Questo è il testo, con qualche mini-licenza lessico-grammaticale, dell’audio-intervista che ho potuto fare a Massimo Sartori, il coach che segue Andreas Seppi fin da quando era bambino e che lo ha portato ad essere un top-20 (n.18) sebbene Andreas non avesse avuto in dono dalla nascita poi un talento super-naturale – non era un Federer chiaramente, ma nemmeno un Fognini per intendersi – ma in compenso potesse contare su una grande disponibilità a lavorare duramente, a migliorarsi continuamente, e un’intelligenza tennistica che gli ha consentito di affrontare con la giusta dose di umiltà i propri limiti proponendosi di superarli insieme a Massimo Sartori. E anno dopo anno riuscendoci in gran parte. Mi viene da dire che, anche se la testa di Camila non è quella di Andreas, se la Giorgi avesse un coach come Sartori oggi avremmo molte più chances di vederla tra le top15. Perché ha molto più talento naturale Camila di Andreas, anche se – lo dice proprio la differenza di risultati – il talento è solo una delle tante componenti del puzzle che fa il tennista.
Ubaldo: Massimo mi sembra che Seppi in Australia giochi meglio che all’ US Open, anche se la superficie non è poi così diversa.
Sartori: Beh penso che sia soprattutto la tempistica stagionale ad essere diversa. All’US Open si arriva dopo un’estate molto lunga ed impegnativa, Toronto, Cincinnati, e dopo una stagione molto lunga. Qui invece la stagione è all’inizio. Andreas poi quando va in ritmo e riesce a giocare un po’ di partite, gioca sempre meglio. Quest’anno abbiamo fatto un po’ fatica a partire, con l’allenamento eravamo in ritardo, un pochettino, quindi abbiamo voluto giocare un po’ di più a tennis in queste settimane di tornei, far meno parte atletica e sentire un po’ di più la palla. Sta giocando benino, speriamo che domani faccia una buona partita.
Ubaldo: Ci raccontava Andreas che appena uscito il tabellone tu gli hai detto: “Hai Djokovic”, ma lui ti ha risposto “Beh, veramente non è che con Gabashvili ho vinto prima di giocare”. Rispetto al tuo vecchio approccio psicologico, quello del “guardiamo una partita alla volta”, è cambiato qualcosa, lo hai fatto apposta?
Sartori: Quest’anno siamo partiti il primo gennaio, il mio obiettivo era di farlo giocare tanto a tennis durante questi due primi tornei, sia a Doha che a Sydney, per arrivare più pronto possibile per giocare bene questo torneo. Ci siamo riusciti. E quando ho visto il tabellone ho pensato che Gabashvili sui 3 su 5 era una partita buona per Andreas. Sempre difficile perchè dipende molto da come gioca Gabashvili, però Andreas era già solido, colpiva bene la palla… ho visto che mi sembrava un buon tabellone e ho detto: ‘Poniamoci questo obiettivo: arrivare almeno a Djokovic’. Ora, per giocare bene la partita di domani bisogna che lui stia vicino, molto vicino alla riga di fondo. Deve cercare di giocare qualche rovescio lungolinea più del solito, rischiando un po’ di più e spostando Djokovic per primo…
Scenetta con Djokovic
https://soundcloud.com/ubitennis/ubinovak-mi-dice-la-tattica-per-battertinolesono-preparato
Ascoltate l’audio, così cogliete meglio tutto in viva voce.
In quel momento scorgo con la coda dell’occhio Novak Djokovic che, sceso dalla KIA della transportation, sta per passare a un metro da noi e allora interrompo Massimo Sartori dicendogli… “Lo chiediamo a lui, che sta passando in questo momento?”
Novak ci vede, sorride, sente che dico volutamente a voce più alta quella frase e aggiungo, mentre lui non si ferma ma rallenta… “ehi, mi sta dicendo la tattica per batterti!”
Novak ride, scrolla le spalle e grida, nell’allontanarsi “Sono preparato”! E lo ripete…
(Ridiamo Sartori, io e pure lui).
Poi riprendiamo l’intervista da dove l’avevamo interrotta:
Sartori: Beh, Andreas e Novak hanno giocato molto anche insieme. Lui risiede a Montecarlo, noi stiamo a Bordighera. Nell’ultima settimana in cui eravamo lì, hanno giocato due o tre volte insieme.
INCISO VERDASCO-GRAF
Apro qui questo inciso per ricordare una frase pronunciata da Verdasco l’altra sera dopo aver battuto Nadal: “Giochiamo spesso insieme io e Rafa, e quando questo succede accade quasi sempre che se c’era un gap esso si attenui e si instauri un certo equilibrio”.
A questo proposito ricordo quando Steffi Graf decise di non giocare più il doppio assieme con Gabriela Sabatini e di non allenarsi più con lei… dopo averci perso 3 volte su 4 nell’anno magico di Gabriela! Cito a memoria: il 1990? Per un certo e lungo periodo Steffi aveva invece sempre costantemente battuto Gabriela. Smise di allenarcisi insieme e tornò a rivincerci abitualmente come prima.
Sartori (riprende l’intervista): In questo momento Novak Djokovic è decisamente il giocatore più forte, quello che fa correre di meno la palla nel campo, nel senso che rimbalza sempre più vicino alla sua racchetta, e la fa tornare sempre prima dall’altra parte! Quindi devi essere velocissimo nell’organizzarti dal tuo lato del campo. Ciò a meno che tu non riesca ad imporre il tuo di ritmo…, ma con lui è molto difficile in questo momento.
