[5] R. Nadal b. [4] S. Wawrinka 6-1 6-4 (dal nostro inviato a Montecarlo, Ruggero Canevazzi)
Dopo l’ottavo di finale contro Thiem, Nadal appare sempre più tra i favoriti alla vittoria finale, ma ora se la deve vedere contro Stanislas Wawrinka, giunto ai quarti a fari spenti, senza farsi troppo notare complici anche l’eliminazione di Djokovic all’esordio e la stessa gara di Nadal (a tratti di nuovo eccellente), ma senza perdere un set. La sfida si preannuncia quindi apertissima, con Nadal leggermente favorito. Il pubblico spera di vedere la sfida tra i topponi del semifinalista di Indian Wells e i fendenti piatti e fulminei del campione del Roland Garros 2015.
Il match delude le attese. È bastato un buon Rafa, regolare in tutti i fondamentali, per avere la meglio in poco più di un ora di un Wawrinka di fatto mai in partita.
Nel primo set l’equilibrio è rotto dal break di Nadal al quarto gioco, sul 2-1 per lui: Wawrinka annulla due palle break ma capitola alla terza, dopo aver già commesso diversi gratuiti. Nel gioco successivo gli errori continuano e il campione del Country Club nel 2014 s’infuria con se stesso e spezza la racchetta facendo leva col ginocchio. Piovono fischi dal pubblico. Il gesto non edificante non serve a Stan per scuotersi, che sotto 4-1 subisce un secondo break sparando in rete un dritto senza convinzione, ricordando l’atteggiamento di Fognini nel match con Lorenzi, che scatenò i fischi del pubblico. Nadal chiude 6-1 dopo appena 25 minuti con un parziale di 5-0.
Nel secondo parziale si vede un po’ più di partita, Wawrinka continua a sbagliare, ma ci mette almeno più orgoglio, anche se è sempre lui a faticare a tenere il servizio, trascinandosi ai vantaggi sia nel primo che nel terzo gioco. Il break è nell’aria e arriva puntuale sul 2 pari, con il mancino di Manacor che picchia duro col suo dritto e lo svizzero che non riesce a contenere. Il numero 4 del mondo raggiunge la sua postazione dando un colpo alla sedia per la frustrazione. Subito dopo però Nadal accusa un passaggio a vuoto e con tre errori restituisce subito il break: 3 pari. È comunque un fuoco di paglia, perché Wawrinka continua a faticare da matti per tenere la battuta: nel settimo game annulla due palle break, poi due giochi più tardi commette tre errori grossolani (mastodontico il primo con un rovescio a campo aperto giocato sulla linea del servizio sparato sui teloni, in pieno stile Camila Giorgi…) e un doppio fallo, mandando Rafa a servire per il match. Il vincitore di 14 Slam fallisce due match-point ma chiude al terzo.
In semifinale domani Nadal affronterà Andy Murray, in una partita difficile per entrambi, perchè Murray ha annichilito Raonic, dimostrando che la prova incolore contro Benoit Paire – dove ha seriamente rischiato di perdere – è stata solo un incidente di percorso. I precedenti tra i due vedono Rafa avanti 16-6, anche se Murray ha vinto l’ultimo confronto sulla terra in finale a Madrid nel 2015.
In conferenza stampa Stan Wawrinka è deluso dalla sua prestazione: “Oggi ho sofferto perché vedevo che gli errori che commettevo non calavano mentre il match proseguiva, così la frustrazione per questo non ha fatto altro che deconcentrarmi, come in un circolo vizioso. Ovviamente sono deluso molto, perché vinco uno Slam e poi fallisco moltissimi tornei, però in un anno preferisco portare a casa un Major e poi fare sempre male nel resto della stagione che fare sempre semifinale senza mai vincere!”. Stan trova anche il modo di sorridere quando gli chiedono se la gente a pranzo sulla terrazza del Centrale, richiamata dal giudice di sedia perché troppo rumorosa, l’avesse disturbato: “Quando giochi male cerchi sempre giustificazioni esterne, a Montecarlo è sempre così col ristorante, ma devo dire che proprio non capisco la gente che viene qui per mangiare senza guardare le partite”, suscitando così il sorriso di tutti i presenti.
