Un mese fa a Melbourne Park è stata eretta una statua in onore di Rod Laver, leggenda del tennis negli anni Sessanta. Di questo e di molto altro “The Rocket” ha voluto parlare in un’intervista rilasciata al sito ufficiale degli Australian Open.
“La statua mi riporta agli anni Sessanta quando giocavo a pieno regime. E’ un grande onore ed è eccitante, devo ringraziare Tennis Australia. Non avrei mai pensato che sarebbe potuto accadere qualcosa del genere. La scultrice, Lis Johnson, è venuta a casa mia per avere a disposizione più foto e idee, vedere tutti i trofei. Mi ha misurato la faccia più volte e ha scoperto che, sfortunatamente, le dita delle mie mani non si piegano più. Non mi ha dato fastidio, è stato un onore e non ha sbagliato nulla nel rappresentare il mio corpo“.
Roger Federer è appena tornato alle competizioni dopo sei mesi di inattività, ma Rod crede che lo svizzero potrà giocare ancora a lungo: “Sarà dura, a 35 anni potrebbe aver perso quella fiducia che prima aveva abitualmente e che adesso deve recuperare. Ora sei portato a pensarci di più e questo può creare apprensione quando giochi. Credo che l’unica cosa a cui deve pensare sia non tanto se sta bene fisicamente, quanto se è in grado di giocare con confidenza anche quando le cose non vanno bene. Ho visto la partita contro Zverev, è dura giocare tre tiebreak contro un avversario così forte dopo una lunga pausa. Io ho giocato fino ai 38: tutto era diverso, ma lui con il suo stile di gioco potrà andare avanti ancora a lungo. Non ha avuto infortuni gravi, se rimane in forma può giocare almeno altri tre anni. Tutto il mondo vuole questo. Credo che Roger possa ancora vincere uno Slam. Dipende molto dal tabellone; se dovesse giocare match duri nei primi turni, allora questo potrebbe non essere buono quando poi arriva alle partite che precedono la finale“.
Alcune considerazioni su Nick Kyrgios e sui suoi problemi caratteriali: “Gioca benissimo a tennis, ma ha i suoi alti e bassi. Si fa mettere in difficoltà da altre circostanze. Io quando giocavo non spaccavo le racchette, ma tenevo la mia delusione dentro di me. Come tennista hai responsabilità che vanno oltre il gioco, rappresenti l’Australia in tutto il mondo. Con un po’ di saggezza potrebbe diventare il miglior giocatore al mondo. Ha solo 21 anni, gli auguro il meglio, in Australia abbiamo bisogno di un campione.”
Infine, breve chiusura sulla neo-nata Laver Cup, che si disputerà per la prima volta nel mese di settembre: “Roger ha detto che voleva fare qualcosa per far tornare il tennis amatoriale, come quando giocavo io. Sono onorato del fatto che siamo riusciti a portare a compimento tutto questo. Molte persone mi hanno detto che ci saranno. Perché non dovrebbero? Verranno Roger, Rafa, Novak, del Potro. Per quanto riguarda i coach, invece, per l’Europa ci sarà Bjorn Borg, mentre per il Resto del Mondo ci sarà John McEnroe, perciò credo che ci saranno molti vantaggi”.