[1] S. Williams b. A. Pavlyuchenkova 6-4 6-4 (da Londra, Laura Guidobaldi)
Nel loro primo scontro sull’erba, Serena Williams arresta la corsa di Anastasia Pavlyuchenkova con un doppio 6-4 portando così a sei i successi sulla russa in altrettanti scontri diretti. La n.1 del mondo approda così alla sua decima semifinale ai Championships ed è a caccia del suo settimo titolo a Church Road, nonché del 22esimo Major, che le varrebbe il raggiungimento del tanto agognato record di Steffi Graf. Ma onore alla neo 25enne di Samara per aver raggiunto per la prima volta in carriera i quarti di finale dello slam londinese. Nonostante una buona prestazione, Anstasia non è riuscita a prendere il largo nello score. Serena dà prova, ancora una volta, della sua superiorità nella potenza e nel migliorare in precisione nei momenti più delicati del match.
Nel primo set, l’inizio è con il turbo per la n. 1 del mondo che si assicura in un baleno il vantaggio di 2-0. Anastasia, nel suo primo quarto di finale ai Champioships, reagisce prontamente, aiutata non poco dalla stessa Williams che commette alcuni errori grossolani. Ed ecco che la russa, trovando progressivamente le misure, la raggiunge sul 2-2 per poi sorpassarla sul 3-2. Non tarda tuttavia la reazione dell’americana che bilancia subito i conti sul 3-3. “Nastia” ora è sempre più in partita, riuscendo a gestire al meglio la propria battuta e salire 4-3. Nonostante la corporatura massiccia, la russa si muove bene in campo; non è sempre così invece per Serena che, quest’oggi, appare più goffa e più lenta negli spostamenti. Attenzione perché ora ci sono tre palle break per la tennista di Saginaw. La Pavlyuchenkova viene tradita dall’ansia, commette doppio fallo sullo 0-40 consegnando il 5-4 – e probabilmente il set – all’avversaria. Detto fatto; la Williams chiude agevolmente il primo parziale per 6-4.
Nella seconda frazione, le due mantengono un perfetto equilibrio fino al 4-4. Nastia tira a tutta, facendo partire dalle proprie corde fendenti tesissimi che, molto spesso, schizzano sulle righe o negli angoli. Ma ecco che Serena fa la differenza al momento opportuno. Pressando l’avversaria a un ritmo infernale, la induce inesorabilmente all’errore e la russa cede a così a 15 il game del 4-5. Al secondo matchpoint, un ace suggella il dominio dell’americana sull’avversaria. Ancora una semifinale ai Championships per la minore delle sorelle Williams che affronterà un’altra russa, la 29enne Elena Vesnina, giustiziera della Cibulkova con un doppio 6-2. Ma in semifinale non ci sarà solo Serena. L’impresa del giorno appartiene a Venus che si issa in semifinale a Wimbledon per la prima volta dal 2009 e per la prima volta in un major dall’US Open 2010.
E. Vesnina b. [19] D. Cibulkova 6-2 6-2 (da Londra, AGF)
A meno di ventiquattro ore dagli ottavi di finale si ripresentano in campo Dominika Cibulkova ed Elena Vesnina. Entrambe sono reduci da un match maratona: tre ore esatte per il 9-7 al terzo con cui Cibulkova ha sconfitto Radwanska, 2 ore e 48 per la vittoria di Vesnina, sempre 9-7 al terzo, su Makarova.
Il cielo è nuvoloso, ma finalmente il sole riesce sempre più spesso ad affacciarsi sul Court 1. Si cominicia con Cibulkova al servizio, con un game da sedici punti e otto minuti complessivi; Dominika salva tre palle break e sale 1-0. Vesnina pareggia senza problemi e poi le riesce subito quello che le era sfuggito nel game di apertura: break a zero, aiutata anche da un doppio fallo di Cibulkova sullo 0-40. E consolida con un altro game senza problemi, addirittura tenuto a zero.
