“Essere sul cornicione”, come piaceva spesso dire a Rino Tommasi in telecronaca, è forse un privilegio, di certo è una sensazione unica che magari fa sentire persino sportivamente immortali.
Martin Klizan nella settimana appena passata ha avuto la bravura (e fortuna) di annullare ben otto match point (cinque con Bautista Agut ai quarti e tre contro Mahut in semifinale) prima di raggiungere il trionfo di domenica contro Gael Monfils. Quello dello slovacco non è di certo l’unico precedente nel quale il vincitore del torneo è stato ad un passo dalla sconfitta. Molti ricorderanno il torneo di Shanghai del 2014 quando Roger Federer annullò ben cinque match point a Leo Mayer e poi andò a trionfare la domenica battendo Gilles Simon. Senza dimenticare che agli ultimi Australian Open la vincitrice Angelique Kerber ha rischiato di dover salutare il torneo contro la giapponese Misaki Doi quando aveva annullato un match point al primo turno.
Altro esempio quello di Andy Murray che sempre nel 2014, a Shenzen, annullò cinque match point, questa volta stesso in finale, a Tommy Robredo e andò a trionfare nel 250 cinese.
Negli slam invece tutti ricorderanno l’impresa di Novak Djokovic che nel 2011 annullò due match point a Federer in semifinale e poi trionfò la domenica contro Rafael Nadal. Storica ormai la risposta di dritto sul primo MP dello svizzero che invece nel secondo fu sfortunato per la deviazione del nastro che spinse il suo colpo migliore in corridoio.
Questi appena elencati sono solo tre piccoli precedenti, abbastanza recenti, ma scavando se ne trovano altri ancora più curiosi. Ad esempio nell’ITF di Surpise, in Arizona, Jovana Jaksic nel 2014 annullò 14 palle match prima di raggiungere il trionfo contro Tamira Paszek.
Il record infine di match point annullati, in un solo match, è di Allison, statunitense, che nel 1930 annullò 18 match all’italiano De Stefani in Coppa Davis.