A. Seppi b. S. Robert 6-2 3-6 6-4 6-3 (da New York, Ruggero Canevazzi)
L’esordio di Andreas Seppi avviene nel periferico campo 14, come secondo match di giornata. Dall’altra parte della rete l’estroso francese Stephane Robert. Un solo lontano precedente tra i due, sulla terra di Amburgo 2010, quando l’altoatesino s’impose in due set. Il curriculum di Andreas è decisamente migliore di quello del francese, ma Robert è attualmente in gran forma e occupa il suo best ranking al n.52 del ranking. Andreas invece affronta un periodo molto difficile e attualmente è il n.87 del mondo, dunque oggi sulla carta parte sfavorito.
Il grande parco dei divertimenti di Flushing Meadows quest’anno è incredibilmente meno caotico: ci sono sempre il solito afflusso di gente allegra e colorata e l’immancabile olezzo di hot-dog, ma la musica assordante che l’anno scorso quasi copriva le chiamate del giudice di sedia è ora o assente o a volume decisamente più sostenibile.
Nel primo set Robert parte titubante e cede subito il servizio raccogliendo solo un quindici. Seppi ringrazia, gioca solido e sul 3-1 annulla due palle-break all’avversario mettendogli pressione e costringendolo a due errori consecutivi. Subito dopo è lui ha centrare il secondo break in un game dove si assiste a una pioggia di gratuiti, ma Seppi ha il merito di sbagliare un po’ meno di Robert. Il n.3 d’Italia, sul 4-1 e servizio, accusa un passaggio a vuoto restituendo uno dei due break di vantaggio ma lo recupera subito sfruttando due errori banalissimi a rete del n.52 ATP, prima di chiudere 6-2 dopo 35 minuti.
Cambio di parziale e anche di partita: Seppi alterna colpi solidi e profondi a errori grossolani, specie col dritto, che non di rado spara in rete o 3 metri oltre la linea di fondo. È il preludio al break del francese, frutto dell’ennesimo dritto troppo trattenuto di Andreas, che si spegne malamente in rete: 4-2 Robert e servizio, che diventerà poco dopo 6-3. Corrado Barazzutti, seduto vicino a me in tribuna, parla con coach Massimo Sartori: “Seppi dovrebbe fare come Lorenzi, lasci andare il braccio e giochi per divertirti, senza avere nulla da perdere, così chiudi la carriera leggero e senza grandi rimpianti”. Ci scappa anche un commento sulla vittoria della Vinci: “Roberta ha giocato bene, anche se nel secondo set ha fatto non pochi errori e l’avversaria l’ha graziata”.
Nel terzo set Seppi strappa la battuta al trentaseienne di Cepoy al secondo gioco, ma la restituisce subito dopo manifestando insicurezze in tutti i colpi e anche scarsa mobilità. Chiedo il perché di questa situazione a coach Sartori: “Andreas è in un periodo in cui la testa è non poco rivolta al matrimonio e gli scarsi risultati del periodo fanno il resto. Spesso mi spiega che non sentendosi in fiducia col dritto, che è il colpo col quale può fare la differenza, perde fiducia anche negli altri colpi e purtroppo è quello che sta succedendo ora. Ora lottiamo partita per partita, ma speriamo che dopo il matrimonio cambi passo”.
Intanto il parziale segue i servizi fino al 5-4 Seppi, quando Robert sente il peso del momento del match, vacilla fino al 15-40 prima di cedere servizio e set alla secondo set-point: 2 set a 1 per l’italiano.
Il trentaduenne di Caldaro ora è decisamente più in fiducia e sale 4-2 e servizio dopo tre giochi in cui chi ha servito ha perso la battuta. Il match finisce qui, Seppi lo porta a termine e chiude 6-3 al secondo match-point. Al secondo turno lo attende il vincente di Rafa Nadal – Istomin, nella speranza che il match sarà più combattuto di quello a senso unico giocato alle Olimpiadi di Rio, ma ci vorrà un Andreas molto diverso da quello di oggi.
