Il caso Margaret Court sui matrimoni gay. Murray: “Ognuno ami e sposi chi vuole, però…”
Dopo gli infortuni che ti hanno condizionato recentemente, deve essere stato bello per te giocare così bene oggi?
Sì. Mano a mano che la partita andava avanti mi sentivo meglio e incominciavo a muovermi meglio. Colpivo meglio la palla in fase difensiva. Le scorse settimane non ci riuscivo e anche oggi non ho iniziato così bene. Ma quando ho iniziato a difendermi meglio, non gli ho dato molte aperture. Comunque, visto come sono arrivato qui, è stato un discreto inizio.
Sicuramente sei andato meglio nei movimenti. Quel meraviglioso pallonetto che hai fatto all’inizio del terzo set. È stato un punto decisivo?
Sì, poi ho fatto il break in quel game. Poi lui ha fatto un paio di errori. Quando ho visto la palla salire e le sono corso dietro, non pensavo di riuscire a farcela, ma ci sono riuscito. Un bel salvataggio. Subito dopo ha sbagliato due palle facili. Ho fatto il break e poi non mi sono più voltato indietro.
In particolare nell’ultimo set sembrava ti stessi divertendo anche nella scelta dei colpi. Quanto è stato rigenerante tutto ciò per te dopo quello che hai passato nelle ultime settimane?
Molti colpi sono arrivati alla fine e quando sei avanti di un set e 4-0 o 5-0 tutto è più semplice e ti viene facile provare una palla corta o un lob o una grande risposta. Sul 4-4 nel primo set è ben più difficile. Comunque penso di essere in grado di fare ancora meglio di ciò che ho fatto alla fine del match. Cercherò di andare avanti così. Oggi volevo solo vincere. Non ero lì per divertirmi o chissà che altro. Volevo solo vincere nel modo più efficiente.
Quanto può essere di aiuto per trovare la forma giocare sui cinque set piuttosto che due su tre?
Aiuta, perché se non parti bene almeno fai in tempo a porre dei correttivi. È uno dei vantaggi delle partite sui cinque set. Se non hai molti incontri alle spalle, parti con meno pressione rispetto alle partite in tre set. Lì se perdi un set non hai molti margini di manovra per rimediare. Devi fare in fretta.
(Domanda sulla sua opinione in merito alle polemiche susseguenti le dichiarazioni di Margaret Court contro le unioni omosessuali).
Non capisco la ragione per la quale qualcuno debba avere qualche cosa contro due persone che si amano e si sposano. Che siano due uomini, due donne, è meraviglioso lo stesso. Non capisco perché debba interessare. Non è un affare che riguardi terze persone. Tutti devono avere i medesimi diritti. Ecco come la penso. Non sono d’accordo con Margaret Court.
Sui giornali inglesi si sono lette critiche sul fatto che il tuo coach, Lendl, non sia mai con te o che ti abbia incontrato solo quattro volte dagli Australian Open. Pensi che ciò abbia condizionato i tuoi risultati negli ultimi cinque mesi e pensi ci sia la necessità di cambiare qualche cosa?
Dopo Wimbledon lo scorso anno sono stato con Lendl per tutte le due settimane degli US open e poi basta sino alle Finals di Londra ed è stato il periodo migliore della mia carriera. Nessuno allora ha avuto da ridire. Il fatto che Ivan non sia presente non incide sui miei risultati, secondo me. Ho un team che mi segue e mi aiuta tanto. Mi ha aiutato tanto lo scorso anno quando ero in crisi nel periodo del torneo di Montecarlo. Ed erano con me a Wimbledon e poi sino alla fine dell’anno nel mio momento migliore di sempre. In teoria avrei voluto passare più tempo con lui. A Miami non è stato possibile per via del mio infortunio, ma era programmato. Le cose sono andate così e lo scorso anno nessuno ha avuto da ridire. Poiché quest’anno ci sono dei problemi ecco che la causa deve essere quella.
Quanto bene conosci Martin Klizan, tuo prossimo avversario. Che partita ti aspetti?
Ci ho giocato contro solo una volta lo scorso anno a Vienna. Ha molto talento. Picchia forte. È imprevedibile sul campo. Fa molte palle corte e gioca molti colpi anomali difficili da anticipare. Naturalmente oggi ho visto dei video del suo incontro. Un match divertente. Spero di riuscire a giocare bene e rendergli la vita difficile visto che oggi ha giocato un incontro molto lungo.
Che impatto ha avuto su di te, sul tuo modo di essere un tennista, sulle tue priorità il fatto di essere da poco diventato padre?
Prima di diventare papà ogni decisione era presa nell’interesse primario di fare bene a tennis. Quell’evento ha cambiato il mio modo di programmarmi e anche di allenarmi. Sono stato un po’ più di tempo a casa rispetto a quanto ero solito fare. Quando guardo il mio programma di lavoro decido con mia moglie a quali tornei potrà seguirmi, per essere certo di non restare divisi per più di tre/quattro settimane. Poiché ho notato che soprattutto negli ultimi mesi sta cambiando e crescendo tanto – mia figlia non mia moglie! – e non voglio perdermi nulla. Così, più possiamo condividere i viaggi e meglio è.