[4] F. Fognini b. [SE] R. Olivo 6-4 6-1 (dalla nostra inviata a Umago, Laura Guidobaldi)
Sotto lo sguardo attento di Flavia Pennetta, Fabio Fognini realizza una bella prestazione contro l’argentino Renzo Olivo superandolo per 6-4 6-1. Nonostante posizionato al n. 119 del ranking, Olivo si dimostra avversario ostico e insidioso. Fresco della sua prima semifinale in un torneo Atp ad Amburgo, mette in campo grande energia e aggressività con i suoi temibili dritti a sventaglio, il back rapido e velenoso e le numerose smorzate micidiali e inaspettate.
Ma l’azzurro è capace di arginare a dovere il tennis dell’avversario, mantenendosi solido, calmo e centrato. Nel primo set, i due mantengono il perfetto equilibrio fino al 4-4. Poi, alcuni gratuiti dell’argentino permettono a Fabio di sorprenderlo alla battuta e salire 5-4 e servizio. Renzo perde il controllo dei suoi colpi, fino a quel momento giocati con grande carica e precisione. Commette tre gratuiti, concedendo così al ligure tre setpoint. Ma arrivano anche tre errori da parte di Fabio. L’ennesima smorzata di Olivo questa volta non va a segno e c’è una quarta palla del set per Fognini; è quella buona e l’azzurro intasca così il primo parziale per 6-4 in 43 minuti.
L’argentino disputa una prima frazione coprendo benissimo il campo; abile nel variare il gioco, tuttavia, nei momenti più importanti del match, incappa in errori grossolani che non perdonano.
Il secondo set scivola via facilmente per il n. 39 del mondo. L’argentino non ha più lo smalto e l’efficacia dimostrati nel primo set e Fabio chiude l’incontro per 6-4 6-1.
D. Dzumhur b. T. Fabbiano 4-6 6-1 6-2 (dal nostro inviato ad Umago, Ilvio Vidovich)
Reduce da una stagione sulla terra non proprio entusiasmante – a parte l’aver superato le qualificazioni al Roland Garros, prima di perdere contro Feliciano Lopez al primo turno – Fabbiano cerca ad Umago i punti per tornare nella Top 100, accarezzata per una settimana la scorsa primavera (n. 98 a fine aprile). Dopo l’agevole vittoria al primo turno contro la wild card croata Franko Skugor, il 27enne di San Giorgio Jonico affronta sul Grand Stand dell’impianto “Stella Maris” il bosniaco Damir Dzhumhr, autore nel primo turno dell’eliminazione della testa di serie n. 5 Nicolas Almagro. Il tennista di Sarajevo, n. 81 del mondo, in primavera ha raggiunto per due volte consecutive gli ottavi di finale a livello Masters 1000: prima a Miami dove ha battuto Rafa Nadal, poi a Montecarlo dove ha eliminato Thomas Berdych.
Proprio all’ultimo torneo del Principato risale l’ultima sfida tra questi due giocatori, al secondo turno delle qualificazioni, vinta per 63 61 da Dzumhur. I due si erano incontrati in precedenza altre tre volte a livello Challenger. Di questi 4 incontri, tutti disputati sul rosso, solo il primo, nel 2012, è stato appannaggio del tennista azzurro in due set, mentre successivamente ha sempre avuto la meglio – e sempre in due set – il 24enne bosniaco.
Si tratta di una sfida tra “pesi leggeri” dato che entrambi i giocatori per le loro caratteristiche fisiche (1,75 Dzumhur e 1,73 Fabbiano), non fanno della potenza la loro arma principale. L’inizio del match pare rispecchiare gli ultimi confronti tra i due, con la velocità di Dzumhur, che recupera praticamente qualsiasi palla da fondo, che pare essere il fattore determinante, dato che Fabbiano non sembra avere nel suo arsenale i colpi per sfondare l’avversario. Ma proprio quando il primo parziale pareva ormai indirizzato verso Sarajevo, con due palle per il doppio break ed il 5-2 Dzumhur, d’improvviso il match cambia. Fabbiano le annulla brillantemente e ad un tratto inizia a pressare da fondo con il dritto, che anche se non fa i buchi per terra costringe ora il tennista bosniaco in difesa, incapace di ribaltare l’inerzia degli scambi. Innervosito dall’improvvisa piega negativa presa dal match, tanto da lamentarsi prima con il suo angolo dopo due risposte mandate fuori di un paio di metri e poi con l’arbitro per motivi non molto chiari, Dzumhur perde 4 game di fila e con un doppio fallo consegna il primo set all’italiano con il punteggio di 6-4.
