[8] D. Ferrer b. A. Dolgopolov 6-4 6-4
Archiviata, o quasi, la stagione dei prati, e in attesa dell’estate rovente sul cemento nordamericano, è di nuovo tempo di tennis sul rosso. Questa settimana, per la gioia degli specialisti del mattone tritato, il circus ha fatto tappa a Umago e Bastad con due manifestazioni di buona tradizione. Nella piccola cittadina della Svezia meridionale, in particolare, si è disputata l’edizione numero settanta degli Internazionali di Svezia – ora SkiStar Swedish Open – un torneo premiato quale miglior ATP 250 per ben undici anni di fila tra il 2002 e il 2013 che può vantare un albo d’oro di tutto rispetto e anche qualche hurrà per i tennisti azzurri. Campione uscente è lo spagnolo Albert Ramos, quest’anno stoppato prematuramente dal connazionale Fernando Verdasco, a sua volta estromesso da David Ferrer in uno spicchio di tabellone monopolizzato, come spesso accade, da tennisti di lingua spagnola. A giocarsi oggi il titolo sono proprio il redivivo Ferrer, trentacinque anni e 26 titoli in bacheca di cui due proprio qui a Bastad, e l’ucraino Alexandr Dolgopolov, 7 anni in meno all’anagrafe e una quarantina di posizioni di ritardo nel ranking mondiale. Non si tratta di un incontro inedito, il bilancio recita infatti un consuntivo di 9 vittorie a 4 per il più esperto giocatore spagnolo ma è Dolgopolov ad essersi imposto nell’ultimo confronto sulla terra di Rio de Janeiro non più tardi dello scorso febbraio.
Si parte con il nativo di Kiev al servizio con un vento fastidioso che sferza il campo di gioco. Sono necessari ben 16 minuti per mandare a referto i primi due combattutissimi giochi, faticosamente incamerati dal giocatore alla battuta nonostante siano svariate le occasioni per rompere l’equilibrio e sciupate dal ribattitore di turno. Il parziale segue senza troppi sussulti l’ordine dei servizi fino a quando, sul delicato punteggio di 4 giochi pari, due passanti di buona fattura giocati da Ferrer e un diritto depositato a metà rete dall’ucraino indirizzano l’esito del game. Break, dunque, e primo allungo di giornata per lo spagnolo che può così apprestarsi a servire per il set. Al cambio di cambo ‘Ferru’ non trema e con autorità incamera la prima partita chiusa col punteggio di 6 giochi a 4.
Il match si articola secondo il cliché previsto, dove alle fantasiose variazioni sciorinate dal tennista ucraino si contrappone la consueta solidità di Ferrer, un martello. Ancora una volta è Dolgopolov che prova a far corsa di testa nel parziale ma, con lo score che recita un gioco per parte, è l’iberico a strappare per primo il servizio all’avversario. Imbrigliato nella ragnatela abilmente tessuta dall’ex numero 3 al mondo, per Dolgopolov è via via più complicato incidere con i colpi di rimbalzo col risultato che il numero degli errori gratuiti sale, al pari della frustrazione, vertiginosamente. Ferrer, non è certo una novità, non concede nulla, con una lunghezza di palla nello scambio tale da rendere pressoché impossibile il contrattacco avversario. Indietro di un set e di un break l’ucraino, il cui linguaggio del corpo adesso è tutto un programma, di fatto esce dal campo, tanto che in una manciata di minuti di tennis non giocato per Ferrer è già tempo di servire per il titolo. Partita in ghiaccio? Non ancora, perché l’ucraino, ormai sul cornicione, si inventa un fenomenale gioco di risposta che gli consente di recuperare uno dei due break di ritardo e ne risveglia la carica agonistica. Dolgopolov, rinfrancato, accorcia fino al punteggio di 4 a 5 complice anche un pizzico di comprensibile tensione da parte dello spagnolo, cancellando qua e là anche la bellezza di 6 match point. Il settimo, tuttavia, è quello buono e ventuno lunghi mesi dopo il valenciano può tornare ad alzare le braccia al cielo. Per lui, terzo titolo a Bastad dopo i successi del 2007 e del 2012 e ventisettesimo della carriera.
In definitiva una finale tecnicamente non eccelsa, spaccata in due dal lungo passaggio a vuoto dell’ucraino – al solito croce e delizia – a cavallo dei set e divenuta entusiasmante solo sul finire, grazie alla rimonta quasi ultimata da un Dolgopolov a tutto braccio e alla voglia di tornare al successo di un inossidabile Ferrer, da domani di nuovo a ridosso della Top 30. Che dire, bentornato ‘Ferru’.