Decisa a dimostrare che il clamoroso trionfo ottenuto all’Open degli Stati Uniti non è stato frutto di una serie di concause favorevoli, come vorrebbero invece insinuare coloro, e non sono pochi, che invece tendono a puntare la lente d’ingrandimento sul disastroso finale di stagione di cui è stata protagonista, Sloane Stephens sta sfruttando l’off season per mettere a punto un team ancora più solido in previsione di un 2018 programmato per diventare l’anno della consacrazione. L’ultimo ingresso nella squadra ancora governata da coach Kamau Murray è Andrew Fitzpatrick, britannico già dotato di classifica mondiale – best ranking non entusiasmante di numero 461 ATP – e fornito di discreta esperienza, nonostante i soli ventotto anni d’età, grazie a vari ruoli ricoperti al fianco di giocatrici di ottimo livello nell’ultimo lustro.
In un certo senso, il cerchio si chiude: Fitzpatrick aveva infatti lasciato il circuito nel 2013 proprio per vestire i panni dello sparring partner di Sloane, arrivando ad assumere un ruolo maggiormente tecnico e decisionale con l’avvento del guru Paul Annacone sulla panchina dell’allora ventenne stella nascente. Inaugurata una carriera di coach indipendente al servizio di Naomi Broady nel 2016, il buon Andrew era tornato a svolgere una funzione da sottoposto, nel team di Johanna Konta sotto gli ordini di Wim Fissette. Avendo la numero uno britannica deciso di interrompere la collaborazione con il pluridecorato allenatore belga, anche Fitzpatrick è stato costretto a cercare una nuova casa, trovando immediato asilo dalle parti di Plantation per un ritorno alle origini segnato da nuove, straordinarie ambizioni.