[7] G. Dimitrov b. J.M del Potro 6-3 7-5 (Antonio Ortu)
In apertura di programma sul centrale di Cincinnati, per Grigor Dimitrov (t.d.s. 7) è arrivata la prima vittoria in carriera contro Juan Martin del Potro, in due set, annullando tre set point nel secondo set. Il bulgaro sembra essere il primo candidato per occupare un posto nella finale di domenica, vista la concorrenza nella parte passa del main draw. Entrambi hanno giocato semifinali qui in Ohio: Dimitrov l’anno passato, mentre del Potro ne ha giocate due, nel 2012 e nel 2013, anno della sua ultima partecipazione al Western & Southern Open. I precedenti erano tutti dalla parte del campione dello US Open 2009, 5 a 0, l’ultimo a Roma qualche mese fa. I due, compagni di doppio (settimana scorsa sconfitti al secondo turno di Montreal dai gemelli Bryan) e buoni amici, fanno il loro ingresso in un Campo Centrale per nulla affollato, singolare per un match che si presenta come il più interessante del day 4.
Come nel primo turno contro Berdych, delPo parte in maniera lenta e Dimitrov ne approfitta per lasciare andare il dritto e pendere in mano le redini del primo set. In vantaggio di un break, 3-0, il bulgaro vince due turni di battuta delicati sfruttando delle buone prime e un del Potro scarico soprattutto sul lato sinistro, come è solito. Al servizio per il set, Grigor annulla con un dritto vincente una palla break al termine di un punto ad alta tensione. Molto centrato, chiude due punti dopo il parziale, 6-3 in 40 minuti. Per l’argentino è il terzo set perso in carriera contro Dimitrov (gli altri due a Bercy 2013 e quest’anno a Roma), curiosamente tutti ceduti per 6 giochi a 3.
Il secondo parziale ha inizio sotto un cielo che non promette nulla di buono. Ed ecco che roboante come un tuono, si risveglia il dritto della Torre di Tandil, con cui nel secondo gioco strappa il servizio al bulgaro. In pochi minuti sale 4-1 e c’è poco da fare per Dimitrov, che si vede trafiggere anche da una botta degna del miglior del Potro a 141 km/h. Ma la tempesta passa subito: Grigor ritrova la prima e l’argentino cala in maniera abbastanza chiara, anche fisicamente. Con un passante di dritto in allungo Dimitrov rimette il parziale on serve. Tuttavia due giochi dopo Juan Martin si guadagna tre set point sul 5-4, ma il servizio e il dritto del bulgaro fanno la differenza: 5-5, miglior game del match per lui. Un po’ troppo passivo del Potro, che accusa giramenti di testa sul 15-30, per un probabile colpo di calore, causato dal caldo dell’Ohio. Annulla stoicamente due palle break con la battuta, ma con un passante di rovescio, Grigor piazza il break decisivo. A nulla serve l’ingresso del medico per l’argentino e il suo sforzo nel game successivo. Dimitrov mette fine all’incontro in 1 ora e 39 minuti e accoglie infine in un bell’abbraccio il suo avversario e amico. Strappa così un biglietto per i quarti, dove troverà il giapponese Sugita in un tabellone molto favorevole per lui.
D. Ferrer b. [11] P. Carreno Busta 6-4 6-4 (Niccolò Ludovici)
‘Derby’ iberico con il lutto al braccio, quello andato in scena oggi sul campo numero del Western &Southern Open di Cincinnati. Un nuovo, terribile attentato terroristico ha infatti colpito la splendida Barcellona, circa alle 17:30, quando un furgone guidato da un folle, ha investito un gruppo di inermi cittadini a passeggio per le celebri Ramblas del capoluogo catalano, uccidendone almeno 12, e ferendone qualche decina. Ed è un ‘derby’ amaro, soprattutto perché Pablo Carreno-Busta, nativo di Gijòn, Asturie, risiede appunto a Barcellona.