E io direi da un anno a questa parte!
Ubaldo: Quando l’anno scorso doveva giocare contro Federer, Andreas ci aveva perso 10 volte di fila. Ora con Djokovic la situazione sembra ripetersi, ci ha perso 11 volte di fila! Ma è diversa la preparazione psicologica in una situazione di questo genere? Djokovic non è Federer, approcciando un match del genere tu che fai, che gli dici? È la stessa stuazione o no?
Sartori: No, io la vedo un po’ diversa, nel senso che quando lui ha giocato la partita con Federer l’anno scorso ci siamo arrivati che Andreas stava giocando bene. Io gli avevo chiesto di fare due cose durante la partita: una era di avvicinarsi e non di allontanarsi quando Roger giocava il back. Due… doveva tirare la palla andando vicino al rimbalzo. Andreas lo ha fatto per tutta la partita. Inoltre doveva capire subito quello che doveva fare. Però con Roger non era mai andato vicino a vincere, prima di quel giorno lì. Mentre con Nole ci è andato molto più vicino, già un paio di volte. Quando erano molto più giovani e poi al Roland Garros. Ma anche l’ultima volta all’US Open nel primo set era Andy a comandare. Probabilmente il gioco di Djokovic dà la possibilità ad Andreas di giocare in modo diverso. Questa partita qui è una partita che Andy deve giocare con l’esperienza dei suoi 10 anni di carriera. Quello farà la differenza, se lui va in campo tranquillo, farà una buonissima partita. Poi vediamo che cosa succede.
Ubaldo: Andreas ha detto che il sorteggio lui non lo vince mai. Ma se lo vincesse, con uno come Djokovic è meglio servire per metterlo sotto pressione sperando di essere sempre avanti nei game, o è meglio per lui, se è più tranquillo, cominciare dalla risposta? Andreas dice che nel 90% dei casi sceglie la risposta. Ma tu cosa ne pensi?
Sartori: Beh, di sicuro la differenza nella partita la deve fare con la risposta! Con Djokovic, Andreas… o si mette a rispondere come sa fare, oppure non c’è neanche partita! Quindi la partita inizia molto da lì. Djokovic cercherà di battere bene, ma Andreas deve cercare di spingere sulla risposta. Sarà la chiave determinante. Quindi forse come primo game sarebbe meglio la risposta domani. Se toccasse a lui scegliere io gli direi “Vai dentro e tira quattro pigne subito sulla risposta! Se lui sbaglia la prima tu entra e tira, tanto sono i primi games, non ti preoccupare”. Secondo me così può prendere più coraggio, più forza. Se va in ritmo lì poi quando andrà a servire sarà più tranquillo.
Ubaldo: Ehi, insomma, rispetto a quanto mi dicevi l’anno scorso, mi sembravi più pessimista riguardo al match con Federer che riguardo a questo con Djokovic, E ciò nonostante che Djokovic sia quello che è. Mi sbaglio?
Sartori: No, forse mi sono spiegato male io. Non è che ero più pessimista, ma diciamo che negli anni Seppi ha sempre fatto molta più fatica a giocare con Federer che con Djokovic. Però l’anno scorso la partita con Federer l’abbiamo preparata a tavolino, e lui nei momenti difficili non ha mai cambiato modo di giocare. E Federer di questo se ne è accorto. Con Djokovic domani sarà più difficile questo, perché lui ha un ritmo più alto nello scambio e quindi ti porta in sofferenza molto più velocemente. Allora… quello che chiederò ad Andreas di cercare di fare domani… sarà di imporre lui la non-organizzazione all’avversario…. Però, non dimentichiamo che abbiamo sempre Djokovic dall’altra parte, insomma tanto di cappello!
Ubaldo: Andreas avrebbe il vantaggio di poter giocare una partita nella quale non ha nulla da perdere… Ma può essere che quando Andreas gioca una partita così, appunto senza nulla da perdere, se poi si trova avanti cominci a pensare “ah, ora ho qualcosa da perdere?”… Con Djokovic successe al Roland Garros nel 2012, era avanti due set a zero…
Sartori: Quel tennis di Seppi è stato forse il tennis migliore della sua carriera. Però è stato un tennis che lui non si rendeva quasi conto di giocarlo. Era in un momento di fiducia pazzesca, della sua vita e del suo tennis. Quella partita lì, comunque, nella globalità del tennis di Andreas, è stata quella che gli ha permesso di controllare la partita con Federer l’anno scorso qua: sì, perché nei momenti decisivi ha continuato a giocare come all’inizio, come fino ad allora, e non ha aspettato che Roger sbagliasse. E quella è stata la chiave. Anche alla fine Roger ha sentito che Seppi era presente su tutte le palle, mentre con Djokovic a Parigi arrivato a quei momenti lì Andreas ha aspettato che Nole sbagliasse. Ma è successo invece che Nole ha ripreso in mano il gioco. Andreas pensò quella volta: ‘Ora adesso sbaglia, la porto a casa lo stesso’, ma invece con questi campioni non lo puoi fare.
Concludo: le possibilità che Andreas Seppi batta Novak Djokovic sono e restano pochissime, ma da quel che traspare dalle frasi qui raccolte di Massimo Sartori beh, la “mission” sembra meno impossibile di quanto direbbero gli 11 precedenti duelli.