Justine Henin avrebbe dovuto aspettare un giorno di più per parlare. Introdotta nella Hall of Fame della Rogers Cup, la tennista belga ha parlato ieri in conferenza stampa del rapporto tra la nuova generazione di tenniste e la sua generazione, in relazione ai risultati straordinari di Serena Williams: “Sono un poco sorpresa che lei continui ad avere la voglia di stare lì, questo è sicuro. Ha ancora quel fuoco dentro. Ma sono ancora più sorpresa che non abbiamo le ragazze – una nuova generazione – che dicano per davvero ‘Ok, le vecchie se ne sono andate. Ora prenderemo il vostro posto’. Credo che per il bene del gioco sarebbe molto importante che due o tre o quattro giocatrici dietro di lei realmente provassero a metterla in difficoltà di più.”
Non ci sono ragazze per il ricambio generazionale? Se avesse aspettato qualche ora, avrebbe assistito alla vittoria della diciottenne Belinda Bencic proprio contro la numero 1 del mondo, in rimonta 3-6 7-5 6-4, e ci avrebbe ripensato. Si può dire forse che Serena non abbia giocato al massimo della possibilità, ma non che non ci abbia creduto abbastanza, come ha detto la stessa Justine:“Ci sono molte ragazze che possono giocare un bel tennis, ma non sono costanti abbastanza, e non penso ci credano abbastanza fortemente.”
Secondo la sua opinione, l’unica veramente in grado di mettere in difficoltà Serena sarebbe Vika Azarenka, e gli ultimi confronti tra le due potrebbero darle ragione. In effetti Maria Sharapova non riesce a vincere con l’americana dal lontano 2004, Simona Halep l’ha messa di recente in difficoltà solo alle WTA Finals dell’anno scorso. Forse Petra Kvitova, ora malconcia per la mononucleosi, che l’ha battuta quest’anno a Madrid. Ma per Henin la principale indiziata ad avere il ruolo di controparte di Williams è la bielorussa: “Forse Azarenka potrebbe farcela, lei è la giocatrice che io vedo nella posizione migliore per fare questa cosa. Halep è la giocatrice che più mi piace guardare, perché lei prova a fare cose differenti. Mi ricorda un poco la maniera in cui giocavo io, anche se ci sono delle cose differenti.”
A proposito di differenze di stile e di gioco, Justine ha contrapposto quasi in toto la sua generazione con quella delle nuove “WTA rising stars”:
“Quando giocavo io, avevo la sensazione che nei sedicesimi di finale tutte potessero vincere il torneo. È stata una grande generazione. Credo che Venus e Serena hanno spronato molte giocatrici ad alzare il proprio livello. Hanno spinto il gioco ad un altro livello ed è stato fantastico essere parte di quella generazione perché dovevamo spronarci sempre in ogni momento per migliorarci. E c’era Kim Clijsters, c’è stato un tempo di Lindsay Davenport , Jennifer Capriati. C’era Martina Hingis. Le sorelle Williams, tutte le russe che si affacciavano sul tour. C’era Amelie Mauresmo, tutte le russe che si affacciavano sul tour, Maria Sharapova.”
Se avesse aspettato che Belinda Bencic giocasse la sua semifinale con Serena Williams forse avrebbe avuto un giudizio differente. Quello su cui non possiamo dire nulla, è il suo giudizio sulla carriera di Serena Williams, che ha, sorpassati i 30 anni, una ghiottissima chance di completare il Grande Slam: “Serena Williams forse è più forte oggi di qualche anno fa, è impressionante.”
Ma ora, Belinda, impegnata nella sua prima finale in un Premier 5, è chiamata a far pentire la belga, ora che se la vedrà contro Simona Halep per la conquista del titolo della Rogers Cup.