[16] P. Carreno Busta b. [2] R. Bautista Agut 6-7(6) 7-6(1) 6-3
Il doppio cognome di molti tennisti spagnoli comincia a creare problemi sia agli spettatori che ai compilatori di tabellone. Escludendo i protagonisti odierni, fra i vari Gimeno-Traver, Ramos-Vinolas e Menendez-Maceiras si fatica anche a capire se si tratti di un doppio o di un singolo. Scherzi a parte, è opinione che la bontà di una scuola tennistica si misuri sul valore medio dei giocatori che produce. Se questo è vero, e lo è, la Spagna è un modello da imitare. E se una volta per loro esisteva solo la terra rossa come misura di tutte le cose, ora non è più così. Ed ecco che oggi, sul cemento di Winston-Salem, sono proprio due spagnoli a contendersi la corona di un torneo che fra i conterranei solo Carlos Moya, ora alla corte di Raonic, e Fernando Verdasco sono riusciti a vincere nel 1997 e nel 2009. Quando però la competizione si disputava rispettivamente a Long Island e New Haven. Il n° 49 ATP Pablo Carreno Busta è sopravvissuto allo sconquasso della parte alta del tabellone mentre Roberto Bautista Agut, che lo precede di 32 posizioni, ha fatto il suo dovere di secondo favorito. Il consueto clima torrido accoglie i finalisti, ognuno con la sua scorta di asciugamani ghiacciati.
L’unico precedente a livello maggiore perso al quinto nello US Open 2015 deve bruciare ancora molto a Pablo, che entra meglio nel match e tiene autorevolmente i suoi primi turni di battuta. Bautista fatica maggiormente in avvio ma è attento a non concedere occasioni. Entrambi cercano il comando dello scambio con la prima palla, Carreno però anticipa meglio e osa maggiormente con il dritto, che gli frutta numerosi punti veloci. Sia come sia il punteggio non si schioda dall’equilibrio mentre qualche nuvola minacciosa solca il cielo. Schemi simili, stessa convinzione, nessuna palla break. Questa è telegraficamente la situazione quando dopo 45 minuti di noia – si può dire? – si giunge al sei pari. I primi tre punti sono mini break, Carreno fallisce un lob elementare per il riaggancio e va sotto 4-1. Il suo avversario però ha un black out simile a quello del secondo set di ieri contro Troicki, perde cinque punti di fila e deve fronteggiare due set point consecutivi. Pablo sul più bello commette l’errore di tirare indietro il braccio, perde l’occasione e una serie di quattro punti conclusa da una risposta vincente di rovescio gli sfila dalle mani un set che avrebbe meritato. Ma così va il tennis.
Nel secondo set i turni di battuta si invertono, Carreno Busta apre con un sicuro turno a 15 ma perde il primo servizio dell’incontro nel quinto gioco. Bautista però passa un altro momento no, soprattutto col rovescio, manca una palla per il 4-2 e subisce un parziale di sette punti a uno. Al risveglio è sotto 4-3 e ha perso il controllo della situazione. Arriva bene al tie break ma l’avversario ora ci crede di più e gli rifila un 7-1 che allunga la sfida al terzo parziale. Quando inizia il decider si gioca da oltre due ore ma adesso il vento è cambiato perché Pablo non sbaglia più nulla e con la prima di servizio è una sentenza. Bautista paga le occasioni mancate con un calo fisico abbastanza netto e quando perde la battuta nel quinto gioco non ha più la forza né la cattiveria per risalire. Carreno Busta chiude il match con l’ennesimo turno dominato e conquista il suo primo alloro a livello ATP con un ace chiamato out ma corretto dal giudice di sedia. Sorrisi e lacrime per lui.