[2] N. Djokovic b. K. Edmund 6-4 7-6(5) (Chiara Nardi)
Il n. 2 del mondo Novak Djokovic sfida per la terza volta in carriera il britannico Kyle Edmund, tennista che ha sconfitto lo scorso anno a Miami e agli U.S. Open. Il campione serbo, dopo un inizio di stagione avaro di soddisfazioni ad esclusione del primo torneo dell’anno, vuole tornare a brillare in un torneo conquistato lo scorso anno per la quinta volta. Djokovic strappa il servizio ad Edmund già nel primo game, grazie anche a qualche errore di quest’ultimo. Il britannico sale di livello, diminuisce il numero degli errori e riesce a non far scappare Djokovic, annullando due palle del doppio break nel settimo game. Nonostante non sia il Djokovic dei tempi d’oro, il serbo riesce a gestire bene i suoi turni di servizio, non concedendo alcuna palla break grazie ad un’ottima resa sia con la prima di servizio che con la seconda. Il set si conclude al decimo game con un errore di dritto di Edmund. Il tennista britannico gioca molto bene con il dritto e a sorpresa è lui il primo a conquistare un break nel secondo parziale grazie al dritto in uscita dal servizio di Novak che finisce fuori. Avanti 3-0, il britannico ha anche un’opportunità per conquistare il secondo break, ma Djokovic si salva e nel quinto gioco mette a segno il contro break alla terza palla utile. Edmund approfitta della scarsa brillantezza dell’ex n. 1 del mondo per tornare in vantaggio di un servizio grazie a un errore di Djokovic con la stop volley. Questa volta Kyle riesce a confermare il break, ma sul 5-4 non riesce a completare l’opera e Novak rientra in partita. Il set si conclude al tie-break, vinto da Nole per 7 punti a 5 al secondo match point. Al prossimo turno affronterà nuovamente Juan Martin del Potro e dovrà alzare il livello del suo gioco se vorrà bissare il successo ottenuto pochi giorni fa ad Acapulco.
[4] K. Nishikori b. D. Evans 6-3 6-4 (Lorenzo Colle)
Kei Nishikori (5 ATP e tds numero 4), reduce dalla deludente tournèe sulla terra sudamericana, e Daniel Evans (41 ATP) aprono le danze sul campo centrale di Indian Wells. 1-1 i precedenti: Evans ha vinto il primo confronto agli US Open 2013, mentre il giapponese si è vendicato l’anno scorso in Coppa Davis. In avvio di match, Nishikori, in evidente fase di rodaggio dei colpi, regala il break al proprio avversario, che prontamente restituisce il favore. I due salgono con il rendimento al servizio e le mancanze dell’uno controbilanciano quelle dell’altro, così da mantenere la situazione in equilibrio. Nishikori da una parte insiste sul colpo meno sicuro di Evans (il rovescio) ottenendo molti punti, dall’altro si trova visibilmente in in imbarazzo sugli slice del britannico e stecca tantissimo di dritto. Nell’ottavo gioco però il nipponico riesce ad alzare il ritmo dello scambio e si porta a palla break. Evans si salva tre volte col servizio, ma alla quarta occasione si consegna al nemico con un discutibile serve&volley sulla seconda. Nel gioco successivo, il tennista di Birmingham estrae dal cilindro tre risposte vincenti di dritto, annulla set point e si procura una palla del controbreak. Qui è bravo Nishikori a rintuzzare l’assalto e a chiudere un brutto primo set: 6-4 in 42 minuti. Nel secondo parziale, il giocatore del Sol Levante scappa subito avanti di un break, ma nel gioco successivo pasticcia e si ritrova sotto 0-40. Le prime due palle break vengono annullate con altrettanti vincenti di rovescio lungolinea, ma sulla terza Evans si inventa un fantastico passante di dritto in corsa e pareggia. I servizi dominano fino al 4-4, quando il britannico spegne la luce e spedisce Nishikori a servire per il set. Il giapponese non si fa pregare e archivia la pratica in un’ora e venticinque di brutto tennis. Al prossimo turno lo attende una sfida insidiosa contro Gilles Muller., con il quale ha sempre trionfato nei tre precedenti.
