L’aria marittima del litorale altoadriatico della slovena Portorose continua a fare benissimo al nostro Luca Vanni, attualmente al n.141 del mondo, che ieri ha superato in rimonta tre set (5-7 6-4 6-3) lo slovacco Norbert Gombos, n. 128 ATP, approdando alla finale del Challenger Tilia Slovenia Open, che si gioca sul cemento.
L’aretino ha dovuto lottare per più di due ore (2 h e 9 min) per avere la meglio dell’avversario, che lo precedeva di una posizione nel seeding del torneo (n. 5 Gombos, n.6 Vanni) e questa sera alle 20 sfiderà il giocatore di casa Grega Zemlja (n.290 del ranking) per il titolo.
In semifinale Norbert Gombos si è confermato avversario ostico a questi livelli, dato che quest’anno aveva trionfato già in due Challenger: a febbraio in Francia battendo in finale Benoit Paire e a giugno a Praga, dove nell’ultimo atto aveva avuto la meglio sul veterano spagnolo Albert Montanes. Ci si aspettava una battaglia e battaglia è stata, specie nei primi due set: alla fine Vanni l’ha spuntata con il punteggio di 5-7 6-4 6-3, dopo 2h e 10 minuti di gioco. Dopo aver perso un primo set molto equilibrato, dove entrambi avevano concesso poco al servizio, a seguito del break subito all’undicesimo gioco, Vanni reagiva nel secondo set strappando il servizio allo slovacco nel settimo gioco. Mantenendo poi i suoi turni di battuta fino alla fine del parziale, l’azzurro riusciva a pareggiare il computo dei set. Anche la seconda frazione era risultata molto equilibrata, con l’azzurro che aveva sfruttato una delle 4 palle break avute a disposizione, mentre era stato bravo ad annullare le altrettante occasioni concesse all’avversario.
Il parziale decisivo iniziava subito bene per l’italiano, che otteneva il break del 2-1, ma Gombos reagiva immediatamente ottenendo subito il controbreak. Si trattava però dell’ultimo acuto del 25enne slovacco, che calava drasticamente con il servizio (solo il 28% di prime nell’ultimo parziale). Il 30enne tennista italiano era bravissimo a sfruttare la situazione, e giocando benissimo i punti alla risposta sulla seconda di servizio dell’avversario (13 punti su 18 per lui nel terzo set) lo brekkava altre due volte, per il 6-3 finale che gli apriva le porte per la sua prima finale a livello Challenger dopo più di un anno (da quella persa contro Yen-Hsun Lu in Cina nel luglio 2014).
L’avversario di Luca Vanni in finale sarà lo sloveno Grega Zemlja, che ha battuto in serata per 6-4 6-2 il 29enne russo Alexander Kudryavtsev, autore dell’eliminazione nei quarti di Paolo Lorenzi e negli ottavi di Thiemo de Bakker.
Vittoria abbastanza agevole per il tennista sloveno, che nel primo set strappa il servizio a Kudryavtsev nel sesto gioco ed arriva sino al 5-2 in suo favore. Qui il n. 290 ATP ha un passaggio a vuoto e concede il controbreak del 5-4, ma si riprende subito e brekka nuovamente il russo conquistando così per 6-4 il primo set. Nel secondo parziale Zemlja scappa subito sul 4-0 strappando due volte il servizio al n. 177 del mondo. Stavolta il giocatore sloveno non si distrae e mantiene il vantaggio per il 6-2 finale dopo 1h e 11 minuti di gioco, raggiungendo la seconda finale sul cemento di Portorose, dopo quella vinta nel 2013, prima edizione del torneo.
Nonostante l’ampia differenza in classifica tra Vanni e Zemlja, molto difficilmente sarà una passeggiata per Vanni, sia perché il pubblico sarà ovviamente dalla parte del suo connazionale sia perché Zemlja, giunto in finale sulle ali dell’entusiasmo partendo da una wild card, è lo stesso giocatore che nel 2013 eliminò a Wimbledon Grigor Dimitrov 11-9 al quinto set, raggiungendo contestualmente il n. 43 ATP, suo best ranking, prima di essere vittima della mononucleosi che lo ha fatto precipitare fino al n.884, dal quale è ripartito la scorsa primavera, con molta abnegazione e umiltà. Il tennista di Jesenice, tornato a giocare quest’anno dopo diversi mesi di assenza dai campi da gioco (era fermo da Wimbledon dello scorso anno) è ripartito dai tornei Future, per poi arrivare ai Challenger: prima una finale in un F4 e una vittoria in un F5 in Iran (curiosamente incontrando in entrambe le occasioni in finale il francese Jules Marie), un’altra finale in un F4 in Cina e infine due semifinali Challenger in Cina e in Corea del Sud. Insomma, anche l’attuale n.290 è un ranking bugiardo sul valore del 28enne di Jesenice, che non ha certo intenzione di terminare qui la sua rimonta in classifica.
Dal canto suo Vanni, dopo le imprese di questo 2015 (prima finale ATP a San Paolo, prima vittoria in un Master 1000 a Madrid contro Tomic e prime partecipazioni al main draw di tornei Slam, a Parigi e Wimbledon), vuole portare a casa il primo titolo della carriera e sarà pronto a dare battaglia nel suo habitat preferito, quella guerra di trincea tipica delle sfide Challenger giocate contro un giocatore di casa.
Ruggero Canevazzi e Ilvio Vidovich