SOCK CONQUISTA UN ALTRO DERBY – Si aprono con una sfida made in U.S.A. le semifinali dell’ATP 250 di Delray Beach. Sono infatti Donald Young, numero 69 e già finalista qui nel 2015, e Jack Sock, numero 21 e alla caccia della seconda finale stagionale, dopo quella vinta a Auckland, ad affrontarsi nella prima partita di giornata. I tre precedenti, tutti vinti da Sock, il palmares e la classifica sembrerebbero lasciare davvero poco spazio a possibili sorprese. Sock inizia subito la partita con il piede giusto, strappando il servizio a Young alla prima occasione con un notevole passante di rovescio in corsa. Tuttavia, come nella partita di ieri contro Johnson, la terza testa di serie non riesce a capitalizzare il vantaggio e, con un doppio fallo e un dritto colpito male che la rete accompagna in corridoio, riconcede immediatamente il break. La partita è piacevole a tratti: Young si prodiga in volée pregevoli e in un gioco a tutto campo che rischia però di essere leggerino. Sock spinge invece di dritto, a volte esagerando, come in occasione della palla break sfumata nel terzo gioco. È al settimo gioco che arriva lo strappo decisivo; tutto merito, si fa per dire, di Young che, sul 30-30 al servizio, appoggia a metà rete prima un rovescio e poi un dritto. Sock questa volta dimostra di essere entrato definitivamente in partita e, con due servizi tenuti a zero, conquista il set per sei giochi a quattro.
Il secondo set segue un andamento più lineare: l’unica occasione viene ancora al settimo gioco sul servizio di Young. Il nastro però decide di dire la sua, e la palla break viene annullata da un dritto che muore beffardamente a due centimetri dalla rete. Il set si avvia dunque velocemente al tiebreak. Un gran dritto lungolinea permette a Young di passare subito avanti di un minibreak, subito ceduto però con un gratuito, sempre di dritto. Dal 2-2, Sock cambia di marcia; si fa più propositivo e spinge di più i colpi. Una volée di dritto gli dà il minibreak decisivo e un dritto lungolinea gli regala l’incontro. 6-4 7-6 per la terza testa di serie che proverà domani a conquistare il terzo titolo in carriera.
TROPPO RAONIC PER DEL POTRO – La seconda semifinale vede arrivare i grandi nomi: Milos Raonic contro Juan Martin del Potro. I due si sono, stranamente, incontrati solo due volte nel circuito, entrambe nel 2013. La prima in Canada, vinta da Raonic, e la seconda a Tokyo, conquistata da del Potro. Juan Martin, ora al numero 42 e al rientro dopo più di tre mesi, è alla ricerca di conferme sul suo attuale livello di gioco dopo la convincente vittoria di ieri contro Sam Querrey; Raonic tenta invece di agguantare la ventesima finale in carriera, la prima dalla finale di Wimbledon dello scorso anno. Raonic parte al servizio e mette subito le cose in chiaro: gioco tenuto a zero chiuso con ace. C’è poco da dire sui successivi quattro giochi, se non che gli ace fiocchino e i punti in risposta appaiano come una manna dal cielo. Nel sesto gioco, le attuali differenze tra i due, specialmente dalla parte del rovescio, vengono a galla. Raonic riesce a mettere in campo due risposte solide e a prendere in mano lo scambio, attaccando l’argentino sul rovescio e venendo a rete. Da quella parte del Potro non regge due dritti di fila in spinta di Raonic; arriva così la prima palla break dell’incontro. Un attacco in slice, sempre di rovescio, dell’argentino finisce lungo e Raonic allunga nel primo parziale, 4 a 2.
Nel gioco successivo del Potro riesce ad arrivare ai vantaggi sul servizio del numero 4 al mondo, grazie ad un passante di rovescio lungolinea che dà finalmente qualche flebile segnale di vita. Un paio di buoni servizi però e Raonic conferma il break, portandosi sul cinque a due. Nel gioco successivo il canadese si prodiga in una straordinaria volee di dritto incrociata e in una risposta vincente lungolinea in allungo: ci sono i primi tre set point. Il primo se ne va con una risposta steccata, il secondo ancora con un errore in risposta e il terzo con un ulteriore gratuito. Ne avrà anche una quarta, ma del Potro riesce a restare a galla. L’argentino si trova però spesso a correre da un lato all’altro del campo, costantemente in difesa: l’89% delle volte colpisce dietro la linea di fondo, rispetto al 60% del canadese. Vincere così è impossibile. Al servizio Raonic non trema e chiude il set con un ace: 6-3 in mezz’ora.
Ad inizio secondo set, Juan Martin è ancora costretto ad annullare una palla break, sempre a causa del rovescio corto e molle con cui Raonic va a nozze. L’argentino riesce ad aggrapparsi al servizio e a restare in partita, anche se l’inerzia pare ancora a favore del canadese, totalmente padrone del campo. del Potro prova a cambiare un po’ le carte in tavola, si fa più aggressivo e gioca più vicino al campo. Ne escono un paio di scambi combattuti chiusi con vincenti di dritto degni del primo del Potro. L’argentino va ancora in difficoltà al servizio nel settimo gioco, riuscendo però sempre a salvarsi con l’aiuto del marchio di fabbrica. Raonic mette poche risposte in campo; quando ci riesce, però, l’inerzia dello scambio è quasi sempre la sua. del Potro però non demorde, e si rende pericoloso in risposta con un paio di passanti pregevoli che pizzicano le righe. Raonic si difende ancora con il servizio e porta la situazione in parità: 5-5. La partita aumenta di livello, il pubblico si scalda e la palla inizia a pesare di più. Raonic conquista un’altra palla break spingendo di dritto, che converte con un vincente lungolinea di rovescio che lascia fermo l’argentino: 6-5 e servizio per il canadese. Proprio quando tutto sembra in dirittura d’arrivo, Raonic sembra avvertire la pressione: un doppio fallo e un gratuito danno la palla del contro-break a del Potro. Subito convertita con il secondo passante di rovescio lungolinea, l’unico che sembra funzionare, dell’incontro: è tiebreak. Il primo minibreak è a favore di Raonic dopo un attacco, piuttosto debole a dir la verità, su cui del Potro perde il dritto. Il minibreak è però recuperato da un nastro fortunato su una stecca in risposta dell’argentino. È un altro attacco di Raonic, ora sul rovescio, che permette al canadese di andare a due punti dal match. La prima però sembra non entrare nei momenti chiave, e così anche la seconda: secondo doppio fallo per Raonic e cinque pari. La prima testa di serie si irrigidisce e sbaglia anche un comodo dritto lungolinea: del Potro è a set point senza neanche accorgersene. Un dritto steccato sulla risposta di rovescio di Raonic fa sfumare l’opportunità e uno lungo di qualche metro porta il canadese al primo match point. Questa volta Raonic decide di dimenticare la pressione: ace all’incrocio delle righe e tiebreak chiuso 8 punti a 6.
Il numero 4 al mondo si dimostra un test troppo arduo per la condizione attuale di Del Potro. L’impressione è che all’argentino servano ancora un po’ di partite sulle gambe prima di poter dire la sua a questi livelli. Raonic raggiunge dunque la prima finale del 2017 e la prima dalla scorsa edizione di Wimbledon. Gli scontri diretti contro Jack Sock lo vedono in vantaggio 8 a 2; l’americano ha però vinto l’ultimo incontro, lo scorso anno a Shanghai.
Risultati
[1] M. Raonic b. [7] J.M. del Potro 6-3 7-6(6)
[3] J. Sock b. D. Young 6-4 7-6(2)