WIMBLEDON – Due ore di tennis molto poco avvincente per i primi 48 minuti dominati da Serena Williams – brava lei, per carità, ma la Vesnina meritava 500.000 sterline per questa prestazione? Per il torneo sì, per la semifinale no – e non entusiasmanti per l’ora e 18 minuti con cui Angelique Kerber ha sbrigato poi la pratica Venus Williams impedendo la disputa di un sorellicidio al quale francamente non avrei voluto assistere sabato, perchè i duelli fra le due sorelle non mi hanno mai affascinato, sono sempre stati poveri di atmosfera, di vera suspence, di quel pizzico di grinta e cattiveria che sono il sale del tennis. Forse la tedesca mia prediletta (con la Petkovic eh) andava di fretta per non perdersi Germania-Francia in semfinale all’EuroCup.
L’altra sera Angelique, mancina nel tennis e destra in tutto il resto, con la quale si scherza sempre per le mie ripetute domande – a Singapore 2015 e a gennaio a Melbourne 2016 – su Flavia Pennetta (mentre la bionda manager di Serena Williams, sempre scherzando ogni volta che mi incontra si raccomanda “Per favore niente più domande a Serena sulla sua sconfitta con la Vinci, ok?”), si è dimostrata preparatissima sugli europei di calcio e sulla forza del team tedesco. E stava facendo talmente tanti elogi della squadra tedesca che mi sono sentito in dovere di ricordarle che contro la “piccola” Italia la Grande Germania aveva vinto soltanto ai rigori.
Oggi per la prima volta dal 2006 due tenniste sono protagoniste di due finali di Slam nello stesso anno: quanta differenza con il tennis maschile quando i finalisti sono quasi sempre stati gli stessi, quasi sempre due dei Fab Four! Nel 2006 furono Mauresmo e Henin, proprio in Australia e a Wimbledon, come quest’anno Kerber e Serena Williams. Forse è un buon presagio per la Kerber sapere che chi vinse la prima finale quell’anno trionfò anche nella seconda. Qualcuno ricorderà che la Henin si ritirò dopo aver perso il primo set a Melbourne, quando sarebbe stata molto più sportiva se avesse continuato a restare in campo anche se aveva male al pancino, senza privare Amelie della legittima soddisfazione per la conquista del suo primo Slam.
Ma i presagi… lasciano il tempo che trovano. Speriamo nel bel tempo di questi ultimi due giorni, finalmente. Serena al meglio è sempre la più forte di tutte, ma il fatto che abbia perso in semifinale all’US Open (Vinci) e nelle due finali di quest’anno a Melbourne e Parigi (Kerber e Muguruza) fa pensare che non sempre è al meglio. O che soffre la condizione di essere la perenne favorita, sempre sull’orlo di raggiungere i 22 Slam di Steffi Graf ma sempre senza successo da tre Slam a questa parte. Dovesse perdere anche la terza finale consecutiva di Slam… non potrebbe più dirsi detentrice di alcuno dei quattro Majors.
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