Il secondo set purtroppo per i colori azzurri non continua sulla falsariga della fine del primo. Gli scambi ora sono lunghi, ma si nota molto presto che il dritto del 27enne di San Giorgio Jonico non è più così incisivo e nel cercare di mantenere l’iniziativa è costretto all’errore. Dzumhur ottiene subito il break al primo gioco e poi tiene il servizio per il 2-0. Fabbiano accorcia le distanze, ma i suoi colpi ora son tornati a non far male all’avversario, che a questo punto è tornato ad avere il sopravvento negli scambi, anche grazie ad un maggior uso degli angoli: soprattutto con il cross stretto di dritto riesce infatti ad ottenere parecchi punti mettendo fuori causa il n. 111 ATP. Il set vola via veloce ed è 6-1 Dzumhur.
Purtroppo all’inizio del terzo set il copione rimane lo stesso e dopo che Dzumhur ottiene un punto recuperando un dritto al volo tirato alla “o la va o la spacca” da Fabbiano e passandolo di rovescio lungolinea due colpi di dopo e subito dopo lo brekka, passando a condurre 2-0, sembra che l’incontro sia ormai segnato. Invece il giocatore bosniaco si “incarta” di nuovo per un momento e dal 30-0 a suo favore restituisce il break all’azzurro. Che dopo lo sconforto alla fine del secondo e all’inizio del terzo parziale ora sembra crederci ancora. Cerca di nuovo di comandare lo scambio da fondo con il dritto, ma Dzumhur – seppur nuovamente in difficoltà – stringe i denti e ottiene ai vantaggi il break del 3-1. I tre ace consecutivi con cui si porta sul 4-1 chiamando il tifo del pubblico, sanciscono di fatto la parola fine al match. Anche se l’italiano non si arrende, accorcia sul 4-2 e poi lotta strenuamente nel settimo game. Dopo aver conquistato il più bel punto del match (smorzata di Dzumhur, controsmorzata incrociata di Fabbiano, il bosniaco recupera e gioca uno slice lungolinea di rovescio, che l’azzurro riesce a raggiungere e con un tweener ottiene il punto) riesce ad arrivare alla palla break. Ma purtroppo si ferma lì: Dzumhur l’annulla e poi deve ringraziare il nastro – dopo essersi lamentato per tutto il match perchè i colpi dell’italiano spesso lo sfioravano o lo toccavano – che sposta la traiettoria del suo colpo e costringe all’errore Fabbiano per il punto del 5-2 a suo favore. E chiude poi con un ultimo break per il 6-2 finale.
[3] J. Chardy b. [Q] N. Cacic 6-2 6-0 (dalla nostra inviata a Umago, Laura Guidobaldi)
Vittoria lampo per Jérémy Chardy contro il n. 761 del mondo Nikola Cacic. Il tennista di Pau, n. 3 del seeding e attualmente n. 38 del ranking, non ha lasciato alcuna via d’uscita al 25enne serbo travolgendolo con lo score di 6-2 6-0. Jérémy interrompe la favola di Nikola che, proprio due giorni fa qui a Umago, aveva messo a segno la sua prima vittoria nel circuito Atp, sconfiggendo in 2 ore e 27 minuti Aljaz Bedene per 5-7 6-4 6-4. Giovedì lo aspetta Carlos Berlocq, che ha beneficiato del ritiro di Jiri Vesely.
“Sono molto contento. Penso di aver fatto un ottimo match dall’inizio alla fine” conferma Jérémy alla stampa. “Sono stato solido, sulla carta ero più forte di lui e ho voluto mostrargli fin dall’inizio che ero presente e che lo avrei messo in difficoltà. Ho cominciato subito bene e poi ho mantenuto il mio livello di gioco. Oggi è stata dura per lui. Come preparerò il prossimo match? Beh, cercherò di godermi Umago, farò la degustazione dei vini prevista dopo! (ride) e domani mi allenerò come al solito”.
Per Chardy si tratta della prima partecipazione al Croatia Open: “Sono molto contento di essere a Umago. Il luogo è bellissimo ed è fantastico per i giocatori poter arrivare a piedi al torneo e avere l’hotel così vicino. C’è il mare, è bellissimo. Si mangia molto bene, il paesaggio è splendido. E poi è bello che ci siano ogni sera degli spettacoli; ciò permette al pubblico di divertirsi e, allo stesso tempo, di godere del tennis“. Jérémy canterà come ha fatto Gaël Monfils tre anni fa? “No no, non sono matto come lui! (ride) ma è bello anche per i giocatori poter avere così tanto pubblico. Penso sia uno dei più bei tornei dell’anno, per me è la prima volta qui e tornerò“.
