“Le coincidenze sono qualcosa di più di un avvenimento divertente. Una coincidenza è un indizio che rivela le intenzioni dello spirito universale, e per questo è colma di significato”.
Sono parole di Deepak Chopra, medico e scrittore indiano, ben noto a chi si interessa di crescita e benessere personale, tra le altre cose per essere stato uno dei leader della meditazione trascendentale negli anni Ottanta.
Darija Jurak, tennista croata, probabilmente lo conosce, dato che di meditazione sembra che un po’ ne mastichi.
“Pratico la meditazione da quando ero ragazza. In situazioni di stress, e i match lo sono, mi aiuta a rilassarmi e a calmarmi. La mia mente ed il mio corpo diventano una cosa sola, fuori e dentro il terreno di gioco. Divento consapevole di ogni mio movimento” ha dichiarato in un’intervista rilasciata poco tempo fa.
Ma perché parliamo di Darija Jurak e di coincidenze?
Darija, 32 anni ad aprile, è una specialista del doppio.
“Ho iniziato a dedicarmi esclusivamente al doppio 4 anni fa, perché la mia classifica in singolare non era sufficiente per permettermi di guadagnare con il tennis” ha dichiarato la tennista di Zagabria, che in singolare ha raggiunto al massimo la posizione n. 188 nel lontano 2004 e che fino a cinque anni fa frequentava pressoché esclusivamente il circuito ITF.
Poi, dopo aver vinto 8 tornei in singolare e 38 in doppio, nel 2012 decide di fare il salto a livello WTA e di dedicarsi al doppio.
Inizia così l’avventura nel circuito maggiore in coppia con Nina Bratchikova, con la quale alla fine del 2011 aveva conquistato 4 tornei ITF. Nonostante insieme alla tennista russa ottenga qualche discreto risultato (arrivano diverse volte in semifinale), nella seconda metà della stagione ricompone il sodalizio con l’ungherese Katalin Marosi – avevano già conquistato assieme una finale ITF nel 2009 – e arriva per due volte in finale, a Palermo nel luglio 2012 e all’Estoril nel maggio 2013. Grazie a quest’ultimo risultato entrambe raggiungono quello che è tuttora il loro best ranking WTA in doppio: n. 32 Jurak, n. 33 Marosi. La coppia però si scioglie subito dopo e Darija per qualche mese cambia diverse compagne di gioco. Tra queste la tedesca Julia Georges, con la quale raggiunge la finale a Stanford in luglio.
Nel marzo del 2014, dopo un primo sfortunato tentativo a Sydney (eliminate al primo turno) proprio nel primo torneo dell’anno, inizia il sodalizio con l’americana Megan Moulton-Levy che durerà fino alla fine della stagione e che le consentirà di vincere finalmente il suo primo torneo WTA, a Monterrery.
Nel 2015 la Jurak raggiunge tre finali con tre partner diverse: l’australiana Casey Dellacqua, la taiwanese Chin-Wei Chan e la statunitense Nicole Melinchar.
Insomma, la 31enne zagabrese è una onesta specialista del doppio. Una che con il doppio ci campa.
“Sì, si può vivere decentemente con il doppio. Se non fosse possibile non sarei qui a fare la tennista” ha dichiarato la tennista zagabrese, che ad oggi in carriera ha guadagnato più di 650.000 dollari di montepremi.
Darija inizia il 2016 con la stessa partner con cui aveva concluso la passata stagione, la statunitense di origini ceche Nicole Melinchar (la famiglia della 22enne nata a Brno si trasferì negli Stati Uniti poco dopo la sua nascita: in realtà di cognome farebbe Melincharova). La coppia pare promettere bene, dato che nei due tornei disputati assieme alla fine del 2015 hanno raggiunto una finale ed una semifinale. Purtroppo l’inizio della nuova stagione non è assolutamente a quel livello: perdono al primo turno ad Auckland, passano un turno ad Hobart, ma poi di nuovo fuori all’esordio sia agli Australian Open che a San Pietroburgo.
Si arriva così a metà febbraio, quando Jurak e Melinchar partono per disputare il torneo di Dubai. Ma una volta arrivate, un brutta sorpresa: scoprono che non possono giocare.
“A causa della bassa classifica di Nicole non siamo state ammesse al tabellone principale” ha spiegato la Jurak, n. 47 al momento della compilazione dei tabelloni, mentre la Mlinchar era solo n. 75. Perciò niente da fare. E allora?
“Allora all’ultimo momento ho dovuto cercare un’altra partner” ha continuato la tennista croata.
Ed ecco la coincidenza. Negli Emirati c’era anche Chia-jung Chuang, 31enne doppista taiwanese, anche lei reduce da un inizio di stagione poco felice con 4 eliminazioni al primo turno con 4 partner diverse.
“E così mi sono messa d’accordo con Chuang” ha aggiunto la Jurak, spiegando come si è formata la coppia con quella che in quel momento era la giocatrice n. 42 del mondo in doppio.
A Dubai l’improvvisata coppia croato-taiwanese inizia eliminando il doppio cinese Liang-Wang 4-6 6-2 10-4. Un risultato che tutto sommato ci poteva stare, dato che le avversarie, n. 36 e n. 49 in doppio, erano più o meno al loro livello. Comunque un po’ sorprendente, dato che le cinesi erano molto più rodate come coppia.
Ben più inaspettato, invece, il risultato del secondo turno, dove hanno la meglio dopo un match tiratissimo sulla coppia slovena Klepac-Srebotnik, entrambe meglio classificate (rispettivamente n. 31 e n. 18 in doppio), che tra l’altro si stanno preparando per le Olimpiadi di Rio: 6-1 4-6 12-10.
In semifinale altra vittoria incredibile, dopo una battaglia ancor più dura della precedente, contro la coppia composta da una top 20 in singolare e Career Slam winner in doppio come Sara Errani e una top 10 (e n. 16 in doppio) come Carla Suarez Navarro: 5-7 7-6 (5) 10-8. Tanto per capirci, la settimana dopo la coppia italo-spagnola arriverà in finale a Doha.
Infine, la ciliegina sulla torta: la vittoria in finale sulla coppia francese Caroline Garcia- Kristina Mladenovic, doppio titolare di Fed Cup, con la Mladenovic che è n. 5 della specialità e la Garcia n.15. Addirittura senza nemmeno ricorrere, per la prima volta nel torneo, al tie-break decisivo, ma vincendo in due set: 6-4 6-4.
“Non ci sono molte spiegazioni da dare sulla conquista del titolo di Dubai. Chuang e io abbiamo la stessa età, siamo esperte, e con una condotta tattica intelligente, un buon livello di gioco e un po’ di fortuna, siamo arrivate in fondo” ha risposto la 31enne tennista croata quando le è stato chiesto di spiegare come sia potuto accadere che lei e la sua partner abbiano vinto un torneo WTA quattro giorni dopo aver giocato per la prima volta assieme.
Sicuramente una vittoria del genere avrà dato nuovo entusiasmo per il prosieguo della sua carriera alla giocatrice di Zagabria, di cui due delle 38 vittorie in doppio a livello ITF sono anche un po’ colorate di azzurro: nel 2004 a Belgrado vinse in coppia con l’ex top 100 italiana Giulia Casoni, nel 2008 a Gorizia insieme all’italo-svizzera Lisa Sabino.
“Penso di giocare ancora qualche anno. Tutto dipende dalla mia salute e dal piazzamento in classifica” ha detto la tennista croata, che da qualche tempo per prolungare la sua carriera ha adottato, anche lei come Djokovic, una dieta senza glutine.
“La dieta è essenziale. Ho compreso che con gli anni il recupero del corpo diventa più lento e quindi il cibo deve essere della maggiore qualità possibile. L’alimentazione senza glutine aiuta a digerire rapidamente. Per me funziona, sento che ho molto più energie di prima” ha raccontato Darija, che non ha poi ancora deciso cosa farà una volta appesa la racchetta al chiodo.
“Dopo? Ho il patentino di allenatore, potrebbe servirmi in futuro” ha concluso la tennista zagabrese.
Da quanto accaduto a Dubai, pare proprio che per il momento che sia il caso di continuare… Magari facendo un po’ di attenzione sul come.
“Non abbiamo parlato della possibilità di continuare a giocare assieme, perciò per il momento rimango con Nicole” fu la risposta della Jurak dopo la vittoria alla domanda se il sodalizio con la Chuang sarebbe proseguito anche dopo il trionfo negli Emirati.
La settimana dopo a Doha, però, la ricostituita coppia croato-statunitense è uscita subito al primo turno e lo stesso è avvenuto a Kuala Lumpur ad una settimana di distanza.
Darija poi non ha saputo far meglio neanche a Indian Wells in coppia con la tedesca Laura Siegemund. Solo a San Antonio è finalmente riuscita a superare nuovamente un turno, in coppia con Casey Dellacqua.
E non è che a Chia-jung Chuang sia andata meglio.
Fuori al primo turno a Doha in coppia con la Kalashnikova, secondo turno a Monterrey con la giapponese Misaki Doi, di nuovo fuori all’esordio a Indian Wells insieme alla Chen Liang e infine ancora uno stop al secondo turno a San Antonio, sempre in coppia con la tennista cinese.
Se, come dice Chopra, una coincidenza è un indizio, sarà meglio che Darija impari a leggere bene gli indizi.
O che lo faccia Chia-jung e la chiami…