Dopo l’annuncio di una conferenza stampa a Belgrado avvenuto ieri, l’alone di una dichiarazione in stile Sharapova aveva iniziato a serpeggiare nell’ambiente. E invece Novak Djokovic, numero uno del mondo, si è semplicemente lasciato andare ad una discussione riguardo la sua situazione personale e fisica, un bilancio sulla sua stagione e i prossimi appuntamenti, per più di venti minuti, circondato dai giornalisti.
“Mi sono preso una vacanza che potremmo definire attiva, mi sto allenando sia in campo che in palestra. Negli ultimi tempi avevo iniziato a sentire un po’ di pressione, dopo il successo al Roland Garros vedevo che tutti mi etichettavano, l’appuntamento con la storia, il Grande Slam e cose del genere. Non ero sereno”. Si sono aggiunti anche problemi fisici: “Il gomito ha condizionato le mie prestazioni al servizio; ci sono ancora degli strascichi di un infortunio che ho patito durante l’anno, ma mi sento vicino al massimo della condizione. Nel corso degli ultimi tornei ho sentito il peso dei risultati che avrei potuto raggiungere, i record. L’ho accusato, e non mi è piaciuto”.
Il serbo ha comunicato anche di aver rivisto le sue priorità, con il trascorrere delle vittorie e degli incontri giocati: “Il numero uno del ranking o i titoli adesso non mi interessano più, non sono più la mia priorità. Credo sarò comunque motivato come sempre, ma ho deciso di modificare il mio approccio alle partite. Sono comunque molto soddisfatto della mia stagione, non ho nessun tipo di rimpianto. Tornerò a giocare a Shanghai”.
Un pensiero anche alla Coppa Davis: “Non mi piace l’idea di una finale in campo neutro, nemmeno ai miei colleghi. Il fattore del tifo è una caratteristica fondamentale di questa competizione, toglierlo sarebbe un errore. La Davis ha già perso molto del suo fascino, i top players hanno smesso di giocarla per questioni relative alla programmazione: il problema non è il fattore campo, è la struttura, il formato”.
Un Novak a 360° ha dedicato una battuta anche al suo coach Boris Becker, con il quale pare intenzionato a discutere i termini del contratto: “Ne parleremo. Boris mi ha aiutato molto dal punto di vista mentale”. Il serbo ha comunque dimostrato grande serenità e poco prima di salutare i presenti si è espresso con fermezza: “Chiunque ha diritto a esprimere la propria opinione (rivolto ai giornalisti, ndr), ma io so bene chi sono e dove sto andando“.