Prima di correre giù verso la sezione commenti, per ricordarci quanti titoli su terra battuta ha vinto Rafa Nadal (50, più di Vilas, più di tutti, ve lo abbiamo detto noi), provate a stare al gioco: le prestazioni di Aljaz Bedene nell’ultimo mese e mezzo valgono lo sforzo. Sconfiggendo l’outsider Laslo Djere, il britannico classe 1989 ha centrato a Budapest la seconda finale ATP in carriera ma soprattutto la sedicesima vittoria consecutiva sul rosso.
I tornei che gli hanno permesso di realizzare questo filotto non sono di primissimo piano – parliamo dei Challenger di Sophia Antipolis e di Barletta, vinti, oltre che appunto dell’ATP 250 di Ungheria – e l’avversario con il ranking migliore tra quelli affrontati è Ivo Karlovic, tutt’altro che uno specialista del lento, ma sedici incontri vinti con soltanto due set persi da inizio aprile formano comunque un risultato sorprendente. Sono addirittura uno in più dei quindici incontri che Bedene vinse a livello Futures nel 2009, sempre su terra battuta, trionfando in Slovacchia e due volte in Austria. E soprattutto arrivano ad un livello ben più alto.
L’attuale striscia di Bedene si allunga addirittura a 23 incontri vinti sugli ultimi 24 disputati, con un ritiro per infortunio a Miami come unica sconfitta, e include in questo caso anche il ricco titolo Challenger di Irving (che lo rende uno degli unici tre tennisti con tre titoli marchiati ATP in questo 2017, insieme a Federer e Tipsarevic). Sconfiggere Lucas Pouille nella finale di domani, per giunta, oltre a valergli il primo titolo nel circuito maggiore, gli consegnerebbe anche la posizione di tennista britannico numero 2, alle spalle ovviamente di Andy Murray.
Partito a gennaio dallo slot 101 del ranking ATP, con tutti i 250 punti messi in palio dal Gazprom Hungarian Open Bedene diventerebbe numero 41 al mondo, scavalcando in un colpo solo anche i connazionali Daniel Evans e Kyle Edmund. Un’altra bella soddisfazione personale, seppur del tutto ininfluente ai fini delle gerarchie di Coppa Davis: sloveno fino al 2015, Bedene si è visto respingere più volte dalla ITF la richiesta di poter vestire la maglia della Gran Bretagna nella massima competizione a squadre di tennis. La colpa? Aver disputato tre dead rubber (gli incontri di Davis che si giocano a risultato acquisito) con la Slovenia. Todd Woodbridge può star certo di avere almeno un sostenitore…