Djokovic chiama Stepanek come coach (Federica Cocchi, Gazzetta dello Sport)
La voce era circolata qualche mese fa, adesso sembra proprio che Radek Stepanek, ufficialmente ritirato dal tennis giocato, entrerà a far parte del team di Djokovic come tecnico. Il ceco e Nole sono grandi amici e da anni c’è tra di loro anche una stima professionale. Non c’è ancora una conferma da parte dell’entourage del serbo e nemmeno da parte del probabile tecnico che non andrebbe tuttavia a sostituire la figura del super coach Andre Agassi. L’ex numero uno americano infatti, avrebbe dato la sua disponibilità per seguire Nole durante gli Slam ma non per il resto degli eventi in calendario.
A quel punto sarebbe Stepanek la guida tecnica del serbo fermo da Wimbledon per l’infortunio al gomito destro. «Ho il massimo rispetto e ammirazione per Radek — aveva detto Nole dopo il loro ultimo match quest’anno nei quarti a Doha —. Non smette di lottare nonostante l’età cominci a farsi sentire». I due si sono affrontatati 14 volte in carriera e soltanto in un’occasione il ceco è riuscito a superare il probabile «allievo». Di Nole, l’esperto Stepanek aveva avuto una fantastica impressione fin dai primi incontri, oltre 10 anni fa. «Quando giocai contro di lui a Rotterdam nel 2006 — ha raccontato Radek — vinsi al tie-break del terzo set e poi conquistai anche il torneo. Dopo quel match dissi al mio preparatore che quel ragazzo un giorno sarebbe diventato il numero uno al mondo. Dopo la partita Novak pianse, vidi nei suoi occhi quanta voglia di vincere avesse. II tempo mi ha dato ragione, lui è attento a ogni dettaglio, molto meticoloso, penso che sia il giocatore perfetto».
A dicembre dell’anno scorso Djokovic aveva Agassi, 47 anni, con Djokovic interrotto il rapporto di collaborazione con Boris Becker, insieme al quale aveva centrato sei Slam compreso il Roland Garros, l’unico che mancava alla sua collezione. «Vincere non è più la mia priorità» aveva detto Nole dopo una intensa frequentazione con l’ex tennista spagnolo poi diventato «guru» Pepe Imaz, e la cosa aveva non poco indispettito Bum Bum. A maggio di quest’anno Djokovic aveva poi completato l’opera licenziando il suo intero staff, compreso Marian Vajda, il tecnico che per lui è stato quasi un padre. Subito dopo ha assunto Andre Agassi che ha dato la disponibilità solo «part time (…)
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Truffa edilizia, Sharapova nei guai (Raimondo Bultrini, La Repubblica)
Nel bel disegno del website ufficiale la torre avveniristica chiamata Ace (Asso), svetta coi suoi 168 metri sulla Delhi della periferia In” di Gurgaon. Oltre agli appartamenti da 700mila euro in prevendita, club Vip, eliporto e una grande fontana danzante nel parco, il fiore all’occhiello del complesso immobiliare è un’Accademia di tennis per residenti chiamata Ballett Sharapova, dal cognome della cinque volte campionessa russa del Grande Slam, Maria Yuryevna. Tutto bellissimo se non si trattasse, come pare, di una grossa truffa della quale la celebre atleta trentenne è stata quantomeno una incauta complice. La polizia è giunta alla conclusione che Maria sia in realtà qualcosa di più, non solo parte del raggiro, ma della stessa “cospirazione criminale” — parole della denuncia — per pre-vendere il maggior numero di appartamenti del grattacielo e poi scapparsene con i soldi.
La “Torre Ace” è infatti rimasta largamente incompiuta ben oltre la scadenza del 2016, coi cantieri smantellati dopo che ogni singolo appartamento è stato pagato grazie al traino del fotogenico volto della stella sportiva. A nome della massa di truffati da una compagnia immobiliare di nome Homestead Infrastructure Development, si presenterà oggi alla prima udienza di corte una certa signora Bhawana Agarwal che ha pagato un anticipo di 670mila euro per 230 metri quadri rimasti sulle belle planimetrie pubblicitarie. «t chiaro che senza il nome della Sharapova — ha detto il legale della donna — non avrebbero venduto nemmeno uno sgabuzzino». Nel suo rapporto la polizia dice di aver appurato che al tempo dei primi contratti di vendita, 2012-2013, miss Sharapova andò in India più volte per farsi fotografare e incontrare i clienti attratti come mosche dalla sua presenza. «Il Ballet Sharapova — recita la brochure — è un tributo architettonico all’incarnazione del potere e della grazia che è Maria», con tanto di malcelata allusione alle forme curve del palazzo che non ha mai visto la luce.
Va da sé che Maria, consapevole o no della truffa, ha ricevuto un cospicuo e imprecisato premio. Secondo Fortune la tennista è così abituata a questo genere di transazioni commerciali sulla sua immagine che nel solo 2016 e nonostante il caso-doping incassò 23 milioni di dollari per pubblicità. L’India non è nuova a scandali del genere e un grande campione di cricket, Mahendra Dhoni, fece scalpore rifiutando di accostare il suo nome a un’analoga dubbia operazione immobiliare. II caso accelerò l’iter di una nuova legge sulla protezione dei consumatori che sta per andare in Parlamento e prevede sanzioni contro le celebrità «che si prestano a sostenere marchi responsabili di affermazioni ingannevoli (…)