dal nostro inviato a Cortina
La prima teste di serie agli Internazionali di Cortina è Carlos Berlocq, trentatre anni, numero 73 delle classifiche mondiali con best ranking al numero 37. Giocatore aggressivo che lotta su ogni palla difficile da affrontare un po’ per tutti. Eccolo a Cortina insieme a moglie e due splendidi bimbi.
“Sono davvero molto contento di essere a Cortina. Un posto bellissimo dove mi hanno accolto fin dal primo momento come un amico, uno di famiglia. Si vede che qui tutti stanno facendo degli sforzi incredibili per venire incontro alle esigenze di noi giocatori. L’organizzazione è davvero notevole, dal direttore Andrea Mantegazza fino ai tanti giovanissimi raccattapalle. Non è una frase di circostanza, non si può davvero non rimarcarlo”.
Quest’anno hai battuto tra l’altro proprio i due vincitori delle precedenti edizioni di Cortina.
Al Roland Garros ho giocato proprio bene contro Lorenzi, idem ad Umago contro Krajnovic. Ho tante aspettative. Non ho fatto molti tornei quest’anno, ho iniziato a giocare solo in aprile. Ma ho realizzato tanti punti. Speriamo di continuare a così. Tutte le partite sono complicate. Io sono abituato a concentrarmi sul mio gioco più che sull’avversario. A fare le cose che devo per vincere nel miglior modo possibile.
È un momento in cui voi ragazzi trentenni state ottenendo ottimi risultati nel circuito.
Il trucco è continuare a lavorare bene, fare i giusti sacrifici. Penso che allora i risultati di conseguenza arrivino anche per noi trentenni. A volte la vita del tennista è stressante, siamo in continuo movimento, ma è il nostro lavoro e dobbiamo accettarlo. Non penso però troppo al mio futuro, piuttosto al mio presente. Ho ancora tanto da migliorare. Giorno per giorno. Bisogna stare tranquilli di testa. Se guardi troppo a cosa posso fare nel futuro, è facile che poi senti maggior pressione e non riesci più ad esprimerti al meglio.
Berlocq e la Coppa Davis. Un rapporto che dura ormai da tempo. L’anno scorso hai partecipato anche alla semifinale col Belgio, vincendo il doppio con Mayer. Hai giocato anche contro la nostra nazionale in passato, ma non negli ultimi quarti di Pesaro. Quanto ci tieni ad essere presente con la tua squadra in Davis?
Moltissimo, sto lavorando tanto anche proprio per questo. L’ultima volta non sono stato convocato per una decisione del capitano. Ma le altre 11 volte precedenti sono sempre stato presente. È un sogno per me rappresentare il mio paese. Un ricordo unico che è difficile da spiegare a parole. Ora l’Argentina è di nuovo in semifinale contro la Gran Bretagna. Lotterò per esserci. Credo di avere delle buone possibilità. Dipenderà dai miei risultati e ovviamente dalle scelte del capitano. Ma intanto pensiamo solo al presente, al torneo di Cortina.