[3] G. Muguruza b. [9] V. Williams 6-2 3-6 6-2 (da Roma, il nostro inviato Carlo Carnevale)
Una Muguruza ritrovata, con uno smalto visto raramente negli ultimi tempi: centrata, grintosa e finalmente aggressiva quando c’è da combattere. Un bel segnale per cercare di allontanare almeno parzialmente la crisi di risultati di cui sembra essere caduta vittima: una vittoria di carattere, contro una splendida Venus Williams che una volta di più dimostra cuore e umiltà. La statunitense combatte come molte altre giovani colleghe dovrebbero imparare a fare, da fondo a ogni goccia di energia per fare partita sulla superficie a lei meno congeniale. La battaglia da fondo si dipana pregevole, a velocità sostenuta, sebbene nella fase centrale del match i gratuiti fiocchino numerosi: Muguruza si muove meglio, scivola a proprio agio e trova gli angoli che le permettono di chiudere anche a rete, costringendo l’avversaria a rincorrere. Il terzo set vinto senza problemi è una scossa importante per dimostrare di star almeno cercando di gestire il deficit di solidità mentale che le ha impedito finora di confermarsi dopo il trionfo al Roland Garros dello scorso anno. Arrivare a Parigi con un buon risultato qui le infonderà sicuramente fiducia, insieme all’assenza di Serena Williams che per tute le contendenti è un sollievo. Venus cerca di aggrapparsi al servizio quando in difficoltà, trovando intelligenti soluzioni a uscire per aprirsi il campo: il rovescio resta ballerino ed è con quello che incappa nel maggior numero di gratuiti, denotando anche un debito di forze nel set decisivo. Muguruza può adesso pensare a Svitolina, che in quarti ha battuto a sorpresa la regina della Race, Karolina Pliskova: 3-2 i precedenti in favore della spagnola. Williams regala un’ulteriore dimostrazione di eleganza e classe, accettando di soffrire e remare quando necessario: pur uscendo sconfitta, merita tutto l’uragano di applausi che il Centrale le dedica all’uscita.
[6] S. Halep b. [Q] A. Kontaveit 6-2 6-4 (da Roma, il nostro inviato Carlo Carnevale)
Si ferma tra gli applausi la corsa di Anett Kontaveit a Roma; a sbarrarle la strada la tennista forse più calda del momento, Simona Halep, numero 4 del mondo alla carica della vetta. Un’ora e venti di tennis rapido e nel complesso gradevole, per quanto l’incontro non sia mai in discussione: Kontaveit pressa e anticipa, Halep fa lo stesso ma semplicemente meglio. La rumena è in splendida condizione, e dopo il successo di Madrid continua a macinare bel gioco e riversare gran cattiveria in campo: vola 4-1 con due break in ciascun parziale, amministrando poi con agio il tentativo di rientro dell’avversaria. Il copione tattico non si scolla dalle bordate da fondo, sebbene non manchino le sortite a rete; Simona riesce a scardinare anche l’assalto dell’estone, indovinando lob e passanti con continuità. Il pubblico incita Anett, sopratutto per sperare in una contesa più avvincente, ma senza troppo esito: Halep chiude senza tremare e prenota il posto in semifinale, la terza a Roma dopo 2013 e 2015. A Kontaveit rimane la certezza di una delle settimane migliori della sua carriera, nell’anno che la sta vedendo raggiungere i piani medio alti del ranking. Dopo la finale persa a Biel a inizio stagione, adesso sarà ad un passo dalla top50.
[15] K. Bertens b. [Q] D. Gavrilova 6-3 6-3 (Michele Trabace)
Si disputa sulla Next Gen Arena il quarto di finale che vede in campo l’olandese Kiki Bertens, numero 15 del seeding, opposta a Daria Gavrilova, numero 33 WTA e costretta a partire dalle qualificazioni a causa di una dimenticanza al momento di iscriversi al torneo. Dasha cerca di eguagliare il risultato di due anni fa qui a Roma quando, partendo sempre dalle qualificazioni, arrivò fino in semifinale. Ci sono due precedenti tra le tenniste con un bilancio di 1 a 1, Gavrilova ha vinto da quindicenne nel 2009 a Equeurdreville (Francia) a livello ITF, mentre Bertens ha prevalso nel 2015 agli Australian Open. Si parte con uno scambio di break, ma è Bertens a far valere la maggiore pesantezza dei suoi colpi allungando sul 4 a 2 grazie a una bella volée bloccata di rovescio; prosegue con il suo gioco non concedendo nulla al servizio nei turni successivi, andando a chiudere il primo parziale con il punteggio di 6-3 in maniera perentoria al primo set point. La seconda partita si apre con la numero 20 del mondo che continua con la sua opera di macinare punti fino al 3 a 0. La ragazza naturalizzata australiana chiede aiuto con il coaching lamentandosi di come si senta scarica; Kiki in questo frangente si distrae, permettendo alla sua avversaria di rifarsi sotto. Può sembrare che si possa riaprire l’intero match, ma è solo un’illusione: Bertens riprende a giocare bene, vincendo il confronto al nono gioco con Gavrilova al servizio, la quale seppur riesce a risalire da 0-40, è costretta a capitolare al quarto match points dopo un’ora e ventotto minuti. È cosi Bertens ad accedere in semifinale al Foro Italico (prima olandese nella storia) dove di fronte si troverà Simona Halep. Non è stato certo un avvio esaltante di stagione per lei, ma ritrovare la tanto cara terra rossa, dove l’anno scorso ha trionfato a Norimberga e centrato addirittura la semifinale al Roland Garros, le sta dando una forte iniezione di fiducia per il proseguimento del torneo e dei prossimi appuntamenti.
