Il Queen’s Club di Londra è uno dei circoli più impregnati di storia sportiva di tutto il mondo. Oggi, quella storia è scesa in campo – seppur in borghese – per ricevere l’ennesima ovazione dal pubblico. Boris Becker, John McEnroe e gli australiani Roy Emerson e Lleyton Hewitt, facenti parte della lista degli otto tennisti capaci di vincere quattro volte il torneo, hanno sfilato sull’erba del centrale prima del match di Andy Murray, che quest’anno tenterà di superarli.
Dei quattro campioni, Becker conquistò al Queen’s il proprio primo trofeo in carriera, mentre McEnroe ottenne qui la propria prima esperienza da professionista. “Persi in finale da Tony Roche” ricorda il SuperBrat davanti ai microfoni, “e decisi che volevo giocare al volo bene come lui”. E se sembra di parlare di una vita fa (era il 1978) basta guardare qualche posto a fianco, dove Lleyton Hewitt guarda con ammirazione Roy Emerson, settantanove anni e quattro tornei del Queen’s vinti consecutivamente. Nel consegnargli la replica della coppa, Lleyton spende parole di ringraziamento: “Senza di lui, senza la sua generazione, non avremmo mai avuto le possibilità che abbiamo oggi. Se il tour ATP funziona così bene da darci da vivere è merito di Roy e di quelli come lui“. Emerson intanto si guarda attorno, stupefatto: “Ai miei tempi, un pubblico del genere qui era impensabile. Tribune così grandi, tutta questa folla…”
Ultimata la consegna dei trofei commemorativi – ce n’è una a testa anche per McEnroe e Becker, mentre Hewitt deve accontentarsi di “dividerla” con il proprio idolo – è il momento di posare per i fotografi. Poi tocca ai tennisti di oggi, consapevoli che fare di meglio non sarà certo facile.