Al di fuori del campo 14, c’è il tempo di due domande a Sartori, sempre disponibilissimo (ascolta l’audio esclusiva Ubitennis).
D. Andreas è in un circolo vizioso per cui la sfiducia nei brutti risultati si riflette sulla sfiducia nel colpo migliore, il dritto, e questo lo rende insicuro anche nel resto dei colpi. Come se esce?
R. Lavorando tanto senza cercare falsi alibi come questa del cane che si morde la coda per cui un fondamentale che non va influenza gli altri. Dobbiamo finire bene la stagione e allenarci duramente in inverno per fare un 2017 migliore. La testa confusa tra il campo e il matrimonio in vista è comprensibile, ma dobbiamo continuare a lavorare duro per il 2017.
D. Sei d’accordo con Barazzutti che durante il march ti diceva che Seppi dovrebbe giocare con minore pressione pensando a divertirsi, lasciando andare il braccio, “come sta facendo Lorenzi”.
R. Certo, Corrado ha ragione e divertirsi mentre si gioca è fondamentale, ma le due carriere sono molto diverse: Paolo è arrivato da poco a questi livelli, ha ancora molte energie nervose da spendere e gli auguro di fare altri 5 anni così, mentre Andreas è credo al 44° Slam in tabellone, cioè da 11 anni gioca a livello ATP e Slam, è obiettivamente logoro, quindi deve concentrarsi per sparare gli ultimi colpi i prossimi due anni, poi alla fine del 2018 deciderà se dedicarsi del tutto alla famiglia o meno.
La cronaca del precedente match giocato e perso da Roberta Vinci in Australia
[7] R. Vinci b. A.L. Friedsam 6-2 6-4 (da New York, Ubaldo Scanagatta)
Temeva molto quest’esordio sul nuovo Arthur Ashe Roberta Vinci “perchè i primi turni di uno Slam non sono mai facili, perchè non sono al 100 per 100 fisicamente per via del tendine d’Achille, perchè c’era molta pressione per me ad aprire il programma su questo campo dopo aver sorpreso lo scorso anno qui Serena Williams in semifinale”.
A Roberta è stato chiesto di quel match per tutto l’anno e …anche a Serena! Tanto che la sua agente Jill Smoller ogni volta che mi incontrava mi pregava: “Please Ubaldo do not ask her any more about Roberta Vinci eh!”
Inoltre Roberta non poteva aver dimenticato che al suo primo Slam dopo quel glorioso e indimenticabile US Open 2016 (perduto solo in finale da Flavia Pennetta), a Melbourne, aveva perso proprio dall’avversaria di oggi, Anna Lena Friedsam, dopo aver dominato il primo set 6-0. Secondo e terzo li aveva persi con lo stesso punteggio 6-4.
Così oggi a Roberta -dopo aver vinto agevolmente il primo set per 6-2 in 29 minuti grazie ad un break ottenuto nel primo game e ad un secondo nel quinto per un tranquillizzante 4-1 – quando si è vista raggiungere dal 2-0 nel secondo al 2 pari (avendo ceduto per la prima volta il servizio alla prima palla-break concessa) è tornato in mente quel match in Australia. Ascoltate l’audio.
In effetti è accaduto anche che alla possente tedescona, tanta forza e poco tocco, discreta nel rovescio perchè capace di variarlo, senza troppo controllo e spesso fallosa di dritto, per qualche game è tornata la fiducia…australiana.
Fino al 4 pari del secondo c’è stato infatti grande equilibrio. Si vedeva che Roberta soffriva, era nervosa, la Friedsam spingeva di più. E sul 4 pari è stata avanti 30-0 prima di perdere 4 punti di fila…Straordinaria, forse decisiva anche per il morale di entrambe, è stata sul 30 pari una rasoiata di rovescio su un colpo pesantissimo della tedesca sponsorizzata dalla Lotto: la palla, davvero difficile da giocare, tagliatissima e rasorete è finita fra i piedi della Friedsam che non ha saputo cosa farci. Mentre perfino il solitamente impassibile Cinà ha esultato ed applaudito convinto.