[8] E. Svitolina b. [2] K. Pliskova 6-2 7-6(9) (Tommaso Voto)
Sorpresa sulla Next Gen Arena, l’ucraina Svitolina elimina in due set la n.2 del seeding Pliskova e centra la semifinale degli Internazionali BNL d’Italia. Ora attende la vincente dello scontro tra Muguruza e Venus Williams. I precedenti con le avversarie sono negativi, in quanto è sotto 3-2 con la spagnola ed 1-0 contro l’americana che ha vinto nel 2015 proprio a Roma. Brutta prestazione della ragazza di Louny, che è stata fallosa da fondo campo e del tutto inefficace al servizio. Certamente la terra battuta è la superficie meno adatta per amplificare le doti balistiche della ceca, ma alla vigilia era difficile aspettarsi un risultato del genere. Qualche rimpianto per i set point falliti nel tie break, ma l’ucraina ha giocato complessivamente meglio ed ha meritato. Pliskova era avanti 5-0 nei predenti, con appena 2 set persi, ma quest’oggi ha mostrato limiti enormi di adattamento alla superficie e di tenuta psicofisica. È andata in crisi immediatamente, non è riuscita mai a ribaltare lo scambio a suo favore, mentre Elina ha spinto dal primo all’ultimo quindici con una sicurezza disarmante. È ancora presto per fare pronostici, ma al Roland Garros Svitolina può rappresentare una mina vagante, in considerazione del fatto che attualmente la WTA non ha una dominatrice (Serena è incinta e ferma ai box).
Dai blocchi parte meglio Svitolina che si porta rapidamente sul 4-0 e comanda le operazioni con notevole facilità. Pliskova è disorientata, i suoi colpi escono fuori di una spanna e il servizio, arma sempre micidiale, non produce sconvolgimenti alla sua avversaria. Karolina palesa notevoli problemi di mobilità, che si acuiscono negli spostamenti in avanti (il drop shot che regala il 2-0 all’ucraina è forse la fotografia perfetta delle difficoltà meccaniche della n.3 del mondo). Pliskova ha un sussulto, infatti ottiene un primo controbreak, ma c’è da dire che Elina ha un primo calo, in quanto commette un paio di errori evitabili. La campionessa di Istanbul ha spesso dei cali di tensione, stavolta non si è fatta travolgere dalle emozioni ed ha vinto agevolmente il primo parziale con il punteggio di 6-2. Svitolina danza sul campo, risponde tra le stringhe e affonda con il diritto alla prima occasione utile, mentre la n.2 del seeding è in totale disarmo. Il pubblico romano prova a scuotere Karolina, anche perché spera in un match divertente, ma Elina prende subito le redini in mano anche del secondo set.
C’è una fiammata della Pliskova, che ottiene il controbreak e prova a cambiare qualcosa, infatti alza finalmente la percentuale di vincenti ed inizia a scalfire le sicurezze granitiche della sua avversaria. Ecco il break della svolta, l’allieva di Kotyza strappa la battuta all’ucraina nel settimo gioco ed è in testa per la prima volta dall’inizio del match. In pieno WTA Style Karolina non dà seguito al momento positivo, infatti subisce il controbreak. Gli errori tornano di nuovo copiosi, manca la spinta con le gambe e gli spostamenti diventano sempre più problematici. Si va al tie break, Pliskova è la prima a prendere un minibreak di vantaggio, ma Elina con un incredibile diritto angolato riporta la sfida sul 4-3 per la ceca. Sul 5-5 Karolina ha coraggio, spinge la seconda di servizio e tiene lo scambio in mano. Si presenta a rete, ma Svitolina affossa il passante e c’è il set point per la n.3 del mondo. Scampato il pericolo, l’ucraina va di nuovo sotto ed annulla la seconda opportunità di set con una risposta che lascia impietrita la ceca, che con affanno e fortuna è di nuovo avanti 8-7. Altro diritto debole in rete e altro set point fallito per Karolina, che ora è costretta ad affrontare il primo match point che, viene neutralizzato con lo smash. L’epilogo è vicino, il ventesimo punto c premia Svitolina e la sua migliore attitudine alla terra battuta, mentre la ceca fallisce la possibilità di diventare con anticipo n.2 del mondo.
Risultati:
[6] S. Halep b. [Q] A. Kontaveit 6-2 6-4
[15] K. Bertens b. [Q] D. Gavrilova 6-3 6-3
[8] E. Svitolina b. [2] Ka. Pliskova 6-2 7-6(9)
[3] G. Muguruza b. [9] V. Williams 6-2 3-6 6-2