Ancora una volta è Jamie Murray a prendere Gran Bretagna e famiglia sulle spalle, in questo 2017 tennistico piuttosto deludente per il fratellino Andy. Così come al Queen’s, il 31enne di Dunblane ha portato a casa un successo british su erba anche a Wimbledon, stavolta in doppio misto, per la gioia dei supporter di casa. In quella che per forza di cose è stata la giornata di Roger Federer e della Svizzera, “l’altra metà della mela” non poteva essere che Martina Hingis. La 36enne è ormai avvezza a successi in ogni specialità, ma non per questo è meno affamata di un tempo: ventitreesimo titolo Slam, sesto in doppio misto, il quinto negli ultimi 3 anni, il primo in assoluto in coppia con un… non indiano! Dopo il successo del 2006 a Melbourne in coppia con Mahesh Bhupathi, gli altri 4 più recenti sono tutti arrivati in cooperazione con la vecchia roccia Leander Paes (oggi 44enne).
Per Murray si tratta invece del secondo successo Slam in doppio misto, a 10 anni esatti dal Wimbledon del 2007 conquistato al fianco di Jelena Jankovic. Quel risultato fu una sorpresa assoluta, dato che Jamie e Jelena si conobbero a un party a Miami, con lei del tutto ignara che anche lui giocasse a tennis, e la decisione di affrontare insieme i Championships non venne presa che il giorno precedente al primo incontro. Per il maggiore dei Murray si trattava del primo anno nel tour e del primo doppio misto giocato in carriera. Il trionfo di ieri, al contrario, era ampiamente pronosticabile: da teste di serie numero 1, Hingis e Murray hanno dominato ognuno dei cinque incontri disputati, vincendo sempre in due agevoli set e non sforando mai l’ora e un quarto di gioco. L’ultima e decisiva vittoria è arrivata contro un’altra coppia al 50% britannica, quella campione in carica composta da Heather Watson e da Henri Kontinen. Il finlandese ha appena perso la corona di numero 1 di doppio in favore di Marcelo Melo, vincitore il giorno precedente qui a Wimbledon.
Nonostante le grandi qualità individuali di quella e di numerose altre coppie in tabellone, l’alchimia vincente la hanno trovata soltanto loro. Una conferenza stampa illuminata da sorrisi e inaspettata complicità lo ha dimostrato appieno. “È facile giocare con Martina” ha detto Murray, “è sempre allegra e contenta. Si occupa alla perfezione della sua metà del campo, cosa che mi rende il lavoro molto più semplice.” Il merito di questa allegria però viene attribuito proprio a Jamie: “È stato lui a tirarmi su di morale un paio di volte, quando non riuscivo a mettere in campo la risposta sul servizio dell’avversario uomo. Sono una perfezionista, volevo dargli la possibilità di giocare il punto… Poi lui mi ha fatto l’occhiolino ed ecco qua, tutto risolto! È stato bello rilassarsi e allentare la tensione, le poche volte che le cose non andavano come volevamo.”
Murray ha confessato che avrebbe risposto negativamente a chiunque altro, ma a Hingis non si poteva dire altro che un Sì. Lo confessa lei stessa, in una risata: “Non sono abituata a sentire molti No, non la accetto molto volentieri come risposta. Ma avrei capito se avesse voluto concentrarsi sul doppio maschile, anche perché Wimbledon è l’unico Slam che lo gioca ancora tre set su cinque.” Di giocare altri tornei insieme, i due non hanno ancora parlato. La testa era tutta alla cena di gala che conclude i Championships e del resto, da qui agli US Open c’è tempo. Il doppio misto è una specialità rara nel tennis di oggi, tanto è vero che i punti ottenuti nella specialità non contano ai fini di nessun ranking ATP o WTA. Tutte cose che di certo non faranno altro che rendere il successo più speciale, in ogni caso.
Risultato:
[1] J. Murray/M. Hingis b. H. Kontinen/H. Watson 6-4 6-4