C. Berlocq b. [8] J. Vesely 7-5 3-0 rit. (dal nostro inviato ad Umago, Ilvio Vidovich)
Sul Grand Stand di Umago si affrontano Jiri Vesely e Carlos Berlocq, entrambi reduci da due agevoli vittorie nel primo turno, rispettivamente contro il 16enne austriaco Michael Linzer e il serbo Filip Krajinovic, curiosamente con lo stesso punteggio di 6-3 6-1.
L’unico precedente tra i due risale a tre anni fa, una vittoria in due set sul cemento indoor di Metz, in Francia. Ma quello era uno Jiri ventenne, che un paio di mesi dopo verrà premiato come “ATP Star of Tomorrow” in quanto giocatore più giovane a finire l’anno tra i Top 100. Quello di oggi è un giocatore che da quasi due anni è stabilmente tra i primi settanta al mondo e che arriva ad Umago dopo i buoni risultati sull’erba, tra i quali spiccano ovviamente gli ottavi di finale a Wimbledon, sconfitto al quinto da Berdych, dove aveva eliminato al secondo turno il semifinalista del Roland Garros Dominic Thiem. Ma Vesely in stagione si è fatto rispettare anche sulla terra, superficie dove peraltro vanta una finale ATP a Bucarest nel 2015. Per lui quest’anno semifinale a Marrakech, quarti a Istanbul e soprattutto la clamorosa vittoria su Novak Djokovic a Montecarlo. Carlos Berlocq, invece, fino ad un mese fa sembrava ormai nella parabola discendente della sua carriera, dopo essere uscito nel maggio delle scorso dai top 100, dove aveva stazionato stabilmente per circa un lustro. Ma in carriera il 33enne di Chascomus ha dimostrato di non essere uno che si rassegna facilmente ed infilando una serie di ottimi risultati nell’ultimo mese – vittoria nel Challenger francese di Blois, semifinale in quello di Milano semifinale nell’ATP 250 di Bastaad – sulla terra battuta, la sua superficie preferita, è riuscito a tornare tra i primi cento giocatori del mondo ed arrivare ad Umago da n. 87 del ranking.
L’inizio del match sembra mantenere le aspettative: entrambi i giocatori sono molto centrati e attenti ad applicare le rispettive tattiche di gioco. Appare da subito evidente che la sfida è tra la maggiore potenza di Vesely e la capacità di variazione da fondo di Berlocq, che con la rotazione e la profondità cerca di evitare che il ceco prenda il sopravvento nello scambio. Ma proprio quando, a causa di un brutto game giocato al servizio da Berlocq, sembra che l’inerzia del match sia a favore del 23enne di Pribran che va a servire per il primo set, ecco che per lui la luce si spegne improvvisamente. La tattica dell’argentino di giocare profondo sul dritto di Vesely inizia a dare copiosi frutti: tre errori di fila con quel fondamentale del n. 50 del ranking gli consentono di ottenere l’immediato controbreak. Il tennista sudamericano sale in cattedra, soprattutto con il rovescio con il quale alterna colpi profondi sul dritto mancino dell’avversario a sapienti smorzate sul lato del rovescio, mentre Vesely continua a sbagliare: altro break ed è 7-5 Berlocq.
Il secondo parziale continua sulla falsariga della fine del primo set con il quinto game consecutivo a favore di Berloq che strappa subito il servizio ad un Vesely sempre più falloso. A quel punto si scopre il probabile motivo del calo del tennista ceco, che chiama il medical out, lamentando un dolore nella zona del pettorale sinistro. Si riprende, tempo di registrare altri due game a favore del 33enne argentino e la testa di serie n. 8 si ritira, dopo essersi fatto rimontare da 30-0 sul suo servizio, e lascia via libera a Berlocq che affronterà nei quarti Jeremy Chardy, n. 3 del seeding.
Risultati:
[4] F. Fognini b. R. Olivo 6-4 6-1
D. Dzumhur b. T. Fabbiano 4-6 6-1 6-2
C. Berlocq b. [8] J. Vesely 7-5 3-0 rit.
[3] J. Chardy b. [Q] N. Cacic 6-2 6-0