Cambiare “casa” a un torneo non è mai un processo semplice né indolore, ma la questione dell’ATP 250 di Metz ha qualcosa di particolare. Nelle ultime settimane gli azionisti proprietari dell’Open de Moselle si erano schierati in grande maggioranza a favore della vendita del torneo alla OEC, una cordata di investitori asiatici tra le molte che stanno tentando di acquistare, a suon di yen e di yuan, una porzione sempre più ampia del calendario tennistico. Si pensava che il torneo fosse destinato a cambiare non soltanto città e nazione ma addirittura continente (pratica non usuale), per trasferirsi a Taipei, la capitale dello stato formalmente noto come Repubblica di Cina.
Sono arrivati però altri No alla cessione, oltre a quello del direttore Julien Boutter: il consiglio dei giocatori, formato tra gli altri dagli ex campioni del 25o francese Novak Djokovic e Gilles Simon, al termine della riunione di ieri sera si è pronunciato contrario la cessione. “Non è stato raggiunto un consenso sufficiente ad approvare la domanda”, ha reso noto la ATP in via ufficiale. La situazione sembra essere ancora in bilico, ma la volontà dei tennisti (in maggioranza europei) sembra essere quella di non allungare ulteriormente il cosiddetto swing asiatico. Qualunque sia la decisione che verrà presa, non prima del 28 novembre, l’evento sembra destinato a traslocare: tra i motivi della cessione c’era un budget considerato dagli organizzatori come inferiore al necessario di ben un milione, che rende durissima l’impresa di rimanere competitivi in termini di prize money.
“Soltanto le grandi città possono accogliere tornei di questo tipo” aveva dichiarato Boutter alcune settimane fa. La tutt’altro che florida situazione economica e turistica di Metz non è stata certo d’aiuto, ma viene spontaneo associare questo caso a quello dell’altro ATP 250 d’oltralpe che verrà ricollocato per il 2017: nelle ultime ore è stato approvato il passaggio, da Nizza a Lione, di uno dei due tornei della settimana precedente al Roland Garros. Nonostante la discreta affluenza di pubblico – la Costa Azzurra in maggio non è affatto male… – il torneo era organizzato in un circolo adatto ad ospitare al massimo un Challenger, con spazi strettissimi a tal punto da costringere l’organizzazione a collocare i pochi stand promozionali e di ristoro all’esterno, dal lato opposto della strada.
Con l’Open Parc Auvergne-Rhône-Alpes, dunque, Lione ritroverà un torneo ATP a distanza di otto anni, passando dal duro alla terra battuta. Il lionese Thierry Ascione, ex allenatore di Tsonga, ne sarà il direttore mentre proprio il franco-congolese sarà direttamente coinvolto nell’organizzazione nel ruolo di ambasciatore. Brutte notizie per Ginevra, che ospita l’altro 250 della settimana in questione: allo scopo di evitare dannosi accavallamenti, il regolamento ATP impedisce che vengano organizzati in contemporanea due o più tornei nello stesso Paese. Ma Lione e Ginevra distano l’una dall’altra appena centocinquanta chilometri…