[12]J.W. Tsonga b. [7] R. Gasquet 4-2 rit. (da Londra, Laura Guidobaldi)
Finisce dopo 24 minuti l’atteso derby francese del Big Monday. Richard Gasquet, dopo aver subito il break sul 3-2 per Jo-Wilfried Tsonga, è costretto a lasciare il campo per un infortunio, forse alla schiena. Il tennista di Le Mans affronterà ora Andy Murray.
“Non sapevo che Richard stesse male, ma aveva qualche fastidio già dal match precedente. Poi, di colpo è stato davvero male e non ha più potuto giocare. Siamo usciti insieme dal campo e nello spogliatoio l’ho lasciato, penso che abbia cominciato un trattamento medico. Certo è importante per me essere approdato ai quarti a Wimbledon ma avrei voluto vincere diversamente“.
Tsonga supera il record di Jean Borotra, diventando il francese con più vittorie nei tornei dello slam (104): “È da tanto che mi parlano di questo record e finalmente è arrivato. Sono felice di lasciare un segno nel tennis francese nel mio piccolo“.
“Si tratta di un dolore intercostale, come se avessi una lama di rasoio sul fianco sinistro” ha spiegato Richard dopo il match. “A tratti è estremamente doloroso, non credo si tratti di uno strappo ma sento molto dolore. Spero che non sia uno strappo. Domani ritornerò a Parigi e mi sottoporrò a una risonanza magnetica. Dal torneo di Barcellona mi è accaduto già due volte, sempre sul fianco sinistro”.
[6] M. Raonic b. [11] D. Goffin 4-6 3-6 6-4 6-4 6-4 (Lorenzo Dicandia)
Raonic contro Goffin non avrà il fascino dello scontro generazionale e stilistico fra Murray e Kyrgios, né tantomeno il pathos di un derby francese come quello tra Gasquet e Tsonga: tuttavia rappresenta l’unica partita di quarto turno tra due giocatori attualmente nella top 10 della Race. Le aspettative, dunque, sono alte. Raonic deve ancora assaporare in quest’edizione di Wimbledon la sgraditissima sensazione di perdere un turno di battuta. Goffin, dal canto suo, ha avuto vita piuttosto semplice nel cammino verso questa partita: un solo set lasciato per strada, contro Istomin, e poi mai costretto ad arrivare a sette giochi per conquistare un set. I precedenti fra i due sono in parità, entrambi i match si sono conclusi al terzo set, il primo vinto da Raonic nel 2014, il secondo da Goffin quest’anno. Il primo set segue un leitmotiv tattico prevedibile: Raonic conquista la rete appena ne ha l’occasione, nel tentativo di mettere a frutto i consigli di McEnroe; Goffin gioca molto vicino alla riga di fondo, è solido e non si lascia intimorire dai due metri del canadese che minacciosi s’avvicinano a rete. Il belga è il primo a dover affrontare due palle break, sprecate malamente da altrettanti gratuiti di Raonic, costretto invece a capitolare sul suo servizio nel settimo gioco. Primo break subito nel torneo, a causa di qualche errore di troppo e di discese a rete facili da leggere per Goffin. Il set prosegue seguendo i servizi ed il belga lo conquista per 6 giochi a 4.
Una risposta vincente di rovescio in controtempo porta Goffin a guadagnarsi due palle break anche nel primo gioco del secondo set, questa volta annullate dal servizio, marchio di fabbrica canadese. Il belga, però, sta giocando meravigliosamente: legge il servizio di Raonic con facilità, domina negli scambi e gioca passanti con facilità disarmante. Il break nel secondo set è questione di minuti, ed arriva puntuale nel quarto gioco. Raonic appare frastornato, quasi travolto dall’ondata così pulita e geometrica di Goffin. Riesce comunque a conquistare due palle break, ma l’atteggiamento è passivo e Goffin le annulla facilmente. Il doppio fallo con cui Raonic cede il secondo break ed il set è emblematico della confusione che si annida nella testa del canadese. 6-4 6-3 per Goffin dunque, ad un solo set dal secondo quarto di finale Slam consecutivo. Il belga sente, però, ad inizio terzo set avvicinarsi l’odore della vittoria e, impaurito, con due doppi falli ed un gratuito di rovescio regala il break a Raonic. Un’ interruzione di una trentina di minuti per un improvviso scroscio d’acqua (guarda un po’..) non distrae la sesta testa di serie, che tiene il servizio fino al 6-4 finale.
