Seppur in coabitazione con Piatti e John McEnroe le soddisfazioni londinesi per Carlos Moya non si stanno facendo attendere. Milos Raonic, ormai famoso nel circuito per la sua prestigiosa triade di allenatori, ha raggiunto il penultimo atto dello Slam britannico e domani sfiderà Roger Federer per l’accesso in finale. Moya da giocatore non aveva mai fatto tanta strada a Wimbledon (miglior risultato gli ottavi nel 2004) e proverà con Milos a vivere la sua prima finale sull’erba da protagonista, o quasi.
Durante un’intervista rilasciata poco prima dell’ingresso in campo del suo allievo contro Sam Querrey l’ex tennista spagnolo ha stemperato la tensione pre-match parlando di Rafael Nadal, come lui nato nelle Baleari. “Rafa recupererà da quest’infortunio e la fine della sua carriera è molto più lontana di quello che la gente suppone. Sono un po’ tendenziosi gli interrogativi sul fatto che possa tornare al meglio o meno: sono dieci anni che si fanno le stesse domande e si sa quello che succede ogni volta. Questa settimana ho parlato con lui e mi ha detto che il recupero procede bene, l’infortunio è di quelli dai quali si guarisce senza problemi. E Rafa guarirà”.
Moya però non ama il riposo agonistico dell’ex giocatore e tra una seduta d’allenamento con Raonic e l’altra trova il modo di impugnare la racchetta per una partita vera: lo spagnolo è infatti iscritto al doppio delle leggende di Wimbledon in coppia con Fernando Gonzalez, conosciuto ai più come “Mano de piedra” per il suo diritto che non è mai stato troppo tenero.
Carlos rimane però concentrato sul suo ruolo di allenatore e concede un’ultima battuta su come dovrebbe essere il coach ideale: “Io penso partita dopo partita come dice ‘El Cholo’ Simeone, che credo sia il migliore. Mi piace molto anche Guardiola, riflettendoci credo che il modello ideale sia proprio un misto tra Simeone e Guardiola“.