Federer perfetto, trova l’eroe del Potro
Cosa hai pensato quando hai vinto e hai finalmente alzato le mani al cielo?
Molte cose. Ho giocato uno degli incontri epici della mia carriera qui allo US Open, che è il mio torneo preferito, davanti a un grande pubblico. Ero esausto dopo l’ultimo punto. Ecco cosa ho voluto dire alzando le mani al cielo. Ma sono così felice di avercela fatta. Ho giocato una partita incredibile contro uno dei più forti del circuito.
Tutti oggi tifavano per te. Perché secondo te sei così amato?
Oggi il pubblico è stato decisivo, perché nel secondo set pensavo di mollare. Poi ho visto che il pubblico voleva altro tennis, il mio diritto, i miei servizi. Ho assorbito la sua energia per cercare di lottare per cambiare il corso della partita e non pensare più al ritiro. Ho iniziato a divertirmi un po’ di più e, dopo il terzo set, a fare tutte le cose giuste. La folla si è goduta con me ogni singolo punto. Un’atmosfera incredibile. Non so perché mi amino. Credo che apprezzino il mio sforzo di tornare a giocare. Sanno cosa ho dovuto passare per via del polso. Amano la gente che non molla mai e cerca di giocare a tennis. Si vede che il mio rovescio non è ancora a posto ma ci sto provando. E alla gente penso che tutto ciò piaccia.
Uno dei tuoi più grandi ammiratori è Roger Federer e ora devi affrontarlo. Il momento apicale della tua vita fu nel match contro di lui. Cosa pensi del match che vi attende?
Anche io lo ammiro. Tutti lo amano. Sarà un match interessante da disputare. Ancora sul centrale dopo otto anni dall’ultima volta. So come devo giocare se voglio vincere ma devo vedere come starò fisicamente dopo questa battaglia. Ma è sempre bello affrontare il più grande di tutti i tempi.
Sei stato vicino al ritiro. Come pensi di recuperare?
A metà del secondo set ho pensato di farlo perché non riuscivo a respirare e a muovermi bene. Dominic mi stava dominando con facilità. Ma poi all’inizio del terzo set gli ho tolto il servizio subito e ho vinto in venti minuti il parziale. Poi la storia è cambiata molto. Ho iniziato a guardare il pubblico. Ho tratto energia dai tifosi. Alla fine facevo solo quello: combattevo. Dal terzo al quinto set non ho mollato un solo punto. Ero pronto a vincere la partita.
A dispetto della tua imponenza, del grande diritto e del gioco potente, non sei uno che intimidisce. Sembri un gigante gentile. Pensi che questo ti aiuti a conquistare la gente?
Sì, forse. So che alla gente piace quando picchio forte con il diritto. Si alza in piedi quando faccio dei vincenti. Mi piace farlo. Ma non succede spesso. Quando sono in confidenza so di poter essere pericoloso per tutti.