dal nostro inviato a Halle, Andrea Franchino
[1] R. Federer b. [4] A. Zverev 6-1 6-3
La finale che tutti aspettavano, il Maestro sfida il (possibile) Principe Ereditario, Roger Federer contro Alexander Zverev. Nel 2017 si sono divisi uno Slam e tre Masters 1000 (Roma l’unico titolo di Zverev): è la rivincita della semifinale dello scorso anno che vide prevalere per la prima volta negli scontri diretti il giovane tedesco. Per quanto si è visto nei turni precedenti ci si aspettava una partita tirata, con Roger a disinnescare l’artiglieria pesante di Sascha variando il gioco per non dare punti di riferimento ed il talento tedesco a obbligare il rivale ad accettare lo scambio di forza. Il risultato finale di 6-1 6-3 a favore di Roger Federer, in soli 52 minuti dimostra come non solo il piano dello svizzero si sia perfettamente realizzato, ma anche come sia lontano il giorno dell’abdicazione: Alexander Zverev ha certamente patito la pressione di uno stadio che tifava per lui (senza esagerare per la veritĂ , ma è quello che spesso capita quando dall’altra parte della rete c’è Federer) e avrĂ certamente compreso come per poter competere a livelli così alti serve ancora molta applicazione ed impegno.
Si comincia anche oggi con tetto chiuso vista la giornata piovosa di Halle, Roger vince il sorteggio e sceglie di ricevere. Pronti via, Federer mette subito in azione il rovescio in back e si aggiudica i primi sette punti, 2-0 dopo poco più di 5 minuti. Zverev pare sentire in maniera esagerata la pressione e non trova la misura nei colpi, il parziale iniziale è addirittura di 2-13, concede una nuova palla break che annulla con una ace, poi nuovo il backspin dello svizzero lo manda in confusione e arriva un secondo break. Federer comprende il momento difficile del suo avversario e spinge ancora sull’acceleratore, Zverev dal canto suo dimostra di essere totalmente fuori palla (in verità anche un po’ sfortunato): riesce a mantenere il turno di servizio con quattro punti consecutivi ed evita il bagel (e le relative conseguenze psicologiche). Federer non cambia di una virgola la sua strategia, serve bene e obbliga l’avversario a prendere rischi eccessivi in risposta e si vola al 5-1. Sul servizio di Zverev arrivano tre set point: i primi due annullati con il servizio, sul terzo Roger risponde e Sascha perde di nuovo la misura del diritto per consegnare il primo set a Federer dopo soli 22 minuti di gioco a senso unico.
Il tedesco sembra lamentarsi spesso della condizione del campo, con sguardi all’angolo in cerca di conforto, dall’altra parte della rete invece tutto pare tranquillo e rilassato: il secondo set inizia sulla falsa riga del primo. Due errori gratuiti dello svizzero concedono la prima palla break a Zverev: senza scomporsi troppo il Maestro mette in funzione il servizio e rimedia. Alexander inizia il set tremolante al servizio ma riesce a evitare altri danni. Sul servizio di Federer, l’ennesima smorzata di rovescio giocata da dietro la riga di fondo obbliga Zverev ad una rincorsa che non solo non gli fa salvare il punto, ma lo fa anche cadere rovinosamente dentro la rete. Roger continua a mettere pressione all’avversario cambiando spesso tattica, si conquista una palla break che Sascha annulla con il servizio. Lo stato confusionale di Zverev emerge di nuovo nel sesto gioco: lo svizzero conquista tre palle break, e basta la prima. Sascha rischia il servizio ma non riesce ad evitare il nuovo break che di fatto decreterà  la fine dell’incontro. Sul 5-3 Federer va a servire per il match, tre volèè perfette mettono la parola fine al torneo. Roger Federer si aggiudica per la nona volta il torneo di Halle, senza nemmeno perdere un set, candidandosi seriamente per la conquista dell’ottavo titolo a Wimbledon e riconfermando quanto questa sua saggia gestione della programmazione dei tornei continui a dimostrarsi vincente.