Tocca poi a Rafa Nadal, che esordisce con una battuta scherzosa sul direttore di Ubitennis. Ubaldo ieri gli aveva fatto due domande sulle 16 palle break che ha annullato a Thiem: “Oggi non ho annullato nessuna palla break, Ubaldo dovrebbe essere contento!”. Poi Rafa si concentra sul match di oggi e sulla semifinale contro Murray domani: “Sono molto soddisfatto di essere in semifinale in un Master 1000, non è una situazione solita in questo periodo. Nel secondo set entrambi abbiamo giocato una buona partita. Domani con Andy sarà durissima, perché è uno forte anche sulla terra. Non dimentichiamo che ha fatto semifinali a Parigi e Roma e ha vinto a Madrid battendomi in finale l’anno scorso”
[2] A. Murray b. [10] M. Raonic 6-2 6-0 (dal nostro inviato a Montecarlo, Carlo Carnevale)
Basta appena un’ora a Andy Murray per superare Milos Raonic, canadese residente a Montecarlo, e qualificarsi per la sua terza semifinale in carriera nel Principato (2009 e 2011, sempre sconfitto da Nadal). Il britannico allunga nei confronti diretti, portandosi sul 5-3 (aveva vinto anche l’ultimo match in Australia a gennaio, in cinque set) e conquistando il secondo successo personale sulla terra rossa dopo Madrid 2015 (Raonic aveva vinto a Barcellona nel 2012): sconcertante prestazione di Raonic, visibilmente a disagio di fronte alla tonicità e alla rapidità dell’avversario, che approfitta anche di una pessima giornata al servizio del canadese considerati gli standard personali. Importante reazione di Murray, che nei Masters nordamericani di marzo si era arrestato al terzo turno, battuto da Dimitrov a Indian Wells e Delbonis a Miami; Raonic, invece, manca l’appuntamento con la seconda semifinale in un 1000 quest’anno, dopo la finale raggiunta a Indian Wells e persa da Djokovic.
L’incontro ha ben poco da dire, Murray anticipa in continuazione avvantaggiandosi della gran quantità di seconde che Raonic è costretto a servire, e indovina risposte ficcanti praticamente da ogni angolazione: Raonic non prende mai l’iniziativa, e soffre le manovre dell’avversario, che gli propone più volte affilatissimi back o palle corte al veleno. Il primo set è il più combattuto e dura otto giochi, per dare una buona descrizione dell’intero match. La durata della partita sfora i sessanta minuti solo a causa dell’andatura ciondolante di entrambi gli atleti, mentre i gratuiti di Raonic si moltiplicano e Murray non tarda a sfruttare l’occasione. “Rispetto a cinque anni fa sono migliorato molto, basta guardare alla stagione scorsa con Madrid” dichiarerà poi lo scozzese nel post-match, che già dagli istanti successivi pare con la testa alla semifinale: “Domani dovrò giocare una partita attenta, Rafa sta tornando ai suoi livelli”.
[13] G. Monfils b. [LL] M. Granollers 6-2 6-4 (dal nostro inviato a Montecarlo, Carlo Carnevale)
Era dal 2000 che non si vedeva un francese in finale a Montecarlo, quando Cedric Piline riuscì addrittura a sollevare il trofeo battendo Dominc Hrbaty in tre set (allora si giocava tre su cinque): il successo di Gael Monfils, che raggiunge Jo Wilfried Tsonga in semi, garantisce la presenza di un transalpino nell’atto conclusivo del torneo. Il guadalupense regola senza troppo affanno il sorprendente Marcel Granollers, primo lucky loser a giocare i quarti in un Masters 1000 da Chardy nel 2012 (a Cincinnati, perse da Del Potro; il migliore fu Joachim Johansson, che raggiunse la semifinale a Toronto 2004, perdendo da Federer), infilando un parziale di 6-1 per ricucire lo strappo in avvio di secondo set. Granollers, che ha compiuto trent’anni martedì, perde ai quarti di finale in un 1000 per la terza volta in carriera (dopo Roma 2013 e Toronto 2012), ma può considerarsi soddisfatto per aver dato tutta in questa settimana.
Pubblico ovviamente schierato ma mai irrispettoso dello spagnolo, che accusa l’emozione di una situazione così inaspettata e cede il servizio in avvio, accusando i potenti dardi di Monfils: bravissimo Gael a variare le direzioni, e mescolare violente bordate a variazioni di ritmo, aggiungendo anche soluzioni di tocco. Granollers perde la battuta una seconda volta in chiusura di primo set, ma mostra una discreta garra in avvio di secondo, quando approfittando del calo di tensione dell’avversario si lancia in un imprevisto allungo fino al 3-0, trovando anche il tempo per vincere un punto da seduto: a Monfils va il merito di non scomporsi, scalando le marce fino allo sprint finale, quando ottiene il break del 5-4 a zero, sigillandolo con un bel rovescio stretto in diagonale. L’ultimo game è burocrazia e domani sarà semifinale con il grande amico Jo-Wilfried Tsonga, che Monfils sa essere un avversario ostico: “Jo gioca bene contro i francesi – dichiara lui – io ho sempre difficoltà” (2-4 il bilancio, Monfils ha vinto l’ultimo a Miami 2015). La sessione giornaliera si chiude con la consapevolezza di portare un francese a giocarsi il titolo di Montecarlo, mentre LaMonf regala ancora qualche guizzo dei suoi in conferenza stampa: “Ho sofferto ipoglicemia ad un certo punto, il mio fisioterapista mi ha consigliato di bere Coca-Cola”.
Risultati:
[2] A. Murray b. [10] M. Raonic 6-2 6-0
[5] R. Nadal b. [4] S. Wawrinka 6-1 6-4
[8] J.W. Tsonga b. [3] R. Federer 3-6 6-2 7-5
[13] G. Monfils b. [LL] M. Granollers 6-2 6-4