[PR] E. Gulbis b. [29] J.M. del Potro 6-4 6-4 7-6(3) (da Londra, Luca Baldissera)
Prosegue il caldo fuori dal comune in questa edizione di Wimbledon, e si sente particolarmente in occasione dei match in programma nelle ore centrali della giornata. L’argentino Juan Martin del Potro (28 anni, 32 ATP) e il lettone Ernests Gulbis (28 anni, 589 ATP, Protected Ranking) fanno il loro ingresso sul campo numero 3 in mezzo allo sventolare dei programmi di giornata utilizzati per farsi aria dagli spettatori, molti dei quali hanno provveduto a portarsi degli ombrellini per ripararsi dal sole. I precedenti dicono 3-2 in favore di “Delpo”, il più recente risale a 2 anni e mezzo fa, Rotterdam 2014, vinse Gulbis 6-3 6-4, però parliamo letteralmente di un’altra “vita agonistica” per due tennisti che ne hanno passate di tutti i colori a livello di infortuni.
I primi due turni di battuta vanno via lisci per entrambi i giocatori, che sono dotati di due tra i servizi più potenti e ficcanti del circuito. Ma nel quinto game si scatena lo spettacolo, che inizia con tre rovesci e un dritto di Ernests di potenza spaventosa, che lo portano a rimontare il 40-0 con del Potro alla battuta, arrivare a palla break, e poi ingaggiare una battaglia punto a punto, in cui anche l’argentino piazza diversi drittoni fenomenali dei suoi. Si alternano vantaggio interno e parità. Rispondendo a qualsiasi cosa a tutto braccio, Gulbis si conquista altre due opportunità, fallite di poco, poi con un fantastico recupero in slice se ne prende una quarta, che finalmente trasforma con una legnata lungolinea di rovescio. Ho contato otto vincenti diretti di Ernests e tre di Juan Martin (servizi vincenti esclusi) solo in questo game, forse il migliore visto qui fino adesso. 3-2 per il lettone, altissimo livello. Si ritorna su binari più standard, fatti di gran prime e chiusure non difficili, fino al 4-3, Gulbis conferma il break, del Potro tiene bene il servizio. Nel game successivo il lettone ha un momento di indecisione (una palla lasciata andare e atterrata buona di una spanna, due doppi falli), e affronta a sua volta il primo break point contro, ben annullato con la combinazione servizio e dritto. Ma Juan Martin appare deciso a rientrare nel set, si arrabbia, esplode un lungoriga dei suoi, va nuovamente in vantaggio, ma subisce il bell’attacco dell’avversario. È una gran lotta, e nonostante questo capitano diversi cenni d’intesa tra i due, e un paio di sorrisi, bello e giusto così. Nel frattempo, Ernests sale 5-3, scampato pericolo, del Potro accorcia sul 4-5, e siamo al momento della verità. Che viene affrontato da Gulbis, in scioltezza, così: stop volley vincente con taglio esterno, ace, dritto vincente, servizio vincente. 6-4 per lui, che giocatore incredibile. 26 vincenti, 8 errori, velocità media (ripeto, media) del servizio, 203 kmh. Il buon vecchio del Potro farà bene a reagire in fretta.
I primi game del secondo set seguono i servizi, da segnalare un paio di manate di dritto di del Potro da autovelox, e tre palle corte vincenti, accarezzate alla grandissima, di Gulbis. Se i ragazzi continueranno così, questo si candida a match del torneo. Sul 3-2 del Potro, servizio Gulbis, ben due spettatori hanno un mancamento sugli spalti, probabilmente per il caldo e il sole, è strano vedere questo tipo di scena qui, di norma avviene in Australia. Sul 4-4, solido e potente in risposta Gulbis, del Potro pressato va in affanno e sotto 15-40: la seconda palla break, con dritto in rete dell’argentino, manda Ernests a servire per il secondo set. Il lettone oggi è da applausi sia tecnicamente che mentalmente, e chiude il set tenendo a 15 con ace conclusivo, 6-4 e due set a zero per lui.
