A Parigi oggi, sotto il cielo del Bois de Boulogne, si giocherà la finale di una delle edizioni più piovose e sfortunate della storia del Roland Garros. A contendersi il titolo ci saranno Novak Djokovic ed Andy Murray, con il numero uno del mondo avanti 23-10 negli head to head. I precedenti sul rosso dicono 4-1, con lo scozzese che però ha vinto l’ultimo tre settimane fa in finale a Roma, dopo che sette giorni prima aveva perso in tre set combattuti a Madrid . Sarà la settima volta che questi due campioni si sfideranno in una finale dello Slam (il record dell’Era Open lo detengono Federer e Nadal con 8), con Djokovic che ha vinto “soltanto”le finali del giardino di casa australiano, 4 volte, e Murray che ha vinto invece a Flushing Meadows e Wimbledon.
Djokovic cerca di vincere la Coppa dei Moschettieri al dodicesimo tentativo (nessuno ci è mai riuscito dopo averci provato così tante volte) qualificandosi per la quarta volta all’atto conclusivo del torneo parigino, mentre il giocatore di Dunblane è alla nona apparizione, oltre che alla prima finale. Djokovic è arrivato fin qui perdendo un solo set (il primo del match di ottavi contro Bautista-Agut, che ha approfittato anche delle pessime condizioni in cui versava il campo lo scorso martedì), restando in campo per 12 ore e 54 minuti, mentre Murray ha speso quasi 5 ore in più sul rettangolo di gioco – 17 ore e 50 – cedendo due set a Stepanek e Bourgue, prevalendo in “straight sets” sui bombardieri Karlovic e Isner, impiegando poi quattro parziali per avere la meglio su Gasquet ed altrettanti con Wawrinka in semifinale.
Andando avanti nel torneo il numero due del mondo è salito esponenzialmente sotto tutti i punti di vista, dimostrando di essere in grandissima forma fisica e di possedere una maggiore consapevolezza nei propri mezzi. Proprio questo gli ha consentito di superare brillantemente i vari momenti di difficoltà che ha dovuto affrontare in queste due settimane, specialmente il decimo game del quinto set contro Stepanek, il quale è andato per due volte a due punti dall’eliminare il campione di Wimbledon 2013, sbagliando peraltro sul 5-4 30 pari un rovescio lungolinea di attacco non impossibile. La maturità con cui ha saputo gestire l’inizio del quarto set nel match di secondo turno col giovane francese Bourgue, la classe con cui ha concluso il tiebreak del secondo set contro Gasquet e l’autorità con cui ha reagito dopo aver perso il terzo parziale contro Wawrinka sono stati ulteriori sintomi di come il campione britannico stia attraversando uno dei momenti migliori della sua carriera, il migliore in assoluto per quanto riguarda la terra battuta. Djokovic, invece, ha preservato le energie nelle partite che hanno preceduto la finale, soffrendo solamente contro Bautista Agut – terzo set escluso – e vincendo in tre set contro Berdych, giocando poi un’ottima partita in semifinale contro Thiem.
Il serbo è alla caccia dell’unico titolo dello Slam che gli manca, potendo così diventare l’ottavo giocatore a completare il Career Grand Slam, che lo consacrerebbe ulteriormente come uno dei più grandi campioni che il tennis abbia mai avuto. Questo trionfo, inoltre, potrebbe lanciarlo verso la conquista di un Grande Slam che nel tennis maschile manca dal 1969, quando Rod Laver bissò l’impresa compiuta nel 1962 (a ben vedere però quella volta vinse con molti dei migliori giocatori del mondo che erano già passati al circuito professionistico), dopo che Don Budge ci era riuscito per primo nel 1938. Murray, dal canto suo, con questa finale è diventato il decimo giocatore nell’Era Open ad aver raggiunto almeno una volta l’atto conclusivo in tutti e quattro i Major. Il serbo è alla caccia della dodicesima vittoria in uno Slam su venti finali disputate, mentre lo scozzese cerca il terzo successo in una manifestazione di questo livello (2 vittorie e 7 sconfitte il bilancio per lui nelle finali dei 4 eventi tennistici più importanti dell’anno).
Quasi sicuramente il campo sarà pesante e di conseguenza più lento, con la palla che perciò rimbalzerà meno alta del normale.
