Bilancio più che positivo per i NextGen nella prima giornata d’incontri a Miami. Ne avevamo 11 in tabellone, hanno fatto il loro esordio in quattro e ben tre hanno guadagnato il pass per il secondo turno. Si tratta dei tre padroni di casa Taylor Fritz, Ernesto Escobedo e Jared Donaldson, mentre l’altro statunitense Michael Mmoh non ha avuto molte chance contro l’esperto Nicolas Mahut. Il successo di Fritz è stato piuttosto netto, un 6-2 6-3 ai danni di Adam Pavlasek (classe ’94 e n. 96 del ranking) che conferma la bontà dei suoi ultimi progressi. Se in qualche modo Taylor sembrava in grado già alla vigilia di fare match pari contro il suo avversario appaiono molto più sorprendenti i successi di Escobedo e Donaldson. Sopratutto quest’ultimo, che contro Kyle Edmund (n.45 del mondo) ha dato vita a un incontro appassionante e a tratti anche spettacolare.
Primo set dominato da Edmund che si porta 5-3 e servizio anche nel secondo. Il britannico sembra più forte sul corri e tira, con il dritto fa male da ogni zona del campo. A questo punto Jared s’accende: contro-break, tre match-point annullati sul 5-4 e trascina la partita al tie-break dove sfodera due rovesci lungolinea tanto spartani nell’esecuzione quanto efficaci. Il terzo è quasi un assolo del ragazzino statunitense che rispedisce a casa chi aveva saputo infastidire persino Djokovic. Tenacia e capacità difensive, ottima mobilità, prima di servizio molto efficace (molto meno la seconda) e un rovescio dal movimento contratto e inusuale ma, parrebbe, molto complicato da leggere. Quarta vittoria in carriera nei Masters 1000.
Qui un saggio delle qualità di Jared, in uno degli scambi più belli dell’incontro.
The point that we just can't take our eyes off! 👀#MiamiOpen pic.twitter.com/Pb89xOHjNF
— Tennis TV (@TennisTV) March 23, 2017
Non meno brillante la vittoria di Ernesto Escobedo sul n.1 britannico (anche se di appena due posti) Daniel Evans, che suggella la disfatta dei “colonizzatori” contro i giovani padroni di casa. Escobedo è bravissimo a non lasciarsi intimorire dal 6-0 subito nel secondo parziale e chiudere l’incontro offrendo due sole palle break al suo avversario nel terzo set. Evans a tratti vittima dei suoi eccessi caratteriali che si traducono in giocate decisamente poco adatte al momento della partita. Nulla da fare invece per Michael Mmoh che riesce a vincere appena cinque game a Mahut. Ancora in difficoltà sugli spostamenti in avanti il classe ’98, che per tutto l’incontro non è mai riuscito a trovare la profondità necessaria per arginare le discese a rete di Mahut. Il francese è stato ulteriormente facilitato dall’inesperienza di Michael (che si chiama così in onore di Jordan) nell’esecuzione dei passanti. Lo rivedremo, ha appena 19 anni.
Oggi in campo altri sei NextGen: Ruud-Lu, Chung-Dzumhur, Coric-Granollers, Khachanov-Schwartzman, Rublev-Mayer e Tiafoe-Kravchuk. Venerdì l’esordio di Sascha Zverev, nella giornata delle teste di serie.