[31] J.M. del Potro b. F. Delbonis 7-6(5) 6-3 (Jacopo Bartalucci)
Nessun precedente ufficiale, derby inedito in territorio americano tra i due eroi della Davis vinta in rimonta a Zagabria tre mesi fa. Del Potro ama Indian Wells, nel 2013 ha sfiorato il colpaccio perdendo soltanto in finale da Nadal e dopo aver regolato in rimonta Murray nei quarti e Djokovic in semi. Delbonis invece, il cemento (non solo questo) lo ama meno ma, lo scorso anno, nello stupore generale, fu lui il Pospisil di turno eliminando l’attuale numero uno al mondo prima di arrendersi a Monfils negli ottavi. Insomma, le premesse per una partita interessante, non mancano di certo. Pronti via e subito break del Potro; la Torre di Tandil rischia poi di farsi raggiungere sul 2-2 ma in soccorso arrivano tre prime. Quindi, il punto del torneo nel quinto game con Delpo che nel rincorrere all’indietro un pallonetto di Delbonis s’inventa un contro pallonetto in tweener che lascia di stucco l’amico Federico nei pressi della rete e fa letteralmente esplodere lo Stadium 2. Nel sesto gioco, un po’ a sorpresa, il mancino di Azul si costruisce un’occasione e porta a casa il break riequilibrando il primo set. Dopo l’aggancio poi, affronta con carattere e brillantemente tre palle del 3-4, mantiene il servizio e mette il naso avanti per la prima volta nell’incontro. Il dritto di Juan Martin però, funziona poco e il più delle volte fa soltanto il solletico a Delbonis. Anche il servizio non sembra la solita arma micidiale ma è proprio con quello, nel decimo gioco, che salva baracca e burattini annullando una pericolosa palla break che è anche set point. Si arriva quindi velocemente e senza altri sussulti al tie-break con la sensazione addosso che quello a stare meglio non è l’argentino amato e celebrato dai tifosi del Boca alla Bombonera lo scorso anno. Invece, come spesso accade in questi casi e nonostante il mini break di vantaggio in apertura, Delbonis si scioglie sul più bello, commette due imperdonabili doppi falli e ad aggiudicarsi il tie è il più titolato e talentuoso dei due argentini. Scampato il pericolo, Delpo ritrova sicurezza, profondità e regolarità nei colpi e nonostante sembra soffrire maledettamente i quaranta gradi del deserto californiano, si aggiudica il secondo set con un 6-3 perentorio e che non ammette repliche. Djokovic è avvisato: dopo l’incontro nefasto con “GianMartino” in quel di Rio, potrebbe ritrovarsi a vivere un nuovo incubo da qui a due giorni.
[18] A. Zverev b. F. Bagnis 7-6(10) 6-3 (Antonio Ortu)
Sul campo 3 dell’Indian Wells Tennis Garden, Facundo Bagnis, numero 83 ATP, e Alex Zverev aprono il programma del Day 4. Per i due è il primo scontro a livello di circuito maggiore. L’argentino, giustiziere al primo turno di Benneteau al terzo set, concede subito due break point nel primo game e un altro sul 2-2, ma Sascha non ne approfitta. Un gioco abbastanza attendista permette a Bagnis di restare avanti per tutto il set. Zverev ha invece difficoltà a trovare le misure da fondo, molto spesso regala punti con accelerazioni imprecise. Il servizio gli dà una grossa mano, anche quando commette due pericolosi doppi falli sul 4-5. Un set parecchio equilibrato si decide al tie-break. Dopo aver dilapidato un vantaggio di 4-1, il tedesco deve annullare tre set-point prima di chiudere a suo favore il tie-break 12-10. Chiuso un primo parziale tiratissimo, i primi cinque games del secondo set seguono i turni di battuta, ma l’argentino, sul 3-2 per Zverev, commette qualche errore di troppo. Sascha stavolta ne approfitta subito e mette a segno il primo break del match, salendo poi sul 5-2. Bagnis prova a reagire, ma il 19enne di Amburgo non commette errori e riesce ad archiviare il suo esordio in due set, dopo 1 ora e 40 minuti. Prova un po’ sottotono per Zverev, che a tratti ha faticato a trovare il campo e ha reso complicata una pratica che poteva essere molto più rapida. L’argentino ha comunque i suoi meriti, avendo giocato una partita ordinata, ma obiettivamente non poteva fare di più. Al prossimo turno servirà una prova migliore del numero 19 del mondo, che se la vedrà con Kyrgios (!).
