dal nostro inviato a Melbourne Vanni Gibertini
[17] R. Federer b. [5] K. Nishikori 6-7(4) 6-4 6-1 4-6 6-3
Dopo il clinic regalato a Tomas Berdych, Roger Federer ha superato il secondo Top 10 consecutivo piegando in 5 set la resistenza di un coriaceo Kei Nishikori, che ha saputo tenere la partita in equilibrio per oltre tre ore, ma alla fine ha pagato la scelta di servire in maniera più lenta e più lavorata, risultando però vittima nelle occasioni importanti della risposta dello svizzero.
La partenza di Nishikori è come quella di uno sprinter che esce dai blocchi della finale dei 100 metri: Federer è incerto e lui ne approfitta in pieno, con risposte molto aggressive e servizi dalle traiettorie non rapidissime ma velenose. Federer cede il servizio nel game d’apertura, alla quinta palla break, e si ripete due game più tardi, facendosi aggredire fin troppo facilmente sulla sua seconda. Nishikori sembra un orologio, Federer sembra essere ancora in albergo. Ci vogliono 22 minuti perché lo svizzero metta un game nel suo casellario, ce ne vogliono 28 perché tenga finalmente una battuta in maniera agevole, quando però il punteggio recita già 5-1 per Nishikori. I due ace in chiusura di settimo game sembrano però svegliare il vecchio Roger, che comincia a trovare la misura sulla battuta di Nishikori, insolitamente votato al cambio di ritmo e molto attento a variare velocità e direzione della sua battuta. I suoi servizi superano a stento i 160 chilometri orari sulla prima, e Federer comincia a trovare la palla per i suoi affondi. L’elvetico risale dall’1-5 al 5-5, spinto dal pubblico che come sempre è tutto dalla sua parte e che man mano che passano i giochi si ancora ai propri posti per non andarsene più. Senza troppi scossoni si arriva al tie break, dove è Nishikori il primo ad andare in vantaggio di un minibreak con un diritto vincente che lo porta sul 3-1, su fa controbreakkare sul 2-4, ma poi mette a segno una risposta vincente nel punto successivo che gli dà il margine sufficiente per portare a casa il parziale in 57 minuti.
Ormai le tribune sono tutte piene, soprattutto quelle vicino al campo normalmente occupate dai corporate guest che tendono ad intrattenersi nel villaggio ospitalità più a lungo del necessario, ed il secondo set inizia con Federer decisamente più intenzionato a verticalizzare il gioco ed un Nishikori che continua con i suoi servizi a tre quarti velocità. Qualche serve and volley un po’ troppo disinvolto sulla seconda procurano allo svizzero un paio di infilate in risposta, ma per il resto i suoi turni di battuta scorrono via abbastanza lisci. È un solo break che decide il parziale, sul 3-3, quando due diritti sbagliati ed un doppio fallo condannano Nishikori alla sconfitta.
Nel terzo set sembra che i delicati meccanismi che regolano lo splendido gioco di Federer riprendano a funzionare tutti quanti in perfetta sincronia: dopo il primo game di Nishikori ci sono sei giochi consecutivi per lo svizzero, che sulla seconda dell’avversario fa un po’ quello che vuole. Il nipponico sembra piuttosto confuso, inanella errori su errori, ad un certo punto sembra anche che smetta di giocare dopo un servizio di Federer che lo butta quasi tra i fotografi.
È un 6-1 in 26 minuti che sembra preludere ad una cavalcata vincente di Federer, ma dietro l’angolo c’è un altro colpo di scena, l’ennesimo di questa memorabile giornata agli Australian Open. Mentre arriva anche uno stormo di gabbiani ad affollare le strutture del tetto sopra la Rod Laver Arena, Nishikori si aggrappa alla partita con le unghie, rischia un penalty point sbattendo la racchetta per terra ma si tiene in linea di galleggiamento. Sul 2-1 Federer, in un game di 20 punti costellato di colpi vincenti (tra cui anche un rovescio fuori dal paletto dello svizzero), Kei annulla con grande coraggio due palle break e con due servizi tiene il servizio dopo quasi 11 minuti di gran tennis. E come spesso capita in questi casi, la “legge del contrappasso tennistico” si accanisce contro Federer che sbaglia uno smash, mette in rete una volée di rovescio ed in un baleno si ritrova sotto di un break. Le sue gambe sono visibilmente più pesanti, la sua risposta di rovescio diventa una banca per Nishikori che la sollecita ogni volta che può. Il vecchio leone svizzero si aggrappa alla battuta, tiene due servizi a zero ma purtroppo per lui non può far nulla per recuperare il break subito e deve suo malgrado prepararsi per il quinto set.
Nessuno sembra andarsene dalla Rod Laver Arena, nessuno va al bar, nessuno ha bisogno del bagno, tutti hanno ancora fame di grande tennis. L’abbrivio del quinto set è teso, Federer manca il primo game point con un doppio fallo, poi però due servizi lo mandano al comando nel parziale decisivo. Qui Nishikori nel suo turno di battuta commette tre gravi errori gratuiti di rovescio, tutti sul lungolinea, che concedono il break di vantaggio ad un Federer che si è fatto più arrembante in risposta, quantomeno dalla parte destra. Un game di servizio veloce per lo svizzero ed il primo cambio di campo vede Roger avanti per 3-0, mentre Kei si sdraia a terra per farsi massaggiare la schiena. Federer avrebbe l’occasione del K.O. poco dopo quando un diritto vincente gli regala la palla per il 4-0, ma un ottimo Nishikori la cancella con un bello schema servizio-diritto per poter sperare un altro po’. Ma il servizio di Federer non trema, così come il suo diritto, e dopo 3 ore e 24 minuti la folla osannante può esplodere insieme al suo beniamino, mai visto così euforico per una vittoria in un ottavo di finale. Ora la sfida contro la sorpresa del torneo Misha Zverev per continuare il percorso verso un nuovo record.
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