessuno se lo poteva immaginare ecco che Kyrgios perde la cabeza. Il punteggio gli è favorevole: 3-2. Serve Andreas, va sul 15-0 e lì c’è uno scambio di 10 scambi che pare assolutamente insignificante anche se Seppi prende una riga e poi gioca dopo un cross di rovescio una palla corta in diagonale sulla quale Kyrgios si produce in un gran scatto… ma vano. Boh, non sembrava che fosse successo nulla di che, ma Kyrgios appare furibondo, comincia a imprecare ad alta voce ma non capisco che cosa dice. Capisco invece l’arbitro che dice: “Audible oscenity Mr Kyrgios, warning”. Vabbè, una reazione abbastanza inspiegabile in quel momento, ma si sa Kyrgios è un mezzo matto, può fare qualsiasi cosa. Difatti Seppi sale sul 3 pari, ma Kyrgios ormai è nervoso e anche se sul 3 pari va sul 40-0 poi fa due doppi falli di fila… sparando a tutta canna la seconda. Mah… Non si spiega. Comunque tiene il servizio e penso che la rabbia gli sbollirà. Seppi tiene anche lui il servizio: 4 pari. Ma è lì che la partita gira. La prima di Kyrgios o non entra o è prevedibile, quasi sempre Seppi riesce a rispondere. E a giocare con straordinaria sicurezza il suo colpo solitamente più fragile: proprio un bellissimo dritto vincente gli procura il break sul 15-40. Ha vinto quattro scambi su quattro, l’unico punto l’australiano che danza sulle scarpe fosforescenti lo ha fatto con un servizio vincente sullo 0-15. Dopo 1 h e 40 minuti Seppi è sotto 2 set a uno, ma onestamente sulle sue chances di vittoria non avrei scommesso un dollaro bucato… fino al game dopo!
Già, perché quel matto di Kyrgios sembra fuori di sé, serve con una fretta spaventosa fra un punto e l’altro, fra una prima che non entra e una seconda, va sotto 0-15, sul 15 pari, fa un doppio fallo assurdo tirando una cannonata di seconda. Cede subito la battuta. Seppi è una formichina diligente: tiene per due volte il servizio a zero (o forse uno dei due a 15…) 2-0, 3-1 e poi 4-1 con Kyrgios che sul 30-40 spara una seconda a 206 km orari e naturalmente fa doppio fallo. “È pazzo!” mi dice la collega australiana mia vicina di posto. Lei che aveva detto: “Non si può non innamorarsi del tennis vedendo giocare Kyrgios, le cose che sa fare lui non le sa fare nessuno”. Appunto. Sul 5-1 per Seppi Kyrgios fa di tutto, giocando come se non gliene potesse fregare di meno, con l’aria di chi non capisce perchè deve stare lì a far finta di lottare. Va sotto 30-40 e setpoint per Seppi, ma spara un ace al fulmicotone, riperde un altro punto – ma attenzione, Seppi gioca solido, non sbaglia e tira bello lungo – ma di nuovo salva il setpoint… mentre io dico alla mia vicina “peccato per Andreas perché Nikki sta vincendo un game che gli consentirà di cominciare il quinto set con il servizio ed è un vantaggio…”, solo che lui non sembra proprio pensarci anche se quel game lo vince. Andreas è solido come non mai, tiene il servizio a zero sul 5-2, con anche un ace (alla fine saranno 16 contro i 28 di Kyrgios) ed eccoci al quinto.
Da quel momento comincio a twittare come un matto, ogni punto di Kyrgios è sottolineato da boati, l’Hisense Arena è piena come un uovo, arrivano fans con i boccali di birra, chi inneggia a Kyrgios, chi grida senza vergogna “Fuck Seppi!” – ma per la verità c’è anche qualche aussie che dice “Com’on Seppi!”. L’atmosfera che non c’era… ora c’è tutta. E anche di più. I due scambiano anche a livelli di grande intensità, Kyrgios trascinato dalla sua gente riprende a giocare bene, anche se spesso con la testa ciondolante ad ogni punto sbagliato. Seppi ha perso tante partite – non solo quella con Kyrgios due anni fa – che pareva aver ripreso e quasi vinto. Ne potrei citare tante. Ho brutte sensazioni, soprattutto naturalmente quando Andreas sul 4-3 per Kyrgios va sotto 0-40. Un net clamoroso salva la prima pallabreak, la gente ulula di disappunto, ma Seppi mette tutti a tacere con due splendidi dritti e poi porta a casa il game con un ace. 2h e 31m ed è in piena corsa. Fisicamente sembra stare meglio del suo avversario, che però ha quell’arma del servizio e anche quella incoscienza che possono farlo vincere… Invece sul 5 pari Kyrgios cede il game. E Andreas, in una bolgia di grida, ha la grande occasione di servire per il match. Ma non so se sia braccino, o anche Kyrgios che tira randellate di dritto che fanno paura, fatto sta che Andreas lì mette poche prime (salvo un ace) va sotto 0-30, perde la battuta.
Vai, è finita, mi dico. Accidenti. Invece macchè. Non è finita neppure quando, con Kyrgios avanti 8-7 e la gente quasi impazzita Seppi si fa raggiungere da 30-0 con un doppio fallo e un errore: 30 pari, poi 40-30, poi 40 pari e Matchpoint! Immaginatevi la gente. Sembra fatta. Invece Andreas prende dei rischi nel palleggio che non ha quasi mai preso – beh sì, contro Federer li prese quel giorno! – e annulla con incredibile coraggio il matchpoint. Poi servizio vincente e altro punto. 8-8 Per Kyrgios è come un colpo al fegato. Sembra quasi impallidito, 15-0 e doppio fallo, 15-30, 30 pari con un ace, breakpoint per Andreas e… altro doppio fallo!!! Non ci credo. Il sogno per lo scenario perfetto di Andreas si sta sviluppando implacabilmente: 40-15 e ace n.16. Pazzesco. Un film. La vendetta è consumata. Ha rimontato 2 set, ha annullato un matchpoint, ha vinto al quinto. E ora ha Darcis, un belga di 32 anni classificato appena n.71 che all’Australian Open non aveva mai passato un torneo (anche se nel 2008 aveva colto il suo best ranking, nel 2004).
Per Seppi è la diciottesima vittoria in cinque set su 29 partite trascinatesi al quinto. In tutto, fra Slam e Coppa Davis ne ha giocate 90. Insomma, sarà che parte con il diesel, avvio lento ma costante, però si tratta di quasi un terzo dei suoi match che anziché concludersi in 3 o in 4 set finiscono al quinto, e di quel terzo… due terzi li finisce da vincente.
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