[12] G. Dimitrov b. M. Youzhny 6-4 6-0 (Andrea Ciocci)
Indian Wells fa da teatro all’inedito Youzhny-Dimitrov. Vecchio contro (semi)nuovo. Gli ultimi (forse) fuochi del decano russo, stuzzicato dai confronti generazionali (chiedere a Tsitsipas), contrapposti alla rinata ambizione del bulgaro di non essere considerato un facsimile di Federer, ma una copia autentica di Grigor il campione. Concreto, non velleitario, come il suo inizio di stagione, con la semifinale di Melbourne, persa ma bellissima, che il movimento tutto vuole interpretare come sliding door finalmente spalancata sull’empireo tennistico. Primi giochi interlocutori, con un break per parte. Dimitrov comanda gli scambi, usando top e slice di rovescio e producendosi in drittoni inside-out. Ma i tanti unforced tengono il russo a galla. Gli aficionados apprezzeranno gli scambi sulla diagonale rovescia monomane. Per ora, comunque, la partita non scalda i cuori, a differenza di un sole assassino. Tanti gli errori da ambo le parti, compresi reciproci tentativi di scardinare la rete con volée alte affossate. Dimitrov fa il compitino, ma tanto basta per lo Youzhny odierno. Un orrido game del russo sul 4-5 regala al bulgaro la prima frazione. Secondo parziale ancora peggiore. Saranno le proibitive condizioni climatiche, ma non si vedono due bei punti in fila. Un gioco di prestigio alla Santoro non evita il break a Youzhny. Che appare ormai sconsolato. Altri due break per un bagel che ne abbrevia l’agonia. L’ex della Sharapova attende il vincente di Sock-Laaksonen.
[15] N. Kyrgios b. H. Zeballos 6-3 6-4 (Domenico Giugliano)
Sul campo numero 4, Nick Kyrgios affronta Horacio Zeballos, incontrato una sola volta in passato, lo scorso anno allo US Open, con vittoria dell’australiano in tre set. Il primo parziale quest’oggi vede i due battagliare ad armi pari, e tenere facilmente il servizio fino al 4-3 Kyrgios. Qui, il giovane e incostante australiano, mette quel pizzico di attenzione in più, che gli permette nell’ottavo gioco di breakkare l’avversario ed infilare due giochi consecutivi, aggiudicandosi il primo set in 33 minuti con il punteggio di 6-3. Nel secondo parziale, Kyrgios scappa subito via grazie ad un break in apertura di set. Sul 2-1 concede una palla break all’argentino, che annulla con un ottimo servizio vincente. Nei games successivi, i due tennisti tengono il servizio facilmente, senza concedere palle break. Kyrgios è una sentenza con la prima, ben 11 aces e l’85% di punti vinti sul primo servizio e il 74% con la seconda. Numeri che non permettono a Zeballos di rientrare nel match. L’australiano chiude con il punteggio di 6-4 dopo un’ora e 5 minuti di tennis solido, senza le solite distrazioni e siparietti. Nel prossimo turno ci sarà il primo vero esame del torneo, l’incontro con Alexander Zverev, in quello che si prospetta come il match del giorno e lo scontro tra i due possibili dominatori del futuro. Un incontro avvincente e spettacolare, vista la forma mostrata dai due quest oggi.
Risultati:
[4] K. Nishikori b. D. Evans 6-3 6-4
[5] R. Nadal b. G. Pella 6-3 6-2
[2] N. Djokovic b. K. Edmund 6-4 7-6(5)
[9] R. Federer b. S. Robert 6-2 6-1
[12] G. Dimitrov b. M. Youzhny 6-4 6-0
[31] J.M. del Potro b. F. Delbonis 7-6(5) 6-3
[17] J. Sock b. [Q] H. Laaksonen 6-3 0-6 6-4
[18] A. Zverev b. F. Bagnis 7-6(10) 6-3
D. Young b. [23] S. Querrey 6-3 3-6 6-3
[24] S. Johnson b. K. Anderson 6-4 3-6 7-6(4)
[WC] T. Fritz b. [6] M. Cilic 4-6 7-5 6-4
[15] N. Kyrgios b. H. Zeballos 6-3 6-4
M. Jaziri b. [32] M. Granollers 7-5 6-3
[26] F. Verdasco b. P.H. Herbert 7-6(5) 6-1
[14] L. Pouille b. J.L. Struff 6-3 6-2
[25] G. Muller b. J. Vesely 7-6(1) 6-1 –