La sensazione è che Cibulkova fatichi ad “accendersi”, e per lei non è possibile giocare bene a tennis senza metterci una carica emotiva straordinaria. In più sul piano tecnico mostra di avere problemi a gestire le palle profonde dalla parte del rovescio: per addomesticarle senza perdere campo avrebbe bisogno di piegarsi bassissima e reattiva; cosa che normalmente le riesce benissimo, ma che oggi pare impossibile. E così gli errori si susseguono uno dopo l’altro: si viaggia con un parziale di sedici punti a tre, che regala il doppio break a Vesnina: 4-1 e servizio, che diventa 5-1 dopo che Elena tiene la propria battuta risalendo da 0-30.
Dominika prova a reagire e tiene faticosamente ai vantaggi il servizio: 5-2. Vesnina non pare però intenzionata a lasciare minimamente strada: sale 40-15, manca il primo set point con un doppio fallo, ma le basta un buon servizio per chiudere 6-2 in 38 minuti.
Un set a senso unico con Vesnina migliore in tutti i settori di gioco: efficacia al servizio, incisività in risposta, solidità nella conduzione dello scambio, e nemmeno una palla break concessa.
Cibulkova chiede un toilet break, nel tentativo di resettare la situazione e provare finalmente a entrare in partita. Va alla battuta e di nuovo, come in apertura di primo set, deve affrontare un lungo gioco ai vantaggi. Ma questa volta alla terza palla break cede il game: anche il secondo set diventa immediata salita. Salita sempre più ripida, visto che Vesnina consolida sul 2-0.
Il pubblico prova a sostenere Dominika, ma le occasioni in cui applaudirla sono davvero sporadiche, e se il palleggio si allunga un po’ più del solito la prima a sbagliare è quasi sempre lei. Il secondo break è l’inevitabile conseguenza dello squilibrio in campo.
Sul 6-2, 3-0 e battuta Vesinina ha la situazione in pugno, a meno di tracolli nervosi che per il momento non si intravedono. Sale 4-0 grazie anche a un servizio vincente e a un ace, e prova il colpo del definitivo KO nel quinto gioco; ma qui Cibulkova riesce a salvarsi da due palle break e a muovere il punteggio, aggiudicandosi il game con un ace: 4-1. Elena però continua a servire bene, e nemmeno nel sesto gioco corre seri rischi: 5-1. Nel settimo gioco la sensazione è che Vesnina stia già pensando al suo turno di servizio, e lascia per la prima volta il game a zero a Cibulkova. Il game della verità sarà quindi l’ottavo: senza la minima paura Vesnina lo chiude a zero, addirittura con un ace e un ace sporco negli ultimi due quindici. 6-2 in 39 minuti, per 77 minuti di gioco complessivi. Nemmeno una palla break concessa il tutto il match da parte di Vesnina.
Cibulkova ha sofferto moltissimo nel trovare la misura della palla, in particolare quando era chiamata a farlo muovendosi in avanti o indietro: segno di una mancanza di reattività quasi sicuramente collegata alle scorie del durissimo match del giorno prima. Al contrario Vesnina è parsa molto più tonica, anche se non si può dire sia stata impegnata allo spasimo. Però è stata molto solida e precisa anche di rovescio, con il grande merito di non aver mai dato reali speranze di rientrare in partita all’avversaria.
A questo punto Cibulkova non sarà costretta a rinviare le nozze, mentre Vesnina alla soglia dei trent’anni si è regalata il più prestigioso traguardo della carriera: una semifinale a Wimbledon contro Serena Williams.
Risultati:
[1] S. Williams b. A. Pavlyuchenkova 6-4 6-4
E. Vesnina b. [19] D. Cibulkova 6-2 6-2
[4] A. Kerber b. [5] S. Halep 7-5 7-6(2)
[8] V. Williams b. Y. Shvedova 7-6(5) 6-2