F. Fognini b. R. Harrison 6-4 7-5 (Jacopo Bartalucci)
Uno sta per diventare padre, l’altro sta per sposarsi: questi gli attori designati dalla benevola urna di Key Biscane, per un inusuale quanto affascinante primo turno. Unica nota stonata, Vieri a parte (tifosissimo di Fognini), Stadium colpevolmente semi deserto: ce ne faremo una ragione. La partita, complice la tanta umidità, è un festival dell’errore sin dalle primissime battute. D’altronde, ai due ex cavalli pazzi, a costo di disfare e talvolta regalare, è sempre piaciuto più “fare” gioco che subire quello dell’avversario di turno. Insomma, si palleggia poco o comunque, meno di quel che si dovrebbe. Succede così che Fognini, dopo essere scappato avanti un break e aver avuto la chance del 4-2, si sia incartato fino a concedere l’aggancio con un doppio fallo ad un Harrison che aveva già palesato problemi alla schiena nel cambio di campo precedente. Quest’ultimo però, per non farsi parlar dietro, avanti 30-0 mette in serie quattro cioccolatini che il buon Fabio non può proprio esimersi dal raccogliere per un nuovo break che, nonostante un decimo gioco tremebondo, risulterà alla fine decisivo per la conquista di un primo set che verrà ricordato più per il generoso, continuo scambio di doni tra il futuro sposo e l’imminente neo papà, che per il tennis giocato.
Non che il secondo si discosti molto dal primo, tempistica dei regali a parte. Harrison meglio (più corretto dire meno peggio) in avvio, vola 3-0 e poi si addormenta fino a farsi raggiungere sul 3-3. Il game decisivo potrebbe essere il nono ma il claudicante americano risale da 0-30 nonostante le persistenti difficoltà al servizio. Fognini, al cambio di campo, si rende conto d’aver mancato una grandissima occasione e nell’undicesimo gioco ci riprova: stavolta però, il game è quello buono e alla terza palla break, l’azzurro fa centro e vola a servire per il match. Anche qui, come nel primo set, Fabio s’incarta e concede altre due palle break gravissime (la numero 11 e la numero 12 della sua partita) dalle quali, però, si salva ancora una volta prima di chiudere il secondo parziale per sette giochi a cinque. Ad attenderlo, ora, quel Joao Sousa con cui in passato, ha dato vita ad autentiche battaglie: l’impressione, è che servirà tutt’altro Fognini. Quanto ad Harrison, problemi fisici a parte, paga l’inconsistenza in tutti i momenti decisivi: 1 su 12 nella conversione delle palle break è un dato su cui Sanguinetti dovrà lavorare alla svelta. Matrimonio permettendo.
J. Vesely b. [PR] T.Haas 6-7 (5) 6-3 7-5 (Matteo Polimanti)
Il trentottenne Tommy Haas dopo aver ricoperto il ruolo di direttore del torneo ad Indian Wells torna a vestire i panni del tennista a Miami, 19 anni dopo la sua prima apparizione in Florida. Il tedesco, in quella che molto probabilmente sarà la sua ultima stagione da professionista, è a caccia di una vittoria nel circuito maggiore che non arriva addirittura da Wimbledon 2015; avversario odierno è l’ostico mancino Jiri Vesely, numero 54 del mondo e noto ai più per l’impresa compiuta lo scorso anno a Montecarlo dove sconfisse Djokovic in un periodo in cui il serbo, proveniente dalla doppietta Indian Wells- Miami, sembrava imbattibile. La condizione fisica inevitabilmente precaria e la temperatura elevata registrata nel pomeriggio di Miami impongono ad Haas di rendere ogni scambio il meno lungo possibile, verticalizzando non appena ne abbia la possibilità, con l’obiettivo di togliere ritmo al suo avversario; il ceco infatti, dispone di un tennis lineare, con l’unica variazione rappresentata da uno slice di rovescio abbastanza scolastico. Primo set non spettacolare ma notevolmente combattuto, Vesely dimostra di averne di più rispetto al suo avversario ma alterna momenti positivi ad altri in cui commette incredibili sciocchezze: il numero 54 del mondo non sfrutta due palle break consecutive sia sull’ uno pari che sul quattro pari e si ritrova al game successivo a dover fronteggiare cinque set point, annullati tutti grazie al servizio senza dare chance ad Haas. La conclusione logica del primo parziale è il tie break, dove arriva la zampata del campione: il tedesco recupera da 0-3, sul 5-5 effettua il decisivo mini break grazie ad un notevole passante di rovescio e chiude 7-5 grazie ad un ace, archiviando così il primo set, durato 1 ora e 10.
Le energie spese dall’ex numero 2 del mondo nel primo parziale si fanno sentire con il passare dei minuti, al contrario Vesely, ovviamente ancora fresco e pimpante, alza leggermente l’asticella e si aggiudica il secondo set per 6-3 con il break decisivo effettuato a zero nell’ottavo gioco. Nel terzo set il livello di entrambi i giocatori sale e ne guadagna lo spettacolo; Vesely concede sempre meno da fondo mentre uno stoico Haas, sostenuto da un tifoso d’eccezione come Nick Bollettieri, sfoggia il suo talento purissimo per rimanere aggrappato al suo avversario; sul 3-3 avviene una delle scene più divertenti mai viste su un campo da tennis; un’iguana invade il campo numero 1 e costringe l’arbitro a sospendere l’incontro per oltre 10 minuti: Haas, sicuramente beneficiato dalla pausa si concede anche un simpatico selfie con l’animale selvatico, graziato dall’arbitro spagnolo, che vista la straordinarietà dell’evento gli concede di usare lo smartphone salvo poi sollecitarlo a metterlo via. Il primo e decisivo break del terzo set arriva sul 5-5 con Haas che perde la battuta con il doppio fallo: Vesely ringrazia e al cambio di campo tiene agevolmente il servizio e chiude con il punteggio finale di 6-7 6-3 7-5 dopo 2 ore e 36 minuti di battaglia; al prossimo turno il ceco se la vedrà con la testa di serie n.19 Ramos (1-0 i precedenti per lo spagnolo). Solo applausi per un eccezionale Tommy Haas, che a 38 anni e 11 mesi riesce ancora a competere ad alti livelli lasciandoci assaporare sprazzi di quel tennis classico oramai in via di estinzione.
T. Fritz b. A. Pavlasek 6-2 6-3 (Lorenzo Colle)
Il sole è appena tramontato a Miami, quando Taylor Fritz ( 19 anni,126 ATP ) e Adam Pavlasek (22 anni, 96 ATP) fanno il loro ingresso sul campo centrale, per il loro primo confronto a livello ATP. Il neopapà a stelle e strisce parte forte e con uno splendido passante in corsa di dritto strappa la battuta all’avversario già nel secondo gioco. Fritz continua a martellare di dritto, alternando botte piatte a topspin particolarmente lavorati che mandano fuori giri Pavlasek. Il ceco è generosissimo in difesa e appena può verticalizza il gioco per prendersi qualche punto a rete, ma è asfissiato dalla pressione che il giovane yankee esercita da fondocampo. In un lampo Fritz sale 5-1 e ha la possibilità di servire per il set, ma commette quattro errori di pura foga e si fa breakkare. Nel gioco successivo, Pavlasek si porta 40-0, ma subisce cinque punti consecutivi e consegna il set all’americano: 6-2 in 30 minuti. Desta stupore il fatto che Fritz abbia dominato pur avendo messo in campo solo il 33% di prime. Nel secondo parziale la musica non cambia. Lo statunitense centra il break subito in avvio e continua a spingere a tutto braccio. Pavlasek è già sotto la doccia e sprofonda 5-0, salvo poi scuotersi giusto in tempo per cancellare un match point ed evitare l’onta del bagel. Cavalcando l’onda di questa flebile speranza ritrovata, il ceco opera il break ( con la complicità di Fritz ), tiene il successivo turno di servizio e va 5-3. L’americano ha però un’altra occasione per chiudere i giochi e non se la lascia sfuggire: 6-2 6-3 in un’ora e sette minuti. Per Fritz adesso una sfida decisamente più probante contro Kohlschreiber (nessun precedente).
D. Young b. D. Brown 6-3 1-6 6-2 (Tommaso Voto)
L’americano Young supera in tre set Brown ed accede al secondo turno dell’ATP di Miami, dove affronterà, da sfavorito, il francese Pouille. È stato un match a tratti godibile, anche perché lo stile del tedesco, molto personale, è sempre garanzia di spettacolo. C’è da dire che Young ha anche giocato al di sotto del suo abituale livello, anche perché disturbato da un fastidio alla schiena. “Dreddy” (questo è il nickname con cui viene chiamato affettuosamente Dustin) c’ha provato, ma la continua ricerca del serve & volley presenta dei momenti di criticità troppo evidenti, soprattutto quando la superficie non è così rapida ed affronti un giocatore bravo a ribaltare lo scambio. Del resto la carriera di Brown, se si esclude qualche vittorie eccellente – su tutti spicca quella su Nadal a Wimbledon – ci racconta di un giocatore molto amato dagli appassionati, ma con poche soddisfazioni e con un best ranking, n. 64 del mondo, lontano dai migliori. Nel dicembre del 2004 Newsweek immaginò, per l’allora 15enne Young, una storia di successo, poi le aspettative si sono infrante contro la dura realtà del tennis “dei grandi”, ma il ragazzo dell’Illinois ha metabolizzato le sconfitte ed ha saputo ripartire dalle delusioni. L’incontro si è deciso al terzo set, con Donald che ha saputo capitalizzare al meglio gli errori da fondo del tennista europeo, che in più di una circostanza è finito vittima della sua stessa evanescenza. È sempre molto complicato approcciarsi a Brown, perché non dà ritmo, attacca continuamente la rete ed è sempre capace di “inventarsi” un colpo ad effetto. Dopo un primo set vinto in sicurezza, Donald si scompone e si fa coinvolgere dall’esuberanza del tedesco che spinge e prova a far uscire il suo avversario dalla propria “confort zone”. Perso il parziale con un netto 6-1, lo statunitense chiede un medical time out e viene massaggiato lungamente alla schiena e forse il calo è dovuto anche ad un possibile risentimento muscolare. Donald non ha perso la calma, ha saputo attendere l’occasione giusta ed ha vinto la partita, anche se contro il francese Pouille sarà importante capire l’entità del problema fisico, che a tratti ha influenzato il movimento al servizio.
B. Paire b. M. Klizan 7-6(4) 6-3 (Maurizio Mascioli)
Esordio nel torneo per il francese Benoit Paire, n. 39 del ranking, giustiziere di Fabio Fognini all’Australian Open di quest’anno in 5 set, che sul Grandstand affronta Martin Klizan (n. 61). Entrambi talentuosi, imprevedibili e poco inclini alla disciplina, vantano un solo precedente, sempre in terra americana, al primo turno dell’ATP di Winston Salem del 2012, quando a imporsi fu lo slovacco per 6-2 7-6(4). L’inizio del match è caratterizzato dal solito nervosismo dei due protagonisti, i quali danno vita ad una sorta di festival degli errori gratuiti. Da una parte Klizan appare poco reattivo e in confusione a livello tattico, dall’altra il francese che, dopo aver ottenuto il break al terzo gioco, si perde in uno dei suoi soliti momenti di ordinaria follia, non controllando più i nervi e maltrattando la sua povera racchetta ad ogni errore commesso. Proprio dopo aver distrutto la seconda, viene richiamato dall’arbitro perdendo il punto sullo 0-40, regalando così il game del cinque pari al suo avversario. Il primo set si conclude comunque a favore del francese che, nonostante dei piccoli problemi alla caviglia, porta a casa il tie break 7 punti a 4. L’intervento del fisioterapista nell’intervallo sembra rivitalizzare Paire, che sale subito 3 a 0 grazie per lo più al suo rovescio, la specialità della casa, mentre il suo avversario si smarrisce lentamente, accusando anche lui dei problemi al piede. Il secondo set scivola via comodamente per il transalpino, che dopo aver sprecato due match point, chiude 6 giochi a 3 un incontro molto confusionario e poco brillante, lo specchio dei due giocatori visti in campo. Al secondo turno Paire affronterà l’uruguaiano Pablo Cuevas, n.21 del tabellone. Ma per continuare nel torneo il francese dovrà innanzitutto sconfiggere i suoi demoni interiori e dimostrare di essere un giocatore meno incostante e maleducato. Solo così potrà esprimere il suo tennis di grandissima qualità.