Così, dopo una sola ora e 5 minuti di gara, sotto un gran solleone (30 gradi all’ombra, ma sul campo se ne sentivano quasi 40), Roberta è andata a servire per il match, quando il centrale si era riempito un pochino di più. All’inizio infatti c’erano solo pochi intimi. “Non c’era certo la folla che mi vide giocare contro Serena e poi contro Flavia…”
Doveva servire controsole – ma almeno con quella parziale copertura fissa costituita dal tetto mobile costato 150 milioni se non si è risolto il problema dell’ombra non c’è più lo stesso vento che perennemente disturbava negli anni passati – e Roberta ha perso il primo unto, ma poi ne ha infilati 4 di fila.
Insomma una prova positiva la sua, perchè nel primo set non ha mai concesso una pallabreak e nel secondo ha perso solo quel servizio nel quarto game.
Ha sbagliato poco, anche se ha messo soltanto il 50% di prime palle di servizio. E quando l’ha messo ha fatto il 74% dei punti, 3 su 4 insomma. I cinque aces li ha quasi sempre messi a segno al momento giusto. Solo a rete mi è piaciuta meno del solito, 5 volee vincenti su 13 non è un numero da lei. Al secondo round le tocca chi vince fra l’americana McHale e un’altra tedesca, Mona Barthel.
[9] S.Kuznetsova b. F.Schiavone 6-1 6-2 (da New York, Chiara Gheza)
Sul campo Louis Armstrong, pronto per un’imminente ristrutturazione, va in scena un classico del circuito WTA. Questo primo turno vede infatti fronteggiarsi la nostra Francesca Schiavone e la russa Svetlana Kuznetsova. Tra le due moltissimi i precedenti: conduce la Kuznetova per 9 vittorie a 6, ma l’azzurra ha avuto la meglio nell’ultima occasione in un match pazzesco sulla terra di Parigi nel 2015.
L’incontro ha inizio sotto un sole cocente. Francesca apre al servizio ma commette troppi errori di dritto concedendo subito un break all’avversaria. Svetlana dal canto suo parte molto concentrata e sembra avere un ottimo timing sulla palla, guadagnando punti con colpi profondi e potenti sui quali la Schiavone non può nulla. Francesca corre, lotta ma perde lucidità e accumula errori su errori in particolar modo con il dritto. In 15 minuti di gioco la Kuznetsova conduce già 4 giochi a 0. Il nervosismo inizia a farsi sentire nella metà campo dell’azzurra. Le parole con le quali tenta di incoraggiarsi dopo un paio di punti echeggiano tra le tribune quasi deserte, ma non bastano a Francesca per trovare la giusta carica. Svetlana non deve fare altro che giocare in modo preciso per andare a chiudere 6-1 il primo set con un dritto all’incrocio delle righe.
Entrambe le giocatrici hanno commesso molti gratuiti nel corso del primo parziale (15 Francesca e 13 Svetlana), ma la russa ha compensato con ben 13 vincenti contro i 3 della Schiavone.
Il secondo set si apre con un errore di valutazione della Kuznetsova che giudica out una palla ampiamente in campo. Per qualche istante Svetlana perde lucidità e Francesca ne approfitta piazzando immediatamente il break. Si tratta però solo di un’illusione per l’azzurra che cede il servizio nel game successivo continuando a risultare molto fallosa. La Kuznetsova riprende in mano le redini del gioco e disegna il campo con dritti potentissimi. La Schiavone combatte, impreca su alcuni errori che commette in risposta, strappa gli applausi del pubblico quando passa la russa con un dritto in corsa ma non riesce a invertire le sorti di un match che scivola rapidamente verso una conclusione impietosa. In poco meno di un’ora di gioco infatti la Schiavone saluta New York e lascia il passo a una Kuznetsova in grande spolvero che fa suo il secondo parziale con il punteggio di 6 giochi a 2.