Non è lecito sapere se lo stesso sia al corrente dei tragici eventi verificatisi oggi nella sua attuale città di residenza, fatto sta che quello visto oggi, è stato un Pablo Carreno-Busta soltanto lontano parente di quello vistosi fino a questo punto della stagione. Falloso, disordinato, e soprattutto (cosa ancor più grave, in chiave d’interpretazione tattica del match) poco incline ad imprimere variazioni e ad eseguire quelle palle corte che sono pienamente nelle sue corde. Il desolante bilancio di ‘drop shots’ farà segnare la cifra 0 di fianco al nome del giocatore asturiano, quest’oggi.
Il primo set scivola via rapido con Carreno-Busta che subisce un break a freddo sul proprio turno di servizio. Lo recupera prontamente, ma da lì è ‘one man show’ per il suo più anziano ed esperto rivale, che amministra comodamente il vantaggio ottenuto, e chiude senza far nulla che possa lecitamente far gridare al miracolo, per 6-4.
Stesso copione e identico punteggio nel secondo parziale, con un Carreno-Busta che cerca di aggrapparsi al suo brillante rovescio bimane sia nei colpi incrociati che (soprattutto) in quelli lungolinea, ma raccoglie né più né meno di quanto ottenuto nel primo set.
Dall’altra parte della rete, c’è invece un David Ferrer che, nonostante gli anni e qualche recente acciacco di troppo, macina il solito tennis ‘di quantità’, riuscendo addirittura a mostrarsi stranamente più propositivo del solito a rete. E’ suo il break ottenuto nel quarto gioco, allorquando Carreno-Busta commette un errore di rovescio tutto sommato evitabile, sul 30-40.
Un vero peccato per il giovane di Gijòn, un altro di quei tennisti accorso a (ri)dare smalto a una nazione quale la Spagna, che, per quanto ancora competitiva, non potrà continuare a contare per molti anni a venire su Rafael Nadal, oltre che sui vari Verdasco, Feliciano Lopez, e (appunto) David Ferrer, e alla quale occorre disperatamente un ricambio generazionale per riconfermarsi tra le grandi del tennis odierno.
[3] D. Thiem b. A. Mannarino 7-6(4) 7-6(4) (Antonio Ortu)
Dominic Thiem piega con due tie-break la resistenza di Adrian Mannarino, per raggiungere il suo quarto di finale numero quattro nei Masters 1000 quest’anno. Eguaglia così il suo miglior risultato in Ohio, centrato l’anno passato. Non è stata una passeggiata per l’austriaco, testa di serie numero 3, nonostante le quattro vittorie nei quattro precedenti. Infatti Mannarino veniva da un record di 14-5 negli ultimi 40 giorni e una vittoria significativa centrata ieri contro Sam Querrey.
Nel primo set succede un po’ di tutto. Thiem parte col piede giusto, ma non si gioca a dovere tre palle break nel primo gioco e di rimbalzo cede la battuta subito dopo con una serie di gratuiti. Per sua fortuna si riprende subito, cercando di alzare le traiettoria dei suoi colpi, in modo da allontanare Mannarino dalla linea di fondo e trovare più facilmente il vincente. Nel settimo gioco arriva, come previsto, un forte e lungo acquazzone, che manda tutti negli spogliatoi. Dopo 2 ore e 20 di interruzione, il match riparte dal 3-3 15-15. I due gestiscono meglio il servizio rispetto ai primi giochi. E’ l’austriaco che commette i primi gratuiti gravi sul 4-5 e Adrian si guadagna due set point. Con personalità Thiem li cancella entrambi, impatta 5-5 e nel gioco successivo trova un break che lo manda al servizio per il set. Mannarino non demorde, si porta sul 30-40 e sfrutta un doppio fallo di Thiem per agguantare il tie-break. Il giovane numero 8 del mondo vince 5 punti di fila dall’1-3, compresa una stop volley di dritto che fa girare l’inerzia a suo favore. Poi con un ace, Dominic archivia in 1 ora e 16 il primo parziale.
