Smaltite le fatiche down-under, settimana di riposo per i big e nessuna variazione significativa in classifica. Tra i top ten ha giocato soltanto Richard Gasquet che ha fatto il suo debutto stagionale a Montpellier dove difendeva il titolo del 2015. Confermando il titolo ed i 250 punti in classifica, il francese è riuscito anche a difendere la decima posizione sulla quale è in agguato, su tutti, Milos Raonic. Il titolo conquistato nella prima edizione del torneo di Sofia è valso invece una posizione guadagnata a Roberto Baustista Agut che sale al numero 17 a danno di Gael Monfils, uscito a Montpellier al primo turno. Lo spagnolo da qui ai Master 1000 americani non ha punti in uscita e, considerato l’ottimo momento di forma che lo ha visto già trionfare in due tornei ed arrivare agli ottavi a Melbourne, potrebbe raggiungere il suo best ranking al numero 14. Confermando il titolo a Quito Victor Estrella Burgos ha limato due posizioni al suo ranking, da n. 58 a n.56, grazie a qualche punto perso dai suoi vicini di classifica.
Recuperano posizioni i finalisti dei tre tornei della settimana scorsa: tre le posizioni che guadagna il finalista di Sofia Victor Troicki, dalla 25 alla 22; anche in questo caso simmetrico scambio di posizioni, con un Feliciano Lopez che forse inizia a sentire il peso degli anni e continua a perdere posizioni. Cinque le posizioni recuperate dal finalista di Quito, Thomaz Bellucci, che si assesta in trentesima piazza. E venticinque sono le posizioni recuperate da Paul-Henri Mathieu, un anno fa di questi tempi era precipitato oltre la centesima posizione, oggi a 34 anni lo troviamo ancora a combattere per un titolo ATP ed in posizione 68.
Tra i giovani notevoli passi in avanti per Alexander Zverev e Kyle Edmund che raggiungono i loro best ranking. Il tedesco, classe 1997,con la semifinale di Montpellier ha guadagnato 14 posizioni ed è arrivato al n. 70. Il britannico, classe 1995, è già volato negli Stati Uniti dove ha vinto il Challenger di Dallas che gli vale più 18 posizioni fino al n. 84.
ATP TOP 25
RANKING ITALIANI
Per quanto riguarda gli italiani, stabile in ventiquattresima posizione Fabio Fognini al quale speriamo l’aria sudamericana sia nuovamente di ispirazione, anche perché la prossima settimana difende i 300 punti della finale di Rio de Janeiro. Perde invece 5 posizioni Andreas Seppi che forse non ha gradito la sostituzione del torneo di Zagabria, dove era arrivato in finale nel 2015, con Sofia, dove Klizan lo ha fermato ai quarti.
Chi invece continua positivamente e in maniera particolare la scalata del ranking è Paolo Lorenzi. La semifinale di Quito per lui vale sette posizioni e numero 52 in classifica, a solo tre posizioni dal suo best ranking, n. 49, raggiunto a marzo 2013. Un ranking che il trentaquatrenne senese ha costruito con la dovizia di un’instancabile formichina: ben 10 tornei su 18 di quelli validi per la sua classifica sono Challenger e da questi ha guadaganto più di tre quarti dei suoi punti, 646 su 831. Con l’attuale classifica questo rapporto dovrebbe ridursi, già a marzo sarà qualificato di diritto ad entrambi i Master 1000 americani (il cut-off dei tornei americani è relativamente alto, intorno alla posizione 70, avendo un tabellone con 96 giocatori), che diventano tornei obbligatori per lui e che quindi contano per la classifica indipendentemente dal risultato, andando a sostituire i punti degli altri tornei non obbligatori. E con un’altra manciata di posizioni Lorenzi potrebbe guadagnare il diritto a partecipare anche agli altri Master 1000 il cui tabellone è a 56 giocatori (solo Bercy ne ha 48) ed il cui cut-off è in media intorno alla posizione 45. Considerate però le sue ultime performance in tornei con parterre di primo livello, il rischio di eliminazione al primo turno è elevato e potrebbe significare punti in meno in classifica, salvo poterne saltare di diritto due per aver superato i 30 anni ed aver raggiunto i 12 anni di militanza nel circuito.
Questi i punti del ranking di Lorenzi: