F. Delbonis b. [2] A. Murray 6-4 4-6 7-6(3) (Francesco Scurci)
Secondo match di Andy Murray, testa di serie nr. 2 del torneo, contro l’argentino Federico Delbonis, nr. 53 del ranking; lo scozzese viene dalla Davis giocata a Birmingham mentre l’argentino è reduce dai tornei sudamericani sulla terra battuta, superficie che gli è più congeniale. Nei primi due turni Delbonis ha eliminato Giraldo e Sousa presentandosi così al match con il pieno di fiducia come dimostra nei game d’apertura, giocando in maniera aggressiva e costringendo lo scozzese a remare da dietro; sull’1-1 40-40, Delbonis dopo uno scambio durissimo si procura una palla break ben annullata da Murray in manovra ma la seconda è quella buona e l’argentino va avanti subito 2-1 e servizio. Nel game successivo una sciagurata volèe di rovescio ed un orrendo drop shot di Delbonis, riconsegnano immediatamente il break allo scozzese che tiene agevolmente il seguente turno di battuta. Tiene facile anche l’argentino e sul 3-3 piazza un nuovo break grazie soprattutto agli errori dello scozzese che si fa rimontare da 40-0 e mostra un atteggiamento troppo remissivo come spesso gli accade; pesa la palla di Delbonis che stavolta non si fa sfuggire l’occasione ed allunga 5-3 servendo anche il secondo ace del match. L’argentino gioca meglio ed in maniera più aggressiva, tiene a zero l’ultimo turno di servizio andando a vincere meritatamente il parziale per 6-4. All’inizio del secondo la musica non cambia con Delbonis che comanda e detta il ritmo dello scambio costringendo Murray ad annullare una pericolosa palla break nel terzo gioco; lo scozzese infatti non riesce a mettere i piedi dentro il campo anche a causa della pesantezza della palla di Delbonis. Sul 4-4 Murray annulla una pericolosissima palla break che avrebbe mandato Delbonis a servire per il match, tiene il servizio e nel game successivo piazza la zampata del campione alzando nettamente il livello del suo gioco. Prima rimonta da sotto 40-15 e poi si procura un set point che è bravissimo a capitalizzare con un’ottima accelerazione; secondo set Murray e tutto da rifare per Delbonis che fin qui aveva giocato nettamente meglio.
Potrebbe essere girato il match con Murray che inizia a servire per primo nel parziale decisivo, lo scozzese infatti si procura subito una palla break sul 2 a 1 e servizio ma è bravo Delbonis ad annullarla con un ottimo attacco e una gran stop volley; nel punto successivo gran difesa di Murray che ormai rimanda di là qualsiasi cosa e nuova palla break che lo scozzese trasforma grazie a un gratuito dell’avversario. Murray ora sta giocando ad un’altra intensità e l’argentino comincia a pagare gli sforzi di dover giocare sempre un colpo in più commettendo qualche errore di troppo. Lo scozzese sale di autorità 4-1 e sembra avere in pugno il match ma sul 4-2, 30-0, succede l’imponderabile: Murray molla un po’ la presa e subisce il controbreak da Delbonis che vince due punti fantastici con due passanti incrociati, uno di dritto e uno di rovescio, su altrettante volèe non definitive dello scozzese. Non contento sul 5-5 il tennista di Dunblane commette una serie di scelleratezze tattiche giocando un paio di smorzate insensate e letteralmente regala il break ad un Delbonis che ora va a servire per il match. Al momento di chiudere però l’argentino trema rallentando in maniera paurosa il ritmo degli scambi (la grafica segnala un average speed di 49mph) e consentendo a Murray di operare il contro break immediato; degno epilogo dell’incontro è il tie break, visti i continui colpi di scena. Lo scozzese va avanti di un minibreak e sembra di nuovo in controllo ma lo restituisce subito con Delbonis che torna a spingere i colpi solo quando è sotto nel punteggio; sul 4-3 per l’argentino Murray commette due gratuiti esiziali che mandano Delbonis a tre match point, il primo è quello buono ed il sudamericano può festeggiare la vittoria più prestigiosa della carriera, dopo quella su Federer ad Amburgo 2013, giungendo per la prima volta agli ottavi di finale di un Master 1000. Prestazione imbarazzante di Murray soprattutto dal punto di vista mentale e tattico in quanto il match nel terzo era nelle sue mani e l’ha gettato via in maniera a dir poco incredibile; dal canto suo Delbonis sta forse esprimendo il miglior tennis della carriera, la sua palla viaggia nonostante lo stile poco canonico ed aggraziato ma ha mostrato nei momenti topici ben poco coraggio e solo un Murray poco “focused” gli ha consentito di portare a casa il match. Prima grande sorpresa quindi nella parte bassa del tabellone di Indian Wells con l’eliminazione del numero due del mondo e forse strada ancora più spianata per Novak Djokovic per la vittoria finale.
[3] S. Wawrinka b. A. Kuznetsov 6-4 7-6(5) (Emmanuel Marian)
Stan Wawrinka, che vista l’eliminazione di Murray diventa il presumibile favorito della parte bassa del tabellone, affronta il secondo ostacolo del torneo dopo aver usufruito di un bye al primo turno e aver eliminato Marchenko al secondo. Il suo avversario è Andrey Kuznetsov, reduce da un inizio di stagione molto incoraggiante. Non ci sono precedenti tra i due.
Il match, spostato sul campo 2 per l’imprevedibile protrarsi degli incontri sul centrale, inizia senza offrire particolari sussulti e i giocatori hanno vita molto facile nel tenere velocemente i rispettivi turni di servizio. Il russo dimostra di vivere un momento di particolare fiducia e gioca senza timori di sorta: sistemato ben vicino alla linea di fondo, spinge con convinzione il rovescio incrociato e riesce a evitare che il suo avversario colpisca da fermo, mantenendo il match molto più equilibrato del previsto . I primi problemi per il numero 55 del mondo si presentano all’ottavo game, quando Wawrinka si porta sullo 0-30, ma Kuznetsov mette in mostra armi inedite del suo repertorio, scendendo per tre volte a rete e chiudendo il game mettendo a segno quattro punti consecutivi. La situazione si fa tuttavia irreparabile nel decimo gioco, quando il vodese si procura tre consecutive palle break che equivalgono ad altrettanti set point: Wawrinka converte il primo costringendo Kuznetsov ad un fuorigiri con il dritto.
Il secondo parziale si apre con una serie di giochi tumultuosi per il giocatore in battuta. Nel primo game il numero 4 del mondo salva tre palle break, prima di procurarsene tre nel quarto gioco grazie a un magico lob e a una devastante risposta di dritto, ma Kuznetsov si aggrappa alla prima di servizio e rimane a galla. Il break però è nell’aria e l’impresa riesce al russo nel settimo game: Stan getta alle ortiche un comodo rovescio e con il successivo doppio fallo si trova inopinatamente a rincorrere, ma Andrey, al momento di chiudere il parziale sul 5-3, gioca un game pessimo costellato di errori banali e riabilita lo svizzero. Il set si decide in un tiebreak che Kuznetsov gioca contrito: l’occasione persa pesa sul suo morale non meno della fatica, regala due punti sul proprio servizio che nel frattempo è enormemente calato e non trasmette più l’impressione di poter riemergere. Wawrinka chiude la contesa in un’ora e ventuno minuti: ad attenderlo al quarto turno troverà David Goffin.
[12] M. Raonic b. [17] B. Tomic 6-2 3-0 rit. (Raffaello Esposito)
In quali modi si può vincere una partita di tennis? I due avversari di oggi propongono soluzioni diverse al dilemma. Il primo ha solo l’imbarazzo della scelta col suo talento ma sovente sbaglia strada e perde, l’altro ne conosce solo uno, la concretezza, segue la massima di Jack Kramer (“…innanzitutto tieni il servizio”) e vince spesso. Questa è solo una delle possibili chiavi di lettura del terzo turno odierno che vede opposti l’australiano Bernard Tomic e il canadese Milos Raonic. Entrambi attualmente sono poco oltre la top ten ATP e reduci dalla recente semi di Brisbane vinta dal secondo con doppio tie-break. Milos poi è rientrato solo ora dall’infortunio muscolare subito contro Murray a Melbourne che ne ha interrotto l’ottimo momento di forma, comprovato dalla vittoria di Brisbane contro il mago di Basilea. Vedremo se prevarrà l’innata naturalezza di Bernard nel toccare la palla o la metodicità del micidiale schema servizio-dritto del canadese.
Entrambi vincenti in due set nel turno precedente, Tomic con qualche patema in più contro Ram. Il sorteggio favorisce Bernard che serve ma Milos gioca un game da urlo. Vola 0-40 con un dritto vincente e due attacchi consecutivi, l’ultimo dopo gran risposta e chiuso da una volée smorzata. E basta questo perché un Tomic col ricorrente problema al polso scompaia dal primo set. Un secondo break nel quinto gioco causato da tre errori quasi consecutivi di dritto fissa il punteggio sul 6-2 in una manciata di minuti.
L’australiano ha reale difficoltà e nell’ultimo cambio campo si è fatto fasciare stretto il polso ma perde ancora il servizio d’apertura del parziale da 30-0 sopra, dando la netta impressione di non riuscire a spingere bene la palla. Quando cede pure il secondo turno di battuta Bernard si avvicina al giudice di sedia e comunica il proprio ritiro. Rimpianto per un match promettente che non c’è stato ma per quel poco che s’è visto Raonic è in palla. Berdych, che lo incontrerànegli ottavi, è avvisato.
[8] R. Gasquet b. [26] A. Dolgopolov 2-6 6-2 6-1 (Raoul Ruberti)
Il giorno della compilazione del tabellone la sfida, possibile, tra Gasquet e Dolgopolov si prospettava tra le più appetitose, ma anche capace di concludersi malissimo e in un batter di ciglia. Finisce per essere entrambe le cose, tra colpi da capogiro ed errori gravi e ripetuti. Dolgopolov parte alla grande: con Gasquet pavido che tenta di provocarne l’errore – quasi soltanto rovesci in slice e dritti tre metri sopra il nastro – le palle gli arrivano comode per trovare il vincente da ogni direzione. Dal primo break in poi, l’ucraino prende il largo chiudendo il primo set con facilità.
Richard apre il secondo con un doppio fallo, 37 minuti dopo Alex lo conclude allo stesso modo; nel mezzo, ogni dinamica dell’incontro viene invertita. Scottato dalle prodezze in risposta subite, Gasquet forza la seconda di servizio commettendo però soltanto più doppi falli del consentito. Gli azzardi eccessivi di Dolgopolov tuttavia smettono pian piano di ripagarlo e un paio di opportunità per il passante vengono sprecate, mentre Gasquet stecca di meno, mette a segno i primi vincenti e alla fine è proprio lui a interrompere la guerra dei break (tre consecutivi). Da quel momento in poi il tennista di Béziers, conscio che spesso il suo controllo sui punti del match è ridotto al minimo, cerca di premere di più spingendo la palla verso il corpo dell’avversario. Dolgopolov, paonazzo nonostante una temperatura non esagerata, adesso attende di scambiare qualche palla prima di chiudere e la scelta gli è fatale. Il match ben presto diventa a senso unico francese e, come nei due antichi precedenti (2010 e 2011), la vittoria infine schiacciante è di Richard Gasquet.
[10] M. Cilic b. L. Mayer 6-4 6-3 (Diego Serra)
Vince facile Marin Cilic contro Leonardo Mayer, numero 46 dell’ATP, e approda agli ottavi di finale di Indian Wells, dove incontrerà Gasquet. I precedenti tra i due tennisti erano di due vittorie a zero per il croato, tutte ottenute al Roland Garros, e la partita sul cemento americano ha confermato le aspettative, nonostante Mayer sia l’argentino più attrezzato per giocare sul veloce. Primo set molto lineare e dominato da chi serve, non si contano infatti palle break, Cilic entra bene nel campo con la sua potenza ma Mayer è bravo al servizio. Fino al decimo game, dove sul 5-4 è l’argentino a concedere la prima palla break, nonché set point. Bravo Mayer a difendersi nell’occasione, non altrettanto due minuti dopo sulla seconda palla break, che stavolta Cilic realizza portandosi a casa il set.
Secondo set che inizia con un Mayer aggressivo, e con Cilic che si difende alla battuta da due palle break, con successo. Nel secondo game è invece l’argentino a concedere due palle break e di nuovo Cilic strappa il servizio al rivale. Gli unici due game dove i tennisti sono apparsi in difficoltà al servizio. Nel quarto game Mayer si difende bene da una palla break croata, ma mai riesce nei game successi a impensierire Cilic nel proprio turno di battuta. Marin chiude nel nono game con il servizio al primo match point. Partita con pochi sussulti, discretamente disertata dal pubblico sugli spalti americani. Marin continua la corsa ai primi otto del mondo.
[6] T. Berdych b. B. Coric 6-1 7-6(3) (dal nostro inviato a Indian Wells, Vanni Gibertini)
C’erano tutti gli ingredienti per una bella partita: un consolidato Top-10 contro un giovane emergente in grande ascesa, un colpitore opposto ad un contrattaccante, il secondo stadio più grande del mondo. Ed invece per larga parte del match si è assistito ad un assolo di Tomas Berdych che ha trovato ben poca resistenza da parte di Borna Coric, insolitamente falloso oltre ogni limite immaginabile. Il croato riesce nell’impresa di vincere solo tre punti sulla sua battuta in tutto il primo set, e non va oltre i sette se si includono anche i primi tre turni di battuta del secondo parziale, quelli che consentono a Berdych di portarsi in vantaggio per 4 a 1 “pesante”.
È molto probabile che sulla qualità mediocre della partita nel primo set e mezzo, soprattutto per quel che riguarda la prestazione del croato, abbia influito in maniera rilevante il ritardo con cui i due sono scesi in campo a causa del protrarsi delle partite precedenti (Murray – Delbonis era durata quasi tre ore, e Bouchard – Bacsinszky ben oltre le due). Entrambi hanno trascorso oltre un’ora fianco a fianco nel piazzale antistante gli spogliatoi effettuando le routine di riscaldamento in attesa di essere chiamati per l’ingresso in campo. Quando Bacsinszky si è trovata in dirittura d’arrivo nel secondo set, i due giocatori avevano aumentato l’intensità del riscaldamento, per poi scoppiare a ridere e rimettersi a sedere una volta sentito il boato del centrale che sottolineava la vittoria del secondo set da parte di Bouchard.
Si tratta certamente di situazioni non insolite per tennisti professionisti, ma è facile intuire come in questa circostanza la maggiore esperienza di Berdych nel gestire questi imprevisti possa averlo avvantaggiato nei confronti del suo più giovane avversario.
Ad un Coric che faticava non poco a trovare il ritmo partita si aggiungeva anche un Berdych estremamente preciso nei colpi da fondocampo, potenti e angolati come nei giorni migliori.
Ma per la fortuna degli spettatori (e per il terrore degli organizzatori, che già avevano fatto entrare gli spettatori della sessione serale), arrivato in vista del traguardo il ceco allentava la presa quanto basta per dare un po’ di coraggio al giovane Borna e per riaprire la partita.
Sul 4-1 Berdych si ritrova subito 0-40, si aggrappa al servizio ma poi, sulla terza palla break, il rovescio lo tradisce. Nel game seguente, nel quale Coric riesce a vincere più punti (8) di tutti quelli che aveva vinto nei suoi precedenti turni di battuta, è ancora il rovescio a tradire Tomas, che però ora deve anche fare i conti con un Coric decisamente più pungente ed aggressivo.
Rimane un break di vantattio per Berdych, che arriva a servire per il match sul 5-4, si procura due match point che però il croato annulla con grande carattere (la volée di rovescio con piroetta entra di diritto negli highlights della giornata), rivelando le stimmate del combattente di razza. Sul 40-40, la prima di servizio di Berdych lunga di oltre tre metri fa presagire che la partita potrebbe allungarsi, ma sul 5-6 Tomas non perde la calma, si aggrappa alla battuta e nel tie break alza il livello quanto basta per avvantaggiarsi di tre errori gratuiti di rovescio di Coric e chiudere il match evitando un insidiosissimo terzo set. Ora per lui, negli ottavi di finale, la sfida tutta da gustare con Milos Raonic.
Risultati:
F. Delbonis b. [2] A. Murray 6-4 4-6 7-6(3)
[6] T. Berdych b. B. Coric 6-1 7-6(3)
[3] S. Wawrinka b. A. Kuznetsov 6-4 7-6(5)
[12] M. Raonic b. [17] B. Tomic 6-2 3-0 rit.
[8] R. Gasquet b. [26] A. Dolgopolov 2-6 6-2 6-1
[13] G. Monfils b. A. Ramos-Vinolas 6-1 6-3
[15] D. Goffin b. G. Pella 4-6 6-3 6-2
[10] M. Cilic b. L. Mayer 6-4 6-3