Gli altri incontri (Giacomo Capra)
Nel primo incontro di giornata sul campo centrale arriva una facile vittoria per Nicolas Mahut contro la wild card americana Michael Mmoh. L’esperto francese prenota un interessante secondo turno contro Steve Johnson mentre il giovane emergente classe ’98 non riesce ancora, al sesto tentativo, a trovare la prima vittoria nel main draw di un torneo ATP. Continua il momento positivo di Yoshihito Nishioka che dopo il grande torneo a Indian Wells avanza anche a Miami superando in tre set Jordan Thompson, nonostante il pesante 6-1 subito nel primo parziale. La sorpresa di giornata arriva dal campo 7 dove Daniel Evans inciampa sul qualificato statunitense numero 108 del ranking Ernesto Escobedo. Per l’inglese, autore di un inizio di 2017 all’insegna della costanza, si tratta della prima sconfitta stagionale nel circuito contro un giocatore dalla classifica peggiore della sua. Giornata avara di soddisfazioni per i fratelli Harrison. Dopo Ryan, sconfitto da Fabio Fognini, perde anche il fratello minore Christian, che porta a casa solo due game contro Dudi Sela. Si ferma sul nascere il tentativo di rimonta di Dusan Lajovic. Il serbo, sotto 6-2 5-4 annulla tre match point consecutivi a Kevin Anderson giocando un gran tennis, e sul 5-5 si guadagna due palle per andare a servire per il secondo set. Il sudafricano però riesce a togliersi dagli impicci con il servizio e piazza nel game successivo il break che metterà fine all’incontro. Il giocatore di Johannesburg, dopo un anno molto travagliato, proverà a tornare agli alti livelli del 2015. Importante banco di prova in questo senso sarà già il prossimo turno in cui se la vedrà con Kei Nishikori. Federico Delbonis si aggiudica in due set molto tirati il derby argentino contro Juan Monaco. Vittorie in rimonta per Victor Troicki sul mancino brasiliano Thiago Monteiro e per un altro giovane tennista di casa, Jared Donaldson, su Kyle Edmund. Vincono anche Jeremy Chardy in due set su Facundo Bagnis e Guido Pella al tie-break del terzo su Tim Smyczek. Si ritira infine lo sloveno naturalizzato britannico Aljaz Bedene sotto 7-5 4-0 contro il tedesco Jan-Lennard Struff.
Risultati:
N. Mahut b. [WC] M. Mmoh 6-3 6-2
F. Fognini b. R. Harrison 6-4 7-5
T. Fritz b. A. Pavlasek 6-2 6-3
B. Paire b. M. Klizan 7-6(4) 6-3
F. Delbonis b. J. Monaco 7-5 7-6(4)
[Q] J. Donaldson b. K. Edmund 2-6 7-6(4) 6-2
G. Pella b. [Q] T. Smyczek 3-6 6-4 7-6(3)
D. Young b. D. Brown 6-3 1-6 6-2
J. Vesely b. T. Haas 6-7(5) 6-3 7-5
K. Anderson b. [Q] D. Lajovic 6-2 7-5
J. Chardy b. F. Bagnis 6-2 6-2
V. Troicki b. T. Monteiro 5-7 6-3 6-1
[Q] E. Escobedo b. D. Evans 7-5 0-6 6-3
D. Sela b. [Q] C. Harrison 6-1 6-1
Y. Nishioka b. J. Thompson 1-6 6-4 6-3
J.L. Struff b. [Q] A. Bedene 7-5 4-0 rit.