ATP Atlanta: Isner di forza su Mannarino, Opelka elimina Anderson
L’ultima volta che hai perso un volo?
Non ho mai perso un volo, perché di solito viaggio con altre persone. Se fossi da solo sarebbe diverso.
L’ultima volta che hai perso qualcosa di importante?
Perdo il portafoglio ogni sei settimane. Sto ancora cercando di capire il perché.
L’ultima volta che hai affittato un campo o comprato palline da tennis?
È stato un bel po’ di tempo fa. Sono cresciuto in Florida dove ci sono tantissimi campi pubblici. Le palline invece le acquisto ogni tanto. Forse sei mesi fa è stata l’ultima volta che ho pagato per una lattina.
L’ultima volta che ti ha aiutato il fatto di essere famoso?
Non molte persone conoscono un ragazzo classificato 800 nel mondo. Qualche volta capita che mi scambino per John (Isner). Un suo fan addirittura pensava che fosse a Boca Raton e, dopo essersi fatto una foto con me, era talmente felice che non gli ho detto nulla.
L’ultima volta che hai incordato una racchetta?
Non ne sono capace. Ho provato una volta quando avevo 10 o 11 anni ed è stato un disastro. Non ho mai avuto pazienza per fare questo lavoro.
L’ultima volta che hai cucinato per te o per altri?
Una volta io e Tommy Paul abbiamo cucinato pasta all’Alfredo con pollo. Eravamo in vacanza e tutti i negozi erano chiusi. Abbiamo usato i generi alimentari che avevamo nell’appartamento preso in affitto. Siamo riusciti a non incendiare l’abitazione.
L’ultima volta che hai incontrato il tuo idolo di infanzia?
Ho incontrato James Blake allo US Open dello scorso anno. Mi sono da sempre ispirato a lui. Ho anche un suo poster a casa. È il giocatore che ho seguito di più.
L’ultima volta che hai condiviso la stanza con un altro giocatore?
Un paio di settimane fa ho condiviso un bilocale con Tommy Paul in un torneo Futures.
L’ultima volta che hai chiesto un selfie o un autografo ad un personaggio famoso?
Mi sono avvicinato al cantante J. Cole all’aeroporto di Charlotte un paio di settimane fa, sulla strada per Winston Salem. Lui inizialmente non voleva essere riconosciuto, ma poi ci siamo stretti la mano.