Per la testa di serie n. 3 un set imperfetto, in alcune fasi è mancato sia controllo dei colpi da fondo e soprattutto il cinismo necessario contro un giocatore atipico come il transalpino. Tuttavia a inizio secondo set Thiem sfonda più volte il muro di Mannarino e trova un allungo con break che sembrerebbe decisivo. Ma i suoi turni non filano via così facilmente, sbaglia colpi abbastanza semplici in avanzamento e il francese sfrutta un game ricco di gratuiti da parte di Dominic per piazzare il controbreak. Entrambi sfruttano la battuta nei game successivi, concedendo poco o nulla al ribattitore. Il tie-break è dietro l’angolo: è Thiem il primo a mettere il naso avanti, ma Adrain recupera subito lo svantaggio con la risposta di dritto. Un altro suo non forzato e due vincenti di ottima fattura, offrono al giovane top 10 quattro match point e Thiem si guadagna così un posto nei quarti di finale dopo 2 ore e 10 minuti: troverà David Ferrer. Nel complesso per lui è stata una prova a malapena sufficiente, come dimostrano i 45 errori non forzati. Considerando l’avversario, era un dato pronosticabile e dopo tutto Dominic è stato bravo a giocare due tie-break di livello per superare un test insidioso.
Gli altri incontri
La pioggia non ha permesso il completamento del programma. Nadal non è riuscito a scendere in campo – lo farà venerdì attorno alle 19, secondo incontro sul centrale – e l’incontro Kyrgios-Karlovic è durato appena sette game più interruzioni, prima delle decisione di sospendere definitivamente. Nel pomeriggio si erano disputati i tre ottavi meno nobili: la ghiotta occasione di qualificarsi per i quarti di finale di un Masters 1000 è stata colta da Sugita, Donaldson e un incredibile Ferrer. Il giapponese ha scientemente deciso di prendersi la notorietà in patria, facendo dimenticare l’infortunato Nishikori, e ne ha eguagliato il miglior risultato del 2017 a livello 1000. Lo ha fatto migliorando gli ottavi raggiunti lo scorso anno e domando un Khachanov falloso oltre ogni limite. Dopo aver vinto il tiebreak del primo set il russo ha sostanzialmente perso di vista il campo, chiudendo la partita con oltre cinquanta errori non forzati. Lucido e performante a servizio, Sugita ha ringraziato e andrà a sfidare Dimitrov. Più regolare la vittoria di Donaldson, adesso vicinissimo a entrare in top 50. Lo statunitense dimostra una formazione non propriamente “States“: un buon rovescio, forse il suo colpo più sicuro, e discrete geometrie. Sarà un regalo del tabellone ma intanto è tra i migliori 8 a Cincinnati: prendere e portare a casa, è legna preziosissima. Che dire invece di David Ferrer. Quando un giocatore di 35 anni, riemerso da un periodo che sembrava condannarlo prima all’anonimato e quindi al ritiro, rifila una lezione di praticità a uno dei sue possibili eredi in patria (9 anni di meno) forse è il caso di dimenticare per un attimo quei talenti luccicanti che ti fanno vincere gli Slam e ricordarsi dove lo sport può vincere. E vince nell’umiltà di essere ancora lì a giocare il colpo più efficace, quello più pratico. Carreno è convalescente, vero, ma imparerà molto da questa sconfitta. Isner rifila il solito “trattamento Isner” all’avversario di turno, Francis Tiafoe. Il rampante giustiziere di Zverev gioca anche benino ma quando vai a pizzicare Long John nel territorio dei “set che si decidono a sette” o hai solidi argomenti da offrire, o vince lui.
Risultati:
[7] G. Dimitrov b. J.M del Potro 6-3 7-5
D. Ferrer b. [11] P. Carreno Busta 6-4 6-4
Y. Sugita b. K. Khachanov 6-7(0) 6-3 6-3
[WC] J. Donaldson b. N. Basilashvili 6-4 7-6(4)
[14] J. Isner b. [WC] F. Tiafoe 7-6(4) 7-5
[3] D. Thiem b. A. Mannarino 7-6(4) 7-6(4)
N. Kyrgios vs I. Karlovic 3-4 sospesa per pioggia
[1] R. Nadal vs A. Ramos-Vinolas rinviata