da Parigi, i nostri inviati
Alla fine la rincorsa di Juan Martin del Potro si è arenata a un solo passo dal traguardo. Addirittura ai piedi della top 100 nella Race to London dopo il Masters 1000 di Madrid – era numero 95 – l’argentino si è prodotto in una lunga rimonta che ha subito un’impennata con la semifinale raggiunta all’US Open, dopo la quale ha infilato un’altra semifinale a Shanghai, la vittoria a Stoccolma e la finale a Basilea. È arrivato a Bercy da numero 13 (virtualmente 11 perché davanti aveva Wawrinka e Djokovic) e con la necessità di centrare la semifinale per qualificarsi. Si è fermato invece ai quarti, a soli 20 punti dall’ottavo posto di Carreno Busta, contro un John Isner implacabile. Lo statunitense ora può toccare con mano una qualificazione che appena cinque giorni fa sembrava impossibile: deve vincere il torneo, ma in semifinale c’è un ostacolo non insormontabile che risponde al nome di Filip Krajinovic.
Nonostante possa sembrare una doccia fredda per il gigante di Tandil, il suo umore a incontro concluso non è sembrato dei più neri. Delpo non aveva in programma la conferenza stampa post-partita ed è stato raggiunto dai nostri inviati in zona mista, dove ha confermato di essere arrivato a questo incontro con la spia della riserva pericolosamente accesa. “John è stato fortunato in un alcuni momenti del match, io ho mancato tre-quattro occasioni e ho quindi ho perso. Sono esausto, ma ho fatto tutto il possibile. Non ho niente da rimproverarmi. Oggi ho giocato tre set senza gambe e senza energie, ma sono rimasto in campo con l’obiettivo di vincere l’incontro. Penso sia stato uno degli sforzi maggiori dal mio rientro in campo, adesso è tempo di ritornare a casa e godersi le vacanze. Londra? No no, torno a casa“. Il riferimento è ovviamente alla possibilità che Rafa Nadal decida di non presentarsi a Londra liberando così un posto, che attualmente andrebbe proprio all’argentino (primo degli esclusi).
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Juan Martin ha pronunciato queste parole con il sorriso sulle labbra, senza il peso di aver mancato l’occasione di partecipare per la quinta volta alle Finals (l’ultima volta nel 2013, miglior risultato la finale del 2009). La sensazione è che dopo lo sforzo profuso l’argentino avesse davvero esaurito le energie e anche in caso di qualificazione non sarebbe riuscito a giocarsi al meglio le sue carte. Non che la sua presenza, pur in precarie condizioni fisiche, avrebbe scombinato troppo l’equilibrio del parterre. La situazione dei qualificati per Londra non è la migliore immaginabile: Federer è il logico favorito ma per presentarsi al meglio ha dovuto saltare Bercy, Nadal si è ritirato in Francia e ha messo addirittura in dubbio la sua presenza all’02 Arena e Thiem sta faticando tremendamente sul cemento. Se poi dovesse spuntarla Carreno Busta per l’ottavo e ultimo posto non si accoglierebbe certo il più in forma della truppa. Tanto che le chance di Dimitrov, Cilic e Goffin, che bene o male si reggono in piedi più degli altri, potrebbero dover essere rivalutate al rialzo.