Il quarto set prosegue sulla falsariga del terzo. Goffin ha un’occasione per scappare nel terzo gioco ed uccidere forse la partita, ma non la sfrutta e nel turno di servizio successivo due gratuiti consecutivi lo condannano ad inseguire sotto di un break ancora una volta. Raonic ci è nato un break sopra, i colpi diventano più fluidi, ed ecco in un battito di ciglia il quinto set. Le percentuali di Raonic al servizio sono cresciute esponenzialmente in questi ultimi due set, così come la realizzazione a rete. Goffin sembra il più provato sia mentalmente che fisicamente, ed il servizio pare abbia perso in spinta. Raonic si conquista quindi tre palle break consecutive sul 2-2. Le prime due se ne vanno, ma la terza è accompagnata da un dritto d’attacco troppo potente su cui Goffin non può far altro che mettere la racchetta. È break per Raonic che si può ora giocare il match sui suoi turni di servizio. Il canadese non trema e chiude la partita 4-6 3-6 6-4 6-4 6-4 in poco più di tre ore, recuperando per la prima volta in undici occasioni da due set di svantaggio. Affronterà ora da grande favorito, in una sfida fra giganti, l’americano Sam Querrey.
[28] S. Querrey b. N. Mahut 6-4 7-6(5) 6-4 (da Wimbledon, Roberto Salerno)
Partita poco attraente quella tra Sam Querrey e Nicolas Mahut che si sperava potesse offrire migliori spunti. Invece, forse tradito dal ritorno in quel campo in cui aveva giocato 138 game e un quinto set di 8 ore, Mahut, chissà, ha inconsciamente preferito non infastidire troppo il giustiziere di Djokovic. Il quale arriva ai quarti di finale per la prima volta in uno Slam non avendo mai fatto vedere chissà quali pregi. Oggi Sam ha servito meno bene che contro Djokovic – 23 ace e 58% di prime, contro Djoko furono 31 e 59% ma in 4 set – ma ha portato a casa di più, visto che Mahut è stato un disastro soprattutto in risposta. Basti dire che quando Querrey ha messo la prima Mahut ha fatto il punto solo due volte nel primo set e poi mai più, non a caso l’unico set in cui il francese ha avuto a disposizione una palla break, vedete un po’ voi. Ben presto si è capito che l’unica curiosità riguardava il momento in cui Nicolas avrebbe preso il break, e quando Mahut si è trovato per 3-2 e servizio nel tiebreak i due disastrosi punti seguenti hanno tolto le residue speranze di avere un match di qualche interesse. Scorato, il francese ha subìto il break in apertura di terzo set e buonanotte ai suonatori.
[9] M. Cilic b. [5] K. Nishikori 6-1 5-1 rit. (Emmanuel Marian)
Marin Cilic conquista per il terzo anno di fila i quarti di finale a Church Road, ma stavolta non deve giocare per guadagnare il notevole risultato. Non deve giocare perché Nishikori, suo avversario nella più imprevedibile finale slam degli ultimi anni, come troppo spesso gli capita è costretto a fronteggiare un avversario molto più minaccioso rispetto a quello che si trova dall’altra parte del match, ovverosia il fisico di cristallo che da sempre ne funesta le ambizioni. Presumibile vittima di un infortunio alla schiena, il ribattitore di Shimane non è in grado di servire, riducendosi il suo colpo d’inizio scambio a una blanda rimessa in campo che a stento sfiora le ottanta miglia orarie, e il primo set è una breve via crucis di sedici minuti in cui il numero cinque del seeding raccoglie sette punti realizzando il 42% con la prima palla in campo: numeri che rendono superflua qualsiasi ulteriore considerazione tecnica.
Cilic, da par suo, sente il servizio rovente sin dal riscaldamento, spara dodici ace e addirittura completa un game perfetto, bastandogli evitare le naturali distrazioni del caso per conservare un comodo vantaggio. Nishikori, che già al momento del suo ingresso sul Court 2 ha la faccia rassegnata di chi non scorge alcuno spiraglio di scampo, resta sul prato fino al 5-1 Cilic nel secondo set incurante del parere negativo di Dante Bottini, che a ogni pausa lo invita con plateali gesti ad abbandonare la contesa. Cilic, davvero poco impegnato nei quattro incontri finora disputati, con ogni probabilità nei quarti di finale misurerà la condizione, e le ambizioni da titolo, di Roger Federer.
