[5] R. Nadal b. [7] D. Ferrer 6-7(2) 6-3 6-4 (da Londra, Carlo Carnevale)
La vittoria in sé non conterà nulla. Rafael Nadal sarà senz’altro insoddisfatto, data la durata del match, inutile ai fini della classifica del gruppo Ilie Nastase, con cui ha superato per la ventiquattresima volta il connazionale David Ferrer. Due ore e trentasette minuti, il match più lungo di queste Finals, per rimontare il primo set perso al tiebreak (per altro il primo tiebreak dell’intero torneo) e assicurarsi sì la terza vittoria consecutiva, ma anche uno sforzo fisico forse eccessivo in vista della semifinale di domani contro Novak Djokovic, che si giocherà alle 14 locali (le 15 italiane). Con questa sconfitta, Ferrer diventa il giocatore più battuto da Nadal in carriera, staccando in questa poco gloriosa classifica Federer e Djokovic fermi a ventitrè insuccessi, e chiudendo il girone con tre partite perse su tre. Ciononostante, il valenciano mette in borsa complessivamente 365.000 dollari per le sole discese in campo.
Il pubblico si schiera dalla parte di Ferrer già dall’inizio, quando Nadal parte con il fuoco spianato e si invola sul 3-0 con doppio break, inanellando un parziale di 12-3. Curiosamente il punteggio si inverte immediatamente, Ferrer restituisce all’avversario la stessa striscia di giochi e punti vinti in serie, per poi dare inizio a mezz’ora di nulla cosmico. Si arriva all’undicesimo game con poco da segnalare, se non l’ottima forma del dritto di Nadal che spesso costringe Ferrer pericolosamente vicino alle sedie dei giudici di linea (davanti ai quali sono posizionate le piccole telecamere che permettono la tecnologia Hawk-Eye): uno dei linemen riceve un bagno di applausi quando raccoglie al volo una pallina che Nadal aveva steccato in recupero. Sul 5-5 Ferrer serve male e subisce le aggressioni dell’avversario, affonda un brutto rovescio in rete e cede il servizio, ma reagisce nel gioco seguente: sprecate tre palle per il controbreak, David annulla un set point con uno splendio dritto ad uscire, prima di guadagnarsi una quarta opportunità con la stessa arma e forzare l’errore al volo di Nadal, per raggiungere il tiebreak. Il maiorchino trova cinque minuti da incubo, regala anche un doppio fallo e consegna il primo parziale al rintocco della prima ora di gioco.
Il pathos del match è ben descritto da un giornalista giapponese che tra le ultime file della tribuna stampa dorme sereno appoggiato ad un suo collega. La folla, comunque vicina al tutto esaurito, si sgola per Nadal, oltre che per una partita che abbia un minimo di mordente, e l’arbitro Ali Nili è costretto ad intervenire con un signorile “Gentlemen, I can hear you from down here, please”. Il livello di gioco è tutt’altro che insoddisfacente, anche se Nadal si incarta più volte in manovra, forse preda del nervosismo dovuto al passare del tempo in campo, sottratto al riposo che con la semifinale alle porte avrebbe un certo peso specifico. Ferrer salva una prima palla break nel sesto gioco con una bella iniziativa di dritto, ma capitola nel turno di servizio successivo, quando Nadal, che nel frattempo era stato bersaglio di un time violatione warning, lo sorprende con una risposta vincente che lo manda a servire per il set, chiuso con un gioco a zero.
La partita si trasforma sorprendentemente in battaglia quando nel primo gioco del set decisivo, Ferrer salva cinque palle break con pieno merito, vanificando due dritti a rientrare di Nadal dal sapore vintage. Il game si chiude dopo sedici minuti e venti punti complessivi, che però non intaccano la solidità di entrambi, bravi a tenere alta l’asticella degli scambi fino al non gioco, che si rivelerà quello cruciale: Nadal torna infatti a trafiggere l’avversario con il dritto ad uncino, e a Ferrer non basta un ace per tirarsi fuori dalle sabbie mobili: break a 15, il game successivo è burocrazia e Nadal può girarsi con sguardo truce verso l’angolo in cui siede un cupo zio Toni, prima di abbracciare il connazionale a rete. Otto servizi persi complessivamente da entrambi, ma il rendimento alla battuta è l’ultimo dei problemi per Rafa: il gioco pare senz’altro tornato a fasti apprezzabili, ma la condizione fisica potrebbe risentire di questa inaspettata lotta.