Quali sono le emozioni che provi, un’ora dopo il match?
Ovviamente sono deluso, ma comunque alla fine è stato un match divertente. Lui è un grandissimo ragazzo e se lo merita quindi… la cosa non mi scoraggerà. Quello che posso dire, alla fine, insomma, sarebbe anche potuta andare per il verso opposto.
Provi delusione al fatto che alla fine il pubblico ti abbia fatto buu, quando comunque alla fine hai dato il meglio di te?
Sì, ovviamente non è una cosa bella da sentire. Non era nella forma migliore quando ho iniziato gli Australian Open. Il mio corpo era un po’ affaticato. Alla fine non so neanche come sia finito il quinto set. Quant’era, 10-8? 10-8 al quinto e sentirti schernito, non è decisamente una bella sensazione?
John McEnroe ha detto che non stavi dando il meglio. Ci stavi provando?
Il mio corpo era dolorante, provavo dolore. Insomma, è stato John McEnroe a dirlo? Buon per lui. Grandissima carriera. Buon per lui.
Sembrava stessi parlando con il tuo box sulla tua preparazione, delle cose che hai fatto. Cos’era precisamente?
È stata una scarsa gestione della cosa, suppongo. Penso di non aver avuto la miglior preparazione. È colpa mia. Ho fatto un paio di cose nella off-season che non avrei dovuto fare e che non farò la prossima volta. Il mio corpo non è nella giusta forma. Si vive e si impara. Forse non avrei dovuto giocare a basket. Non ho preso la preparazione troppo seriamente.
Hai ancora in mente di giocare il doppio con Evans domani?
Probabilmente non lo giocherò, il mio corpo è messo troppo male. Oggi lui ha vinto in maniera grandiosa, sta giocando benissimo, forse non è la cosa peggiore che gli possa capitare. Sono sicuro che capirà, siamo buoni amici.
Che impatto fa giocare a basket sul tuo corpo?
Non lo so. Era divertente, amo giocare. Mi sono fatto male al ginocchio. Sento tante cose in altre parti del corpo, ma il ginocchio è la causa della maggior parte del dolore.
Parlavi della tua preparazione, cosa pensi per cambiarla? Prendere un allenatore?
Sì, beh, il coach per me rappresenta sempre un grosso punto di domanda. Quello è decisamente un aspetto a cui devo pensare più seriamente. Cioè, non credo ci sia qualcun altro nella top 100 senza coach oltre me. E la cosa va cambiata. La parte prima della stagione è importante e va presa sul serio, da lì si creano le fondamenta per il resto dell’anno. Sta a me cambiare la cosa.
La tua attitudine alla sconfitta influenza anche l’aspetto fisico?
Penso che il problema sia anche mentale, la parte psicologica del gioco è importante per me. È lì che un coach dovrebbe lavorare parecchio su di me. Ma comunque anche fisicamente non ero al 100%.
C’è un allenatore che hai in mente al momento?
Non risponderò a questa domanda.
È troppo presto per pensare alla Davis?
A dir poco troppo presto. Spero di poterla giocare, mi piace giocare per Rusty. È sempre stato presente per me, quindi spero di esserci ma vedremo. Al momento ci sono tanti giocatori buoni che possono riempire quel buco e forse fare un lavoro migliore.
È stato il match di stasera a farti capire di dover trovare un coach?
Stavo già pensando alla cosa da molto tempo, però a me piace la sensazione di restare libero e scendere in campo e fare quello che mi pare, seguire il mio flusso per un po’. Mi piace sentirmi a mio agio.
Pensi che in un certo senso potrebbe essere una buona lezione per te?
Decisamente.
Oggi stavo parlando con uno dei tuoi fan.
Fantastico.
Gli ho chiesto cosa ne pensa della reazione negativa che hai ricevuto dai media e lui ha detto che loro ingigantiscono la cosa. Ti senti un po’ come Donald Trump?
No, me lo merito, me lo merito. Sono un cattivo ragazzo.
Stai ancora vedendo uno psicologo per lo sport?
Sì, lo sto ancora vedendo. La cosa va alla grande.