Il tennis a stelle e strisce, da tempo alla ricerca di nuovi campioni, con il 2015 saluta tre giocatori della vecchia guardia che decidono di appendere la racchetta al chiodo. Per Robby Ginepri prevale, forse, il rammarico per ciò che non è stato, dopo aver illuso gli addetti ai lavori nell’ottima stagione 2005, culminata con la semifinale degli Us Open persa al quinto da Agassi. Comunque una carriera dignitosa la sua (best ranking al numero 15), senza grandi exploit se non tre tornei ATP 250 vinti nello scorso decennio, tutti su suolo americano: Newport (erba) e due volte Indianapolis (cemento outdoor).
Michael Russel sarà invece ricordato come il tennista che “era quasi riuscito a..”. Due volte è stato ad un passo dall’estromettere il campione di un grande Slam, andando avanti due set a zero per poi soccombere al quinto. La prima volta contro Guga Kuerten al Roland Garros del 2001, quando ebbe anche un match point sulla sua racchetta – sul 5-3 del terzo set – e la seconda volta agli Australian Open nel 2007, quando fu ad un set di distanza dall’eliminare Lleyton Hewitt. Il resto della sua carriera è stata anonima in quanto a risultati di alto livello, con un best ranking al numero 60 e nessun titolo ATP conquistato né in singolare né in doppio.
Ben più ricca di soddisfazioni la carriera di Mardy Fish, argento olimpico ai giochi di Atene nel 2004, quando perse in finale da Massu al quinto set. Fish ha conquistato 6 titoli ATP 250 e ha disputato in totale 20 finali ATP disputate di cui 4 in un Master 1000 (nelle quali ha avuto il merito di essere sempre riuscito a strappare un set al suo avversario). Ottimo doppista ha anche conquistato 8 titoli nella disciplina. Per Mardy un best ranking in singolo nell’agosto del 2011 al numero 7. Una carriera purtroppo interrotta al suo apice da un’aritmia cardiaca divenuta causa di improvvisi attacchi di panico che lo hanno tenuto a lungo lontano dai campi fino al rientro nel 2015 ad Indian Wells ed all’annunciato gran saluto agli ultimi Us Open, seguito da una sua toccante lettera.
Giuseppe Villani