Gli occhi vanno pensati come un organo enterocettivo, con muscoli che devono essere forti, veloci e resistenti, e che possono stancarsi e muoversi in modo non adeguato nella continua ricerca di palla durante lo scambio, esattamente come qualunque altro muscolo del corpo. Ma gli occhi sono anche e soprattutto un organo esterocettivo, che riceve informazioni dall’esterno e le trasmette al sistema nervoso centrale, con grande importanza nella codifica delle informazioni stesse. La visione è quindi un mezzo che collabora strettamente con il cervelletto, l’organo superiore per la gestione della postura e del movimento. Non a caso molti studi dimostrano che la visione è la guida del sistema motorio.
Andrea Cagno è un optometrista posturale, comportamentale e sportivo, ed è istruttore di tennis. Sulla base degli studi e delle molte collaborazioni con atleti, tecnici, preparatori, fisioterapisti e neuroscienziati ha creato e brevettato un sistema di allenamento visivo neurologico motorio per lo sport chiamato S.V.T.A. (Science Vision Training Academy). È un sistema che nel corso degli anni è stato strutturato specificatamente per il gioco del tennis, insieme con il coach ed istruttore di tennis Massimiliano Rinaudo presso il club Carmatennis, che oggi rappresenta il centro tecnico e sperimentale S.V.T.A.
Cagno e Rinaudo hanno strutturato un percorso di allenamento da integrare sul campo, quotidianamente, al lavoro del preparatore e del tecnico. Le abilità visive, le asimmetrie funzionali, la coordinazione, la tecnica, la tattica, la respirazione consapevole, e il timing, sono alcune delle abilità migliorabili in tempi brevi con questo metodo, per ottimizzare la performance dei giovani atleti e dei professionisti.
Ad oggi Cagno e Rinaudo allenano i migliori giocatori under presso i centri tecnici federali e si occupano della formazione per l’area visiva dei tecnici e dei preparatori fisici della Federazione italiana tennis. Il metodo SVTA training è anche in uso presso il J Medical, centro medico e diagnostico situato presso lo Juventus stadium a Torino, e come integrazione visomotoria al training quotidiano all’accademia di Parma della federazione italiana rugby, oltre ad essere utilizzato da molteplici professionisti e campioni olimpici medagliati di diverse discipline sportive.
I principali canali di apprendimento di un atleta sono visivo, uditivo e cinestesico. Cosa rende così funzionale e vincente il metodo SVTA? Principalmente il fatto che l’83% delle informazioni per un facile apprendimento passano attraverso il canale visivo, e che oltre l’80% dei muscoli del corpo si muovono verso un target dopo aver ricevuto un segnale visivo.
Il metodo SVTA utilizza come principale fonte le informazioni visive e le integra con segnali acustici uditivi per espletare un gesto motorio (cinestesico), che sia esso coordinativo o tecnico.
Si lavora quindi sull’integrazione dei 3 canali, per arrivare nel modo migliore al “ponte di comando” dell’atleta, il sistema nervoso centrale.
In un esercizio speciale sulla tecnica delle fissazioni, su dritto e rovescio, si utilizza un “pannello confusione” per stimolare e per ottimizzare l’attenzione sostenuta e selettiva, integrando e perturbando il sistema anche con informazioni uditive. Ricordiamo che la corsa, da alcuni anni, vieta l’utilizzo della musica (cioè di un ausilio artificiale al ritmo) durante una gara, equiparandolo in pratica al doping. Nelle esercitazioni con il metodo SVTA si utilizza per l’appunto il ritmo, insieme agli stimoli visivi, per portare l’atleta alla sua soglia di velocità facendogli superare i propri limiti.
In conclusione, oltre alle immagini presenti nel pezzo, possiamo dare un’occhiata qui sotto a un video in cui il professionista canadese Vasek Pospisil, alla IMG academy, esegue un drill di allenamento con il metodo SVTA.