“Sono onesta, credo che sia la partita peggiore che abbia giocato quest’anno – ha detto un’abbacchiata Schiavone dopo la partita – lei bene, ordinata, ha fatto il suo, ma una brutta prestazione per me, al di là del punteggio”. Sullo stato attuale del suo tennis, Francesca ha parlato dei suoi programmi a breve termine e sulla situazione personale: “Credo che se riesco a correre, ho tutta l’esperienza per farcela, ma in questo momento le cose diventano ‘disordinate’ molto in fretta. Giocherò ancora alcuni tornei quest’anno, poi alla fine della stagione tirerò una riga e farò le mie somme“.
Ora per la giocatrice russa al secondo turno ci sarà l’ostacolo Caroline Wozniacki. I precedenti sono 6 pari, gli ultimi due confronti sono stati vinti dalla Kuznetsova (Zhuhai 2015, Wimbledon 2016), ma le due partite giocate agli US Open (2009 e 2011) hanno visto prevalere la danese.
S.Rogers b. [27] S.Errani 6-4 7-6(3) (da New York, Ferruccio Roberti)
“La Rogers è una giocatrice strana: o fa bene o fa male, è una che tira molto forte”: queste parole abbiamo sentito dire da Corrado Barazzutti pochi istanti prima che la partita iniziasse. In effetti, rivedendo giocare la statunitense oggi, il capitano di Coppa Davis ha descritto perfettamente il rendimento altalenante di questa tennista non ancora ventiquattrenne (Shelby Rogers è nata in South Carolina nell’ottobre dell’92).
Sul campo numero 12, uno dei meno capienti e serviti di Flushing Meadows (non vi erano né gli indicatori della velocità del servizio, né quelli della durata dell’incontro) e con un caldo torrido che nel secondo set ha fatto sentire male un raccattapalle, scortato in infermeria, sono scese in campo due giocatrici provenienti da momenti difficili. Di Sara Errani e di questa sua stagione, soprattutto negli ultimi mesi, negativa sappiamo purtroppo tutto: è interessante rilevare però che la Rogers, sebbene questa settimana abbia raggiunto il suo best career ranking (49), dopo gli splendidi quarti raggiunti a Parigi, abbia vinto una sola partita, a New Haven contro la Mladenovic.
Nel primo set, lo strappo decisivo arriva al terzo gioco, quando la Rogers strappa il servizio per la seconda volta consecutiva alla Errani: da quel momento in poi, nonostante Sara mantenga sempre il servizio, non vi sono possibilità per l’emiliana, che conquista solo due punti in quattro turni di servizio della statunitense. Nel secondo set, quando la Errani perde il servizio, sembra che la partita si stia incanalando davvero male per l’azzurra: invece, subito reagisce, strappa il servizio e va avanti sino al 5-2, che sembra una quasi sicura anticamera del terzo set. Non sarà così: a sorpresa, tra ace e risposte vincenti, una Rogers che alza di molto livello, inanella una serie di quattro game consecutivi che la portano sul 6-5.
La reazione di Sara, indomita, fa strappare a zero il servizio alla statunitense. Arrivati al tie-break, si gira campo sul 3 pari e, quando Sara perde l’ottavo punto con una palla corta sbagliata dopo uno scambio lunghissimo e spettacolare, la partita è segnata: con un dritto vincente, la Rogers alza le mani al cielo per il punto del 7-3, mentre l’ Errani scaraventa la racchetta per terra. Per la statunitense arriva la vittoria, che conferma così l’unico precedente vittorioso con l’azzurra, sulla terra di Bad Gastein nel 2014: il servizio oggi (per la Rogers nove ace e tantissimi punti guadagnati direttamente con la battuta) ha fatto la differenza in negativo per Sara, apparsa affranta per non essere riuscita a girare una partita nella quale ha mostrato progressi alla battuta (tanti servizi vincenti e molti turni di battuta conservati) e che, con un po’ di fortuna, avrebbe anche potuto vincere.
Risultati:
[7] R. Vinci b. A.L. Friedsam 6-2 6-4
[9] S. Kuznetsova b. F. Schiavone 6-1 6-2
S.Rogers b. [27] S. Errani 6-4 7-6(3)
A. Seppi b. S. Robert 6-2 3-6 6-4 6-3