[1] S. Wawrinka b. [WC/3] M. Cilic 6-4 7-6(11)
È raro che nella finale di un ATP 250 si scontrino due vincitori Slam ma il torneo di Ginevra, sponsorizzato guarda caso da una banca, ha avuto questo dono dalla sorte. Sarà Stan Wawrinka, ormai solido n° 4 del ranking ATP, a fare gli onori di casa sulla terra rossa dell’antico Tennis Club Geneve-Eaux Vives. Lo svizzero sarà presto chiamato a difendere il suo titolo a Parigi, conquistato schiantando in finale sua maestà Djokovic, contro il quale disputò e vinse un memorabile quarto di finale a Melbourne 2014 sulla strada del suo primo Slam. Si dice che quando compongono i tabelloni Nole faccia gli scongiuri… Dall’altra parte del campo si trova il croato Marin Cilic, che ha beneficiato di una wild card e contemporaneamente del ruolo di terzo favorito in virtù dell’undicesima posizione mondiale. Più passa il tempo e più la sua vittoria a New York 2014 sembra frutto di una congiunzione astrale irripetibile, ma lui meritò perché seppe approfittare di un Federer esausto in semifinale e non diede poi possibilità al miglior Nishikori di sempre. È probabile la sua candidatura al “Club Yvon Petra 1946”, che accoglie fra le sue file i monovincitori Slam come Krajicek o Chang. I precedenti dicono 9-2 Stan quando poco dopo le tre del pomeriggio si aprono le ostilità.
Cilic parte pesante al servizio e spinge da subito i suoi splendidi colpi piatti a costo di qualche errore, è la sola tattica che potrebbe portarlo alla vittoria ma nel terzo gioco gli costa il break. Wawrinka si piazza placido ben fuori dal campo, alterna lunghezza ed effetto dei propri colpi e raccoglie il break con tre errori consecutivi dell’avversario. Stan sembra un gatto sornione e senza strafare difende il proprio vantaggio principalmente perché quando lo scambio si allunga il punto è quasi sempre suo. Il palleggio di entrambi è pesante, la velocità di palla elevata ma le traiettorie sono ben diverse. I colpi del croato tendono al rettilineo mentre quelli dello svizzero hanno maggior margine di sicurezza, da qui la differenza in termini di errori. L’incontro rimane combattuto e piacevole, con lampi di gran tennis, come il rovescio lungolinea sparato dalle tribune che procura a Stan un’altra palla break nel settimo gioco oppure lo schiaffo al volo seguente del croato che la annulla. Nulla comunque cambia sotto il sole di Ginevra e Wawrinka fa suo il primo set per 6-4, con due soli momenti di incertezza al servizio. Nell’ottavo gioco è sotto 15-30 ma serve tre aces, in quello finale si mangia un set point ma sul 40 pari tira un dritto assassino ed esce d’impaccio.
Troppi errori per Cilic ma la tattica rimane quella, deve chiudere in fretta. Nel secondo parziale lui rimane ben dentro l’incontro e comincia intelligentemente a giocare centrale per non dare angolo alle sventole dell’avversario. La cosa sembra funzionare quando nel secondo game Stan sbaglia qualcosa e va sotto 15-40 prima di salvarsi. Il “come on” e l’urlaccio che sottolineano la conquista del game dimostrano che anche lui tiene a questo titolo. Del resto è in missione Parigi… In quattro dei primi cinque giochi del set i due devono annullare numerose palle break ed in questo bailamme Cilic riesce ad avvantaggiarsi. Scappa sul 4-1 annullando tre opportunità con coraggio e ottimi colpi in un match che si è trasformato in una battaglia medievale con le alabarde. Si lotta in ogni singolo game con momenti di sportsmanship, come dicono gli inglesi, quando per due volte è lo svizzero e una il croato concedono il punto su prime incerte. Cilic ha ridotto drasticamente gli errori e sembra in controllo quando si presenta a servire per il set ma in un game giocato splendidamente da entrambi, fra un super dritto e un rovescio a tutto braccio, manca un set point e perde il servizio che riequilibra tutto. Il tie break è certo la degna conclusione di quanto visto. E sarà splendido. La maggior parte dei punti sono vincenti giocati con cieco coraggio, non siamo certo ai livelli di Borg-McEnroe 1980 ma il pathos è simile. Marin parte alla grande prendendosi i due servizi di Stan con un dritto fotonico e un’ottima risposta ma lo svizzero non molla e in un paio di turni recupera. Dal cinque pari in poi Cilic manca altri quattro punti set intervallati da un match point per Stan sul 10-9. È sfortunato su un nastro, manca una volée di dritto fattibile ma di là Wawrinka ci crede sempre e chiude alla seconda occasione sottolineando a pieni polmoni il rovescio lungo dell’avversario che cli consegna il titolo. Ed ora via verso nuove avventure parigine…