Murray dovrà cercare di servire bene, cercando di mantenere una percentuale di prime palle sopra al 60%, magari scendendo qualche volta a rete – qualcuno ricorda lo splendido serve &volley sulla palla break nel quarto gioco del secondo set della finale di Roma? – facendo poi ciò che nelle ultime settimane ha imparato a fare molto bene, ovvero entrare subito con i piedi dentro al campo e spingere con il dritto. Riesce a farlo ottimamente sia quando lo gioca in diagonale, sia dal centro verso destra (quindi verso il rovescio di Djokovic) e anche quando gioca l’inside-in, mentre ha più difficoltà nel cambio in lungolinea, colpo che nella finale di Melbourne gli ha creato diversi problemi e che richiede un’esecuzione molto rapida con tempi di reazione estremamente veloci, mentre lui tende a colpire la palla un pochino dietro e talvolta esagerando con la torsione delle spalle. Sarà molto importante che non perda campo proprio sulla diagonale destra, con Djokovic che solitamente è molto bravo a prendere il centro del campo e a comandare lo scambio spingendo fuori dal rettangolo di gioco l’avversario, portandolo a sbagliare o ad accorciare, potendo così chiudere facilmente il punto. Sarà interessante vedere se lo scozzese utilizzerà con frequenza il back di rovescio che, soprattutto se usato in diagonale, potrebbe consentirgli di riguadagnare metri di campo e di offrire a Nole una palla difficile da spingere, avendo così l’occasione di invertire l’inerzia dello scambio. Entrambi probabilmente useranno spesso il dropshot dal lato del rovescio, ma sarà importante per entrambi eseguirlo in maniera oculata (considerando la grande rapidità negli spostamenti in avanti di cui dispongono sia Djokovic che Murray), magari costringendo l’avversario a correre in diagonale dopo averlo spedito lontano dalla riga di fondocampo. Lo scozzese potrebbe poi cercare di chiamare a rete il serbo con un back corto ed insidioso, magari costringendolo poi ad una difficile volée in allungo o a giocare lo smash, che è senza dubbio il colpo meno sicuro del numero uno del mondo. Djokovic, invece, dovrà essere bravo a comandare il gioco con il dritto, guadagnando sempre più centimetri di campo – nella spinta in progressione non ha eguali e diventa impossibile da battere – portando il rivale a giocare in difesa estrema, prosciugandogli molte energie psico-fisiche nel lungo periodo. Il serbo dovrà però stare molto attento a non avere cali nel corso dell’incontro, con Murray che dovrà essere pronto a monetizzare al massimo questa eventualità, magari puntando anche sull’enorme pressione che potrebbe avvertire Djokovic, specialmente se dovesse avvicinarsi allo striscione del traguardo.
Sarà comunque una finale che farà la storia del tennis e che potrebbe davvero regalare grandi emozioni, proprio come quella splendida dello scorso anno, con il numero uno del mondo che naturalmente si augura che finisca in maniera ben diversa.
Gli head 2 head Djokovic-Murray (23-10):
2016 – ATP World Tour Masters 1000 Roma F, Murray b. Djokovic 6-3 6-3
2016 – ATP World Tour Masters 1000 Madrid F, Djokovic b. Murray 6-2 3-6 6-3
2016 – Australian Open F, Djokovic b. Murray 6-1 7-5 7-6(3)
2015 – ATP World Tour Masters 1000 Paris F, Djokovic b. Murray 6-2 6-4
2015 – ATP World Tour Masters 1000 Shanghai S, Djokovic b. Murray 6-1 6-3
2015 – ATP World Tour Masters 1000 Canada F, Murray b Djokovic 6-4 4-6 6-3
2015 – Roland Garros S, Djokovic b. Murray 6-3 6-3 5-7 5-7 6-1
2015 – ATP World Tour Masters 1000 Miami F, Djokovic b. Murray 7-6(3) 4-6 6-0
2015 – ATP World Tour Masters 1000 Indian Wells S, Djokovic b. Murray 6-2 6-3
2015 – Australian Open F , Djokovic b. Murray 7-6(5) 6-7(4) 6-3 6-0
2014 – ATP World Tour Masters 1000 Paris Q, Djokovic b. Murray 7-5 6-2
2014 – Beijing S, Djokovic b. Murray 6-3 6-4
2014 – US Open Q, Djokovic b. Murray 7-6(1) 6-7(1) 6-2 6-4
2014 – ATP World Tour Masters 1000 Miami Q, Djokovic b. Murray 7-5 6-3
2013 – Wimbledon F, Murray b. Djokovic 6-4 7-5 6-4
2013 – Australian Open F, Djokovic b. Murray 6-7(2) 7-6(3) 6-3 6-2
2012 – Barclays ATP World Tour Finals RR, Djokovic b. Murray 4-6 6-3 7-5
2012 – ATP World Tour Masters 1000 Shanghai F, Djokovic b. Murray 5-7 7-6(11) 6-3
2012 – US Open F, Murray b. Djokovic 7-6(10) 7-5 2-6 3-6 6-2
2012 – London Olympics S, Murray b. Djokovic 7-5 7-5
2012 – ATP World Tour Masters 1000 Miami F, Djokovic b. Murray 6-1 7-6(4)
2012 – Dubai S, Murray b. Djokovic 6-2 7-5
2012 – Australian Open S, Djokovic b. Murray 6-3 3-6 6-7(4) 6-1 7-5
2011 – ATP World Tour Masters 1000 Cincinnati F, Murray b. Djokovic 6-4 3-0, Ret.
2011 – ATP World Tour Masters 1000 Roma S, Djokovic b. Murray 6-1 3-6 7-6(2)
2011 – Australian Open F, Djokovic b. Murray 6-4 6-2 6-3
2009 – ATP World Tour Masters 1000 Miami F, Murray b. Djokovic 6-2 7-5
2008 – ATP Masters Series Cincinnati F, Murray b. Djokovic 7-6(4) 7-6(5)
2008 – ATP Masters Series Canada Q, Murray b. Djokovic 6-3 7-6(3)
2008 – ATP Masters Series Monte Carlo R16, Djokovic b. Murray 6-0 6-4
2007 – ATP Masters Series Miami S, Djokovic b. Murray 6-1 6-0
2007 – ATP Masters Series Indian Wells S, Djokovic b Murray 6-2 6-3
2006 – ATP Masters Series Madrid R16, Djokovic b. Murray 1-6 7-5 6-3
In riepilogo:
GRANDE SLAM: 7-2 Djokovic
ATP WORLD TOUR FINALS: 1-0 Djokovic
MASTERS 1000: 14-6 Djokovic
OLIMPIADI: 1-0 Murray
ATP 500: 1-1
Al meglio dei 5 Set: 7-2 Djokovic
Su terra battuta: 4-1 Djokovic
In finale: 9-7 Djokovic (6 Slam, 10 Masters 1000)