Oggi al Montecarlo Country Club è il giorno delle semifinali. Per la prima volta dal 2005, è arrivato tra gli ultimi quattro solamente un top ten: in quella circostanza l’unico fu Guillermo Coria, con Nadal, Ferrero e Gasquet a completare il quadro. Stavolta invece il favorito numero uno è proprio il fuoriclasse di Manacor, che 12 anni fa vinse qui per la prima volta in carriera.
Ad aprire il programma alle 13,30 saranno Lucas Pouille e Albert Ramos-Vinolas, entrambi a caccia della prima finale in un Masters 1000 e arrivati fin qui in due modi completamente diversi. Infatti, se Ramos ha recuperato clamorosamente da 0-4 e 0-2 al terzo rispettivamente contro Murray e Cilic (dopo che nei primi due turni non aveva avuto problemi contro Olivo e Berlocq), il transalpino ha dapprima vinto piuttosto agevolmente contro Harrison e Lorenzi, per poi approfittare del ritiro di Mannarino, superando infine Cuevas dopo che quest’ultimo aveva servito per chiudere l’incontro sul 5-4 nel set decisivo.
C’è un solo precedente a livello di circuito ATP, datato 2015, quando Pouille si impose facilmente sul cemento di Auckland, mentre l’iberico si è aggiudicato l’unico scontro sulla terra battuta, risalente al 2014, vincendo nel challenger di Kenitra al tiebreak decisivo. Per Pouille sarà importante mantenere una buona percentuale di prime in campo, lui che viaggia intorno al 55% di media e che tende a calare molto con il rendimento del servizio nei momenti di tensione, anche a causa del movimento costruito e relativamente poco armonioso, che tende a “incepparsi” soprattutto nei momenti clou delle partite. In questo senso sarà interessante vedere se cercherà di aprirsi spesso il campo, specialmente con lo slice esterno da destra, togliendo un po’ di velocità al colpo ma evitando di giocare troppe seconde palle. A proposito di colpi di inizio gioco, per il numero 17 ATP sarà fondamentale anche la qualità della risposta, che tende a controllare poco, sciupando diverse potenziali occasioni – non a caso è 42esimo per punti vinti in risposta sulla prima dell’avversario e 39esima per quanto riguarda quelli vinti sulla seconda.
Lucas dovrà essere bravo a comandare il gioco, in primo luogo con il dritto, senza rinunciare a variare, venendo a prendersi il punto a rete, ma anche utilizzando la smorzata, che sa giocare molto bene e che potrebbe utilizzare specialmente in direzione del rovescio del rivale, in modo da fargli giocare palle scomode nei pressi del net, dove Ramos non è a proprio agio, eventualmente facendogli giocare una volée difficile o scavalcandolo con un lob.
Dall’altro lato, lo spagnolo tenterà di aprirsi il campo con il servizio slice – Pouille in carriera ha vinto 8 volte su 15 contro i mancini, perdendo due volte su due quest’anno – per poi prendere le redini dello scambio con il proprio dritto, che gioca molto bene sia in manovra che in accelerazione, potendo diventare devastante quando non è costretto a muoversi troppo, come si vede bene qui:
Pouille dovrà stare attento a non lasciare troppo campo aperto quando utilizzerà la soluzione inside-out con il proprio dritto, onde evitare di venire trafitto da un lungolinea con il medesimo fondamentale. Ramos potrebbe cercare di fornirgli palle senza molto punch e magari non troppo alte. Il giocatore nato a Grande-Synthe dovrà giocare una gran partita con il dritto lungolinea, sfidando l’avversario sulla diagonale destra, anche in considerazione del fatto che questi tende a giocare raramente il rovescio lungolinea e quando lo prova spesso ne viene fuori una traiettoria centrale o comunque poco insidiosa. A differenza di quanto accaduto ieri, il transalpino dovrà evitare di accusare cali di tensione, con Ramos che è più bravo di Cuevas nel gestire i momenti importanti delle partite, forte anche delle due rimonte appena compiute.
Non prima delle 15,30, invece, sarà la volta di Rafa Nadal e David Goffin. Tra i due c’è solamente un precedente, peraltro non ufficiale, disputatosi all’inizio dell’anno in occasione dell’atto finale del torneo di esibizione di Abu Dhabi (Nadal vinse in due set lottati). Nadal finora ha messo in mostra un buon tennis solamente a fasi alterne, soffrendo moltissimo per oltre un set contro Edmund e in più di un passaggio della sfida con Schwartzman, dominando invece Alex Zverev – reo di una prestazione deludente – mentre Goffin non ha perso un set né contro Darcis né contro Almagro, riuscendo poi ad aggiudicarsi due sfide estremamente combattute contro Thiem e Djokovic, in quella che, forse, è stata la miglior prestazione della sua carriera.
Per entrambi una delle chiavi sarà la percentuale di prime in campo – finora nel torneo Goffin ha viaggiato con meno del 54% di media, Rafa poco sopra il 63%. Nadal dovrà stare molto attento a non “stuzzicare” la risposta di rovescio del belga, una delle migliori del circuito, specialmente sulla seconda di servizio (56,1% punti vinti di media in questa speciale statistica, solamente Murray e Djokovic fanno meglio). Una variante potrebbe essere la battuta al corpo, che Nadal utilizza soprattutto da destra e che però potrebbe essere utile solamente se non ne dovesse abusare, dal momento che altrimenti un campione con l’intelligenza e i riflessi di Goffin probabilmente riuscirebbe ad adattarsi in tempi piuttosto brevi.
Il fenomeno di Manacor cercherà di comandare gli scambi con il proprio dritto, tenendo lontano dal campo Goffin con palle alte e cariche, per poi magari avere il tempo di giocare il medesimo colpo dall’angolo sinistro, che è uno dei principali termometri del gioco di Rafa e con il quale può spaccare in due la partita, come emerso già nell’esibizione di oltre tre mesi fa.
Sarà interessante vedere quante volte lo spagnolo deciderà di proporre a David una palla senza angolo e poco potente, su cui il numero 10 del seeding fatica molto ad appoggiarsi e a trasferire il peso del corpo sulla palla, come invece è in grado di fare perfettamente in situazioni più dinamiche. Dal canto suo, l’allievo di Van Cleemput imposterà la partita cercando ad ogni costo di prendere il centro del campo, giocando dei colpi in manovra verso il rovescio di Nadal, per poi cambiare dall’altra parte e cercare un’accelerazione. In tal senso, sarà cruciale il rendimento con il dritto lungolinea, che potrà finalizzare molti dei punti giocati in questo modo, ma anche consentire al campione di Rocourt di trasformare una situazione da difensiva ad offensiva.
Sarà importante vedere quante energie avrà a disposizione il belga, che nelle ultime 48 ore è rimasto in campo 4 ore e 52 minuti e che, se vorrà fare partita pari con Rafa, dovrà essere “ready for the battle” sia sotto il profilo nervoso sia dal punto di vista fisico. D’altra parte, Goffin ha le carte in regola per mantenere un livello di gioco alto per più tempo rispetto a Edmund e Schwartzman, che in questi giorni hanno evidenziato problemi ancora presenti nel gioco, e forse anche nella mente di Nadal, il quale dovrà essere costante nel mantenere profonda la gittata dei propri colpi.