Siamo quasi giunti al canto del cigno di una stagione su erba finalmente più lunga del solito. Newport, come ogni anno, se ne fa carico, regalando agli inguaribili aficionados del tennis erbivoro non ancora colmi dopo Wimbledon, un’ultima settimana votata al serve and volley più sfrenato. La posizione in calendario infatti fa sì che a Newport ci sia un’altissima concentrazione di amanti dei prati, spesso lontani dal vertice delle classifiche: è difficile vedere esibirsi a Newport qualcuno fra i primi venti. Si sono quindi alternati negli anni vincitori come Santoro, Mahut, Rajeev Ram, ma anche l’ultimo torneo vinto da Hewitt, e Isner e Fish.
Quest’anno se ne sono viste poche delle tradizionali sorprese che accompagnano il torneo e alle semifinali ci sono giunte tre delle prime quattro teste di serie, più Donald Young, ottava testa di serie e 61 delle classifiche. Donald era infatti riuscito a sconfiggere ieri il primo favorito del torneo, quel Steve Johnson che tanto bene aveva fatto nel mese di giugno da arrivare infine al best ranking al numero 25 del mondo.
La prima semifinale era quindi quella tra Young e Gilles Muller, numero 39 ATP e anche lui come Johnson quest’anno finalista su erba a s’Hertogenbosch. Fra i due mancini, dotati di un gioco profondamente diverso l’uno dall’altro, c’erano stati già due precedenti, entrambi sul cemento: li primo lo scorso anno ad Atlanta vinto agevolmente da Muller ed il secondo quest’anno ad Acapulco vinto quasi altrettanto agevolmente da Young.
I primi giochi, in cui Muller va sotto 15-30 per un doppio fallo e Young si vede costretto ad annullare una palla break fanno pensare ad una partita equilibrata. Ma fra i due partite equilibrate a quanto pare non si hanno da fare e allora al quarto gioco arriva il primo break della partita in favore di Muller, che sfrutta un game altalenante di Young, fatto di buoni vincenti e grossolani errori. Il lussemburghese sembra molto più a suo agio in campo oggi ed il primo set scorre veloce seguendo i servizi fino al 6-3 per Muller. Il secondo set non è così diverso dal primo: Muller al servizio è inattaccabile, perderà infatti cinque punti in totale nel match, di cui tre doppi falli, e Young invece da parte sua è troppo nervoso per poter reggere nei suoi turni di servizio. Nel più classico dei copioni arriva quindi il break al settimo gioco, grazie ad un doppio fallo dell’americano che poi lancia la racchetta in un ultimo gesto di frustrazione. La partita finisce in poco più di un’ora 6-3 6-4 per Muller, troppo solido oggi al servizio (18 aces a 0 per lui) e da fondo. Il momento migliore del match arriva probabilmente dalla cabina dei telecronisti, raggiunti dal più recente appartenente alla Hall of Fame Marat Safin, che regala aneddoti e battute degne della sua fama d’intrattenitore.
La seconda semifinale si gioca invece tra due veterani: Baghdatis, ora numero 43, e Karlovic, 37 ATP e 38 anni. I precedenti dicono tre a uno per il cipriota, con l’unica vittoria del croato arrivata a Metz nel 2008 per ritiro. È però anche per loro il primo incontro su erba. In una partita di Karlovic ci si aspettano tiebreak e Ivo non delude. Il primo set si risolve quindi alle battute decisive, dopo aver regalato poche emozioni, se non una palla break per Karlovic prontamente annullata da un buon servizio di Baghdatis. Karlovic va subito avanti di un minibreak nel tiebreak e lo mantiene fino al 6-3, dove un notevole lob di rovescio gli regala il secondo minibreak ed il tiebreak: 7-6 per Ivo. Nel secondo set Baghdatis soffre in quasi ogni turno di battuta. Annulla tre palle break nel primo gioco ed è costretto ai vantaggi nel quinto e ne annulla altre tre, questa volta consecutive, nel settimo e un’ultima nell’undicesimo. Karlovic, nel frattempo, concede sei punti di cui due doppi falli. Il cipriota pare sempre sul punto di cedere, ma un po’ d’orgoglio e un po’ di disperazione, come gli ace di seconda con cui annulla delle palle break, riesce in qualche modo a salvarsi e ad agguantare il secondo tiebreak. Come al solito, pochi scambi e tanti proiettili al servizio. Baghdatis annulla un match point con un ace, ma sul 6-6 subisce un recupero miracoloso di Karlovic su una volée di dritto incrociata del cipriota. Il punto successivo al servizio è una formalità per il croato, che vince 7-6 7-6.
Contro Gilles Muller c’è un solo precedente, giocato proprio quest’anno e proprio sull’erba: a ‘s-Hertogenbosch in semifinale il lussemburghese ebbe la meglio in due tiebreak.
Per Ivo sarà la terza finale consecutiva a Newport dopo quelle perse al tiebreak del terzo set contro Hewitt e Ram. Karlovic ha vinto in carriera sei tornei, di cui due su erba, ed ha raggiunto altre otto finali. Questa sarà per lui quindi la quindicesima finale e sesta su erba. Muller non ha invece ancora assaporato la gioia di andare via da un torneo ATP da imbattuto, avendo perso tutte e quattro le finali raggiunte.
Risultati:
[3] G. Muller b. [8] D. Young 6-3 6-4
[2] I. Karlovic b. [4] M. Baghdatis 7-6(3) 7-6(6)
Lorenzo Dicandia