[32] L. Pouille b. [19] B. Tomic 6-4 4-6 3-6 6-4 1 -8 (Bruno Apicella)
Lucas Pouille raggiunge i quarti di finale sull’erba di Wimbledon, battendo al termine di un match chiuso sul 10 a 8 del quinto set l’australiano Bernand Tomic. Proprio Tomic, nel 2011, aveva raggiunto per la prima volta i quarti di finale nello slam londinese prima di essere sconfitto da Novak Djokovic, mentre il francese non era mai andato oltre il secondo turno in nessun torneo dello Slam. E proprio quest’ultimo, numero 30 ATP, ha prevalso alla distanza riuscendo a leggere meglio i colpi dell’australiano (oggi n. 19), che sul finire della partita è apparso un po’ in affanno dal punto di vista fisico.
Tomic ha iniziato il match con un break che gli ha permesso di salire subito sul 3 a 1. Pouille, però, non ha mollato un punto e ha continuato a spingere procurandosi le occasioni per rientrare in partita: ha recuperato il break di svantaggio per poi salire sul 5 a 4, con l’australiano che si è trovato a servire per allungare il set. A questo punto, però, il francese ha saputo comandare gli scambi e trovare buone soluzioni vincenti, piazzando bene i piedi dentro al campo di gioco. È stato un dritto finito lungo di Tomic a consegnargli il set. Nel secondo set i game sono andati via molto velocemente: entrambi hanno spinto con i colpi di inizio gioco, e nel settimo game è stato l’aussie a cogliere l’occasione per breakkare, salendo sul 4 a 3 per poi chiudere il set sul 6 a 4. Durante il parziale, Pouille aveva chiesto l’intervento del fisioterapista per un problema al piede. Dopo una sospensione per pioggia si è tornati in campo per il terzo set. Entrambi i giocatori hanno scambiato poco, preferendo cercare di chiudere subito o con l’ace o con i colpi da fondo, provando anche qualche soluzione a rete. È stato il francese ad avere per primo quattro palle break, nel sesto game, ma non è riuscito a concretizzarne nessuna. E nel game successivo è stato costretto a cedere la battuta, anche perché Tomic ha giocato a braccio sciolto ed è riuscito a fare la differenza con i passanti di dritto. Il numero 19 del mondo ha chiuso in risposta per 6 a 3. A decidere il quarto set è stato un break ottenuto dal transalpino, in grado di sbagliare pochissimo: le statistiche, infatti, riportano un solo errore commesso da Pouille nel quarto set a fronte di undici vincenti messi a segno. Il match è andato, quindi, al quinto e decisivo set.
In apertura Tomic si è trovato costretto ad annullare tre palle break consecutive; l’australiano ha però tenuto il servizio e ha provato a lottare nei game di risposta. Entrambi hanno chiesto molto alla battuta (29 gli ace di Tomic in tutto il match, appena due in meno quelli di Pouille) anche se Bernard è stato il primo a strappare il servizio e salire 4 a 2. Non è però riuscito a mantenere il vantaggio, e da lì in poi si è seguito l’andamento del servizio. L’incontro si è alzato di livello e i due giocatori hanno messo in campo un ottimo tennis. Nel diciassettesimo game è stato Pouille a fare la differenza, trovando rovesci vincenti che gli hanno permesso di prendersi il break decisivo. Nel momento di servire per il match, mantenere lucidità e freddezza gli ha permesso di chiudere con due ace consecutivi e regalarsi il primo quarto di finale in carriera in un major.
Risultati:
[3] R. Federer b. S. Johnson 6-2 6-3 7-5
[2] A. Murray vs [15] N. Kyrgios 7-5 6-1 6-4
[12] J.W. Tsonga b. [7] R. Gasquet 4-2 rit.
[9] M. Cilic b. [5] K. Nishikori 6-1 5-1 rit.
[6] M. Raonic b. [11] D. Goffin 4-6 3-6 6-4 6-4 6-4
[10] T. Berdych vs J. Vesely 4-6 6-3 7-6(8) 6-7(9) sospesa
[19] B. Tomic vs [32] L. Pouille 6-4 4-6 3-6 6-4 10-8
[28] S. Querrey b. N. Mahut 6-4 7-6(5) 6-4