All’inizio del terzo parziale Juan Martin sembra accusare il colpo, d’altronde l’avversario lo sta soverchiando in potenza, e non è una faccenda semplice tirare più forte di del Potro. Piovono vincenti sull’argentino ora, sia botte risolutive che drop shot perfetti, prestazione sontuosa di Ernests, che nel terzo game incassa un gravissimo doppio fallo di Juan Martin e brekka ancora, portandosi sul 3-1. Reagisce e riprende a spingere e attaccare bene l’argentino, rimanendo in scia e portandosi sotto 3-4, ma è evidente che l’esito della partita non dipende più da lui. Il regalo che del Potro aspettava da due set e mezzo alla fine arriva, sotto forma di un rovescio e di un dritto semplici affondati in rete dal lettone, che consegna il contro-break e si fa agguantare sul 4-4. Ma immediatamente dopo Ernests spara due risposte e un lungolinea di rovescio da fenomeno, e si prende il 15-40 e due opportunità di allungare ancora, annullate con coraggio da Juan Martin, che dopo altri due vantaggi sale 5-4. Si è letteralmente salvato per il rotto della cuffia in questo frangente. Due game dopo del Potro si fa rimontare da 40-0 fino a palla break contro, annullata col servizio, e arriva al 6-5, ma quanti rischi. Il tie break, conclusione a questo punto ovvia, sta onestamente stretto a Gulbis. Scambio di minibreak in avvio, poi doppio fallo grave di del Potro, e per Ernests è il via verso la vittoria, conquistata con l’ennesimo servizio vincente, 7-3. Tennis scintillante di Gulbis, al di là dei numeri, che sono comunque impressionanti: 60 vincenti a fronte di soli 22 errori, 25 ace, 36 servizi “unreturned”, velocità media della prima di servizio oltre i 200 kmh, il tutto in tre set. Novak Djokovic, anche se lo ha battuto 6 volte su sette, è avvisato.
Come sempre gradevole la conferenza di Gulbis post-partita: “Mi ero praticamente solo allenato prima del torneo, non avevo giocato punti. Ho cercato di prepararmi per i movimenti su erba mettendo le scarpe apposite, e andando su un campo da calcio col mio preparatore a provare i movimenti. Sì, il mio tennis può adattarsi bene a questi campi, avevo già fatto ottimi match qui con Nadal e Berdych. Adesso sto bene fisicamente, erano tanti mesi che avevo un guaio muscolare dopo l’altro, ma è da un mese che colpisco bene la palla. Potrei giocare per altri otto anni, chi lo sa. No, non tengo la barba come portafortuna, sono solo pigro e non me la faccio. Conosco bene Novak, non posso dire che siamo amici perché l’amicizia vera è una faccenda intima, profonda, ma abbiamo un buon rapporto. Certo, contro di lui non avrò nulla da perdere, ma d’altronde non avevo nulla da perdere nemmeno oggi, contro un giocatore così forte. Venendo qui pensavo, chissà se riuscirò a vincere un set in questo torneo, adesso ne ho vinti sei di fila. Quello che ha fatto Jelena Ostapenko? È fantastico, incredibile, per lei e per la Lettonia. Sul problema dei ritiri avvenuti l’altro giorno, penso assolutamente che bisognerebbe implementare anche negli Slam la regola ATP, secondo cui ricevi il prize money del primo turno anche se ti ritiri perché non stai bene. Non avremmo visto Dolgopolov e Klizan in campo, in quel caso, perché sapevano di non poter competere. Ma non sono d’accordo sul ridurre i premi del primo turno, tanti giocatori lavorano duro per quei soldi, che li sostengono per tutta la stagione. Su Tomic, lo conosco, è un bravo ragazzo, solo che a volte non pensa a quello che dice, è troppo diretto, dovrebbe farsi più furbo, ma è un bravo ragazzo“.
[2] N. Djokovic b. A. Pavlasek 6-2 6-2 6-1 (Giovanni Vianello)
Prosegue il cammino di Novak Djokovic a Church Road, con Nole che sconfigge nettamente Adam Pavlasek. Il n.4 del mondo e 2 del seeding era atteso da un test piuttosto facile contro il ceco, n.136 del mondo. Nel primo set Pavlasek si dimostra decisamente poco adatto al palcoscenico odierno. Il ceco mette in mostra un tennis troppo leggero da fondo, ricorrendo talora al dritto in chop e troppo spesso al rovescio in back per arginare la potenza di Djokovic. Il risultato finale è di 6-2 per Nole. Nel secondo set Pavlasek alza un po’ il livello, soprattutto ad inizio set, ma finisce comunque per essere sovrastato dal n.4 del mondo. Il risultato è lo stesso del primo parziale, 6-2. Nel terzo set Pavlasek torna quello della prima frazione, sempre pesante negli spostamenti e quindi poco efficace da fondo. Nole si porta avanti 4-1 con due break e chiude con un altro break, vincendo 6-1. Non molto significativa la prova odierna per Nole, contro un avversario che era ben poca cosa al suo cospetto. Djokovic ora attende in terzo turno il vincente dell’interessante incontro tra del Potro e Gulbis, con il lettone che sembra, in questo torneo, essere tornato piuttosto competitivo.
[13] G. Dimitrov b. M. Baghdatis 6-3 6-2 6-1 (Giacomo Capra)
Un Grigor Dimitrov in grande spolvero si sbarazza con facilità del veterano Marcos Baghdatis, classe ’85 e attuale numero 65 ATP, e accede al terzo turno dei Championships. 7-1 i precedenti a favore del bulgaro, che si era ritirato nel corso del match nell’unico incontro favorevole al cipriota, proprio a Wimbledon nel 2012. Entrambi sono cresciuti tennisticamente alla Tennis Academy di Patrick Mouratoglou. Baghdatis è stato, con Marin Cilic, uno dei primi allievi dell’accademia, quando ancora lavorava per Mouratoglou (il coach di Serena Williams) l’australiano Bob Brett che sarebbe diventato poi il coach di Boris Becker e Goran Ivanisevic (e vari altri, fra cui quel Mario Ancic che a Wimbledon è al fianco di Novak Djokovic). Nel set d’apertura si spezza l’equilibrio sul 4-3 per il bulgaro, quando Baghdatis va sotto 15-40 e cede il servizio con un tentativo di serve & volley fallito. L’avversario non ha problemi nel servire per il set e si porta avanti 1-0. Nel secondo parziale invece il break arriva subito nel primo gioco alla seconda occasione e Dimitrov potrà condurre senza difficoltà le danze fino al 4-2, quando un game di risposta giocato in maniera perfetta gli permetterà di ottenere un secondo break e di chiudere per 6-2 appena dopo. Ci metterà anche la ciliegina sulla torta Grigor, giocando sul set point un sensazionale colpo in controbalzo da dietro la schiena che senza dubbio entrerà nella classifica delle giocate più belle del torneo. Nel terzo parziale il 26enne bulgaro comincia a concedere decisamente di più alla battuta ma Marcos non riesce a sfruttare nemmeno una delle sette palle break ottenute. Al contrario Dimitrov ne sfutta due su due nei primi due game di risposta e mette in discesa anche questo set, che controllerà senza problemi. Chiuderà con un terzo break sul 5-1 concludendo in bellezza con una spettacolare volée in tuffo sul match point. Un Grigor Dimitrov apparso in forma smagliante dà spettacolo e vince in scioltezza lasciando le briciole all’avversario. Troverà al terzo turno Dudi Sela.
D. Sela b. [23] J. Isner 6-7(5) 7-6(5) 5-7 7-6(5) 6-3
Dudi Sela, 175 centimetri di tennis elegante e posato, ha dovuto affrontare 59 volte avversari più altri del metro e 95. Ne è uscito vincitore 25 volte, che non è affatto una cattiva media per chi una volta si è sentito in dovere di prendere in prestito una sedia per abbracciare Ivo Karlovic. Questa volta dopo aver sconfitto tra lo stupore generale la 23esima testa di serie del seeding John Isner (208 centimetri) si è limitato a sorriderne – senza parsimonia – e a gioire assieme al pubblico che progressivamente si ero convinto a sponsorizzare la sua causa. Il tie-break del quarto set, terzo dell’incontro, Dudi lo ha vinto con una fermezza d’intenzioni che ha colto di sorpresa persino Isner, uno parecchio abituato a veleggiare nel territorio del jeu décisif. E se qualcuno aveva ipotizzato un ultimo parziale infinito, magari associando il nome di Isner al quinto set su un campo periferico di Wimbledon, Dudi Sela ha smentito tutti prendendosi l’incontro nonostante una clamorosa sproporzione di ace tra i due giocatori (45-5 in favore dello statunitense). Da fondocampo in realtà l’israeliano è stato più costante nell’arco della partita, decisamente superiore sulla diagonale di rovescio ma soprattutto nella contesa a rete: Isner ha finito per soccombere perché il 55% di realizzazione con i colpi di volo non si è rivelato sufficiente. La chiave? Le volée basse a cui il piccolo Dudi l’ha costretto sin dall’inizio delle ostilità, sfoggiando passanti a volte più rapidi a volte con meno inerzia, ma sempre irrimediabilmente indirizzati nella zona più prossima al net. Il numero 90 delle classifiche (lunedì potrebbe rientrare tra i primi 75) accede così al terzo turno dove incontrerà un Grigor Dimitrov in grande spolvero. Vincere significherebbe eguagliare gli ottavi del 2009, ma il pronostico sembra abbastanza chiuso. Difficile, quasi impossibile. Ma nel tennis hai visto mai…
[15] G. Monfils b. K. Edmund 7-6(1) 6-4 6-4 (Michele Trabace)
Il programma odierno sul Centrale di Wimbledon si è aperto con la vittoria in tre set di Gael Monfils, numero 15 del seeding, contro il tennista di casa Kyle Edmund, numero 50 del mondo. Il numero 2 di Francia è riuscito a contenere bene nel primo set vincendolo al tie-break. Edmund, dal canto suo, ha provato a spingere e ad essere aggressivo fin dall’inizio sbagliando troppo nel momento decisivo del set. Nei due parziali successivi le energie sono andate a scemare, permettendo a Gael di prendere il sopravvento con un doppio 6-4. Rimane la notizia positiva per il britannico di essere riuscito a superare un turno qui sui prati di Church Road alla quinta partecipazione dal 2013, e adesso che inizierà una fase della stagione più congeniale alla crescita e alle caratteristiche del tennista ventiduenne. Dall’altra parte della rete Monfils, dopo aver raggiunto la prima finale su erba a Eastbourne settimana scorsa, avanza nel torneo anche se la condizione fisica non sembra essere proprio al top, ma riesce ad eguagliare il risultato di terzo turno raggiunto in altre cinque occasioni (purtroppo per lui mai superato in precedenza, su quella che è la superficie dove si trova meno a suo agio).
Primo set di grande equilibrio, il servizio indirizza i game e quando questo non avviene ci sono potenti colpi da fondocampo a determinare i punti. Entrambi però devono fronteggiare un momento di difficoltà nella prima partita: Edmund nel sesto gioco annulla una palla break, mentre il francese nel nono game è costretto ad annullarne ben tre, risolvendo il gioco grazie ad un gran rovescio lungolinea. È dunque il tie-break a determinare il primo set, con Monfils che lo porta a casa nettamente per 7 punti a 1. Il tennista nativo di Parigi sembra crescere di livello, offre il consueto spettacolo fatto di no look e drop shot vincente in risposta come nel terzo game, quando strappa il servizio al suo avversario alla quarta occasione mettendolo alle corde; Edmund sembra in difficoltà, ma ne viene fuori con un parziale di 12 punti a 3 che riportano in parità il set. Il numero 14 ATP, sornione, nel nono gioco approfitta però di un momento di sbandamento del suo avversario, che sbaglia 4 dritti nel game e da nuovamente linfa a Monfils, il quale grazie a questo break si aggiudica anche il secondo set per 6-4 facendo a sua volta un parziale di 12 punti a 2. Il match pare indirizzato, Gael si concentra più sul far divertire il pubblico provando uno smash in salto che però alla fine del secondo game gli costerà il break. Edmund sale 3 a 0 provando a riaprire il confronto, ma non c’è nulla da fare perché Monfils è implacabile nel recuperare il break e poi operare il sorpasso con un rovescio lungolinea che lo porto sul 5 a 3. Un gioco interlocutorio vinto dal britannico, prima di servire per il match da parte del campione junior del 2004: a zero tiene il servizio staccando quindi il pass per il terzo turno, dove sulla sua strada troverà il vincente della sfida tra Mannarino e Sugita, provando cosi a raggiungere gli ottavi di finale mai ottenuti in carriera.
Risultati:
D. Ferrer b. S. Darcis 3-0 rit.
D. Sela b. [23] J. Isner 6-7(5) 7-6(5) 5-7 7-6(5) 6-3
[13] G. Dimitrov b. M. Baghdatis 6-3 6-2 6-1
[27] M. Zverev b. M. Kukushkin 6-1 6-2 2-6 3-6 6-4
[2] N. Djokovic b. A. Pavlasek 6-2 6-2 6-1
[15] G. Monfils b. K. Edmund 7-6(1) 6-4 6-4
[PR] E. Gulbis b. [29] J.M. del Potro 6-4 6-4 7-6(3)
A. Mannarino b. Y. Sugita 6-1 5-7 4-6 7-6(2) 6-2
[8] D. Thiem b. G. Simon 5-7 6-4 6-2 6-4
[11] T. Berdych b. R. Harrison 6-4 6-3 6-7(8) 6-3
[25] A. Ramos-Vinolas b. [Q] A. Rublev 7-5 6-7(6) 4-6 6-3 6-4
J. Donaldson b. [32] P. Lorenzi 6-4 7-6(0) 6-7(0) 6-2
[6] M. Raonic vs M. Youzhny 3-6 7-6(7) 6-4 7-5
[3] R. Federer b. D. Lajovic 7-6(0) 6-3 6-2
[10] A. Zverev b. F. Tiafoe 6-3 6-4 6-3
[Q] S. Ofner b. [17] J. Sock 6-3 6-4 3-6 2-6 6-2
Wimbledon: Federer fatica solo un set, avanti Raonic e Zverev
Wimbledon, italiani: Lorenzi lotta ma non basta, passa Donaldson
Wimbledon: Pliskova fallisce. Aga si salva, Mladenovic no