È dal 2013 che Janko Tipsarevic combatte con problemi fisici di varia natura, che l’hanno tenuto lontano dal circuito per lunghi periodi di tempo in questi anni. Importante pertanto per lui essere tornato a giocare un torneo del Grande Slam a distanza di 9 mesi dalla sua ultima partecipazione in un Major (US Open 2015, sconfitto in cinque set da Garcia Lopez al primo turno), anche se è uscito subito di scena sconfitto in tre set da Milos Raonic. A sentire il tennista di Belgrado al termine del match, la sconfitta, oltre che per la bravura dell’avversario, è dovuta anche alle sue attuali difficoltà nel mantenere il focus mentale e la concentrazione. “Gioco bene ma poi ad un certo punto inizio a regalare punti. Le stesse palle in allenamento non le sbaglio. Devo accettare che vada così in questo momento.”
Tipsarevic ha poi confessato che se in campo riesce a non pensare a tutto quello che ha passato, fuori dal rettangolo di gioco fa ancora fatica a credere di essersi lasciato veramente tutto alle spalle.
“I periodi più difficili negli ultimi tre anni si sono verificati ogni qualvolta stavo meglio. Quando cominciavo finalmente a credere di potermi concentrare nuovamente al 100%, fisicamente e psicologicamente, sul tennis, dopo 2-3 settimane di nuovo non mi alzavo dal letto. E ogni volta era come se mi arrivasse addosso un macigno, che mi toglieva la voglia di fare qualsiasi cosa. Ecco, ora che mi alleno e gioco sempre di più senza problemi e dolori, comincio a credere veramente che i dolori non torneranno.”
L’ex n. 8 del mondo rivela poi che l’ultimo guaio fisico, il problema al ginocchio che lo ha costretto all’operazione nello scorso autunno, è stato superato anche grazie all’aiuto di Rafa Nadal.
”Dopo l’operazione al ginocchio ho seguito le indicazioni dei medici di stare in assoluto riposo per sei settimane. Ma ecco che mi è arrivato addosso l’ennesimo macigno: ho dovuto rinunciare agli Australian Open perché a metà dicembre non riuscivo di nuovo ad alzarmi dal letto. Non sapevo cosa fare. Allora ho chiamato Rafa che nel corso degli anni ha avuto molti problemi alla ginocchia. Lui mi ha indirizzato dal professor Cotorro che lo aveva aiutato con una cura a base di cellule staminali. Ero scettico su questo tipo di trattamento, invece in sole due settimane mi ha aiutato tantissimo”.
Quanto accaduto ha cambiato il modo di pensare e vivere di Janko.
“Sicuramente adesso sono grato perché posso ancora giocare. Quando si è un giovane di talento – e io lo sono stato, dato che ero n. 1 al mondo juniores – si crede che si sarà per sempre giovani. Adesso, a 32 anni e mezzo e dopo quasi 3 anni di problemi, apprezzo molto di più ogni singolo giorno ed ogni singolo allenamento”.