“Scusa caro, ma dov’è finita la coppa del Queen’s?”.”Ah, già. Non ti ho detto che me ne sono liberato, insieme a tutti gli altri trofei. Stavano là a prendere polvere e a occupare spazio”. Dev’essere andata più o meno così fra Andy Roddick e sua moglie Brooklyn Decker, quando l’ex campione le ha rivelato di essersi disfatto di tutti i suoi trofei. Tranne uno, il più importante. L’unico major vinto dallo statunitense, lo Us Open 2003. Che troneggia mestamente su uno scaffale di una libreria, un volume a fagli da base. Neanche fosse stato vinto a una gara di bocce organizzata in vacanza.
Cosa sarà passato per la mente dell’ultimo americano a toccare il vertice delle classifiche mondiali (in ambito maschile, sia detto, altrimenti si arrabbia un altro Andy, quello scozzese)? Perché buttare i rimanenti 31 allori, molti dei quali ambitissimi e tanto “pesanti” da potergli aprire le porte della Hall of Fame?
La sua consorte, intervistata da People.com, ne dà un’interpretazione filosofica: “non siamo ciò che possediamo”. O se vogliamo declinarla in senso sportivo, i trofei materiali non definiscono la dimensione di un campione. Al contempo, Brooklyn ha ammesso di essere rimasta un po’ sorpresa quando lo ha scoperto.
Ora, molto probabilmente, il popolo dei social si dividerà fra chi apprezzerà il gesto, portandolo a esempio della capacità di relativizzare anche i più grandi successi. E chi invece ne vedrà solo le “orride” mire pubblicitarie. Un ex campione, che mentre spegne l’occhio di bue puntato sulla sua bacheca vuota vede accendersi i riflettori virtuali della rete, tornando a godere di quella popolarità scemata man mano da quella standing ovation tributatagli dall’Arthur Ashe, nel suo ultimo incontro nello slam casalingo. L’avversario era Juan Martin del Potro, altro ex vincitore del torneo newyorchese.
C’è anche un altro partito, non sappiamo quanto corposo, al quale modestamente ci sentiamo di iscriverci. Quello di chi vorrebbe farsi un’idea sull’accaduto. Chiedendolo, appena possibile, al diretto